Capitolo 9

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Quel nuovo membro era Oikawa, capitano e alzatore titolare della Seijo.

"Sembra che tu lo conosca da molto tempo" dissi io riflettendo "era un mio senpai alle medie" disse preoccupato "ehi..."
"Tobio-chan, da quanto tempo!" Disse Oikawa. "ho imparato a battere e murare guardando lui" disse il corvino "quindi è una specie di tuo superiore?" Disse Hinata "ehi, ehi...non dire cosi...lo ferisci" dissi io "in ogni caso dobbiamo vincere" continuai. "Grazie" disse lui "se vuoi parlare ci sono" conclusi io.

Eravamo all'ultimo punto, ci manca l'ultimo punto per vincere contro una della 4 migliori prefetture quando in campo entrò Oikawa. Servì lui. Io non ero in campo appunto mirò a Tsukishima che come Hinata era negato in ricezione. "Lo avevo già notato. Numero 6 e numero 5 siete negati in ricezione. Probabilmente siete del primo anno" disse quel Re "vedi che oggi non torna intatto a casa" dissi io fulminandolo. Si accorse di me.
Manca un punto, eravamo 23-24 (per noi) battè per l'ultima volta e mirando all'angolo dove c'era Tsukishima la battuta perse un po' di potenza aiutando lo spilungone a fare una buona ricezione. "Forse ci sono andato un po troppo leggero" disse Oikawa "oh ma taci!" Dissi io ad alta voce, tanto da farlo girare e ghignare. La palla alla fine fu free ball per l'Aoba che contrattaccò. Il cipollotto fu "murato"da Hinata che toccò la palla così da fargli perdere la potenza. Era la nostra ultima chance: Tanaka difese, Kageyama alzò e Hinata attaccò. Il gioco era fatto e la partita era vinta. Corsi in campo dai miei compagni.
"SEI STATI STUPENDI" dissi io.

Andammo a parlare con il professore. "Ho capito una cosa oggi. Da soli non si va da nessuna parte. Quando una persona ne incontra un'altra si crea una reazione chimica. Penso che questo incontro oggi sia avvenuto al Karasuno."

Ringraziammo ed uscimmo. Fuori trovammo Oikawa "certo avete un attacco formidabile, ma siete scarsi in ricezione e raggiungerete velocemente il vostro limite. Tra poco ci sono i preliminari del torneo interscolastico. Vedete di non farvi eliminare. Perche devo essere io a eliminare il mio kohai in una partita ufficiale tra alzatori" "è vero che manca poco all'inizio del torneo ma lui dovrebbe tornare tra poco... la divinità guardiana della Karasuno" disse infine il capitano.

Tornammo alla Karasuno e ognuno andò a casa propria. Dopo essersi cambiati tutti ce ne andammo

"Kageyama" dissi io "possiamo fare un pezzo insieme?" Chiesi io "certo" acconsentì lui. Iniziammo a camminare verso le nostre case. Nessuno parlò, io e lui eravamo molto simili su molti punti di vista e uno di questi era la timidezza, nessuno osava parlare.
Fino a che, non so con quale coraggio, iniziò lui. "Di cosa volevi parlarmi?" "Come hai capito che ti volevo parlare di qualcosa?"chiesi curiosa "il fatto che mi abbia chiesto di fare un pezzo insieme" disse lui, non ci guardavamo, ognuno guardava davanti a sé. Gia era difficile parlare, figuriamoci guardarci.

"Ok ok,hai ragione. Quindi? Perche sei giù?" Chiesi "vuoi sapere tutto?" "Se me lo vuoi dire..." "giocare con i miei vecchi compagni di squadra che mi hanno sempre rifiutato nonostante la mia bravura mi ha fatto tornare in mente quei tempi orribili" disse lui "perché ti sei fermato? Puoi dirmi tutto, so quanto sia difficile per te però giuro che non ti giudicherò e non farò altro se non aiutarti" dissi io "in realtà siamo arrivati al vincolo, casa tua è a destra, casa mia a sinistra"  "ah, se vuoi puoi venire da me, te non eri da solo a casa?" "Si" "vieni da me a cena?" silenzio, non so neanche io da dove mi era uscita quella domanda spontanea. Lui accettò.

