Capitolo 10 parte 2

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Andammo a pranzare e devo ammettere che era veramente squisito. Ci riposammo per una mezz'oretta e poi andammo fuori.

"Kageyamaa!" Lo chiamai "dimmi" mi rispose "facciamo un uno contro uno?" Chiesi, non potevo resistere ancora "le regole?" "usiamo tutto il campo, possiamo toccare la palla da un minimo di uno a un massimo di tre volte ad azione , arriviamo a 25 e facciamo set fino a che non è buio pesto, chi vince deve decidere una penitenza per l'altro." Dissi. Lui acconsentì. Ci andammo a vestire, prima io, poi lui.

Iniziammo il primo set che concluse con la mia vittoria. Io ero avvantaggiata nei tre ruoli principali, ovvero schiacciatore, libero e palleggiatore, ma in svantaggio con la battuta, lui invece era in vantaggio con la battuta ma in svantaggio con la ricezione, è bravo in tutto, sempre stato un alzatore ma la sua schiacciata è comunque potente.

Parlando di forza è comunque superiore a me essendo maschio. Non mi piace far queste differenze di genere, ma non posso negare la realtà, è più grosso di me di corporatura, più alto e piu forte di me, l'unica cosa che ho superiore a lui è la velocità e l'agilità generale essendo più piccola e bassa.

Finimmo il primo set che durò veramente tanto, arrivammo a 34-32 per me.
Dopo una piccola pausa ricominciammo con il secondo set che venne vinto da lui.

Andammo subito con il terzo e il quarto, poi fammo una pausa.

Non potevo permettermi di perdere, sapevo quanto fosse malvagio e avevo in mente una cosa veramente bella, per entrambi, da fargli fare.

Il terzo e il quinto set fu vinto da me, il quarto e il sesto da lui. Poi arrivò buio quindi tornammo e casa con una parità.

"Ceniamo?"Chiese. Io annuii. Questa volta cucinai io e preparai il mio piatto preferito. Avevo preparato la pasta oggi pomeriggio mentre l'uomo di casa si faceva un sonnellino.

Lui appena finito di fare la doccia arrivò in cucina con ancora i capelli bagnati.
"Cosa prepari?" Mi chiese "pizza" dissi io "ahh quel piatto italiano?" "Si, ma vai ad asciugarti i capelli subito" "Cara Elisa Corsini, devi sapere che gli uomini non si asciugano mai i capelli" mi disse appoggiandosi al muro "Caro Tobio Kageyama, devi sapere che chi non si asciuga i capelli si ammala, quindi vai!" "Ok ok...mi arrendo"

Tornò dopo una decina di minuti e dato che la pizza ancora non era cotta decisi di andare io a fare la doccia. Bussò al bagno senza entrare mentre ero in doccia "dopo mettiti direttamente in pigiama, la maglietta la trovi nel mio borsone"
Uscii dalla doccia e andai in camera. Mi misi la sua maglietta e sotto i miei pantaloni di tuta Arrivai in cucina e quando si girò dire che mi fissava era poco.

"Che c'è?" Domandai "con quella maglietta sembri ancora più piccola" disse "ehi!" Dissi correndogli incontro. 

Appena ci fermammo lo fulminai e andai a sfornare la pizza che era perfetta. Cenammo in tranquillità.

Mentre pulivo il casino di piatti sporchi e Tobio mi aiutava mi tornò in mente la sfida di prima "alla fine abbiamo pareggiato, che facciamo?" Chiesi "facciamo entrambi una penitenza?" Io annuii.
Una volta finito di pulire la cucina ci sedemmo sul tappeto in salotto. "inizia te"disse "ok ma è un po ambigua come cosa. È da tantissimo tempo che non "convivo" con una persona al di fuori di me stessa quindi avevo pensato, dato che te sei per la maggior parte dei giorni a casa da solo e io pure, se tipo "conviviamo" per tutto il tempo che vuoi insieme? Nulla al di fuori dell'amicizia, sia chiaro." Dissi "va bene, a me va benissimo. La mia "penitenza" è simile. Tutte volte che te e io avremmo bisogno l'uno dell'altro ci dobbiamo aiutare a vicenda, per ogni cosa, dalla più banale alla più difficile" disse lui "va più che bene. Ti va andare fuori? amo le stelle e ho sempre sognato di passare un po di tempo sdraiata nell'erba sotto le stelle." Lui acconsentì, prendemmo il necessario e andammo fuori. Appena messi a sedere arrivò un ventolino ghiaccio. "Tieni" mi porse una felpa, me li infilai senza esitare e mi sdraiai. Lui fece lo stesso.

Il suo era un odore, anzi profumo buono. Mi piace veramente tanto, sapeva di menta e cioccolato.

"Per la storia di prima della convivenza." Disse "a me non dispiacerebbe andare oltre l'amicizia".

Rimasi spiazzata, mi alzai, mi misi a sedere