"Riprendendo il discorso, il fatto di giocare contro loro mi ha riportato grandi difficoltà. Quando ero da loro-"  sospirò "quando ero da loro, che giocavo con loro i primi anni andarono bene quando poi diventai io il palleggiatore titolare tutto cambiò. Il mio carattere, il mio stare in compagnia, tutto. Non riuscivo più a sopportare questa cosa.
Alla finale quando quell'alzata non fu schiacciata il mondo mi cadde addosso, venni messo in panchina ed era come essere morto dentro. Avevo tutti i rimorsi che mi venivano in su dallo stomaco, stavo male mentalmente ma anche fisicamente, non sopportavo più nessuno, sono rimasto chiuso in camera per giorni, forse settimane, avevo pure smesso di mangiare, ero praticamente... depresso..." il respiro gli aumentò "i miei decisero pure di portarmi da uno psicologo" riusciva a parlare a malapena.
Mi fermai davanti a lui "mi tolsero pure la pallavo-" lo guardai "parla tranquillamente, non ti giudicherò" dissi "mi tolsero pure la pallavolo e dovetti passare un pò di giorni allenandomi solo in camera." Concluse. "Mi dispiace, penso che tu non debba aver paura di alzare, non ti devi far prendere dall'ansia, e se succede pensa a un momento bello della tua vita o una partita molto importante per te" dissi guardandolo negli occhi.  Al chiaro di luna erano veramente belli.

Arrivammo a casa mia e cucinammo insieme la cena ricca di proteine, avevo sempre tenuto alla mia salute quindi ripsettavo una dieta giusta ed equilibrata per far sì di non essere mai in calo di forze o zuccheri. Ci divertimmo un sacco, cucinammo un piatto squisito e iniziammo a mangiare. "oh, giusto" mi alzai e presi il latte in frigo "te bevi acqua?" Chiesi "io vivo di latte" mi rispose soltanto lui. "Perfect" iniziammo a mangiare e parlammo del più e del meno.

Eravamo evidentemente imbarazzati entrambi ma la felicità riusciva a nascondere un po il tutto quindi passammo un bella serata. Guardai l'orologio, era le 23 e 37 "io devo andare"disse lui "no no" bloccai l'uscita "è notte fonda, non ti lascio andare per le strade da solo, per poi arrivare a casa e stare solo soletto per tutta la notte" dissi io "questa notte la passi qua, tanto domani abbiamo il giorno libero e non ci dobbiamo svegliare presto, puoi dormire nella  stanza degli ospiti" conclusi "sei seria?" Chiese, io annuii.

"Cosa vuoi fare?" Chiesi "non saprei" "sai giocare ai videogiochi?" "Si, chi non sa?" "Vada per i videogiochi" dissi andando in salotto e preparando la play.
Giocammo per un bel pò di tempo, verso le 00:30 ci avviammo verso le camere.
"Tieni" dissi ponendogli una maglietta da uomo. "Non dovresti darmi le magliette del tuo ragazzo?"Disse lui prendo la maglia "ma che dici? Ragazzo?! Ma non prendiamoci in giro, quella è mia." Dissi "ah...ok" disse andando in bagno, quando tornò io ero gia pronta.

Lo portai nella stanza degli ospiti e andai nel mio letto. Cercai di dormire inutilmente. Dopo 20 minuti circa sospirai profondamente.
Sentii dei passi avvicinarsi alla mia porta "non dormi?" Mi chiese "no, neanche te?" "Bhe, sono in una casa di una ragazza in piena notte, penso sia normale." Disse avvicinandosi e mettendosi a sedere in fondo al letto.

"Tobio" dissi "dimmi" rispose "perché ti stai affezionando così tanto a me? Come dire, so che non lo avresti fatto con tutti il fatto di aprirsi così come hai fatto oggi" chiesi "non lo so, è una sensazione strana, anche te provi lo stesso?" Disse "si"mi limitai a rispondere. Silezio. "Tobio" "dimmi" "o vieni a dormire nel mio letto, qui accanto a me o te ne torni di là, mi fai pena di a sedere nel bel mezzo della notte" dissi, ero pienamente cosciente di ciò che avevo detto, non ero imbarazzata perché pensavo tornasse nella stanza degli ospiti ma senza rispondermi si alzò e si mise accanto a me. Avevo il letto a una piazza e mezzo quindi ci stavamo abbastanza larghi.

Guardavamo il soffitto entrambi.
"Sei imbarazzata vero?" Chiese "si..." "hai le mani caldissime...e anche le guance" disse accarezzandomi leggermente.
"Fai peggio, Kageyama" dissi sincera "ti prego, chiamami Tobio" "ok però veramente, stai peggiorando solo la situazione" "è bello vederti così. Stuzzicarti mi diverte troppo" "quelle mani te le taglio se non la smetti" "fallo" disse lui continuando a stuzzicarmi.

Io gli presi entrambi le mano fai polsi e gliele strinsi. "Ti conviene giranti se non ti vuoi rompere il braccio destro" dissi. Lui si girò sul fianco guardandomi negli occhi "dormi, e smettila, sennò ti caccio di casa subito" dissi io addormentandomi. "Notte" sussurrò lui.

Just us-Kageyama TobioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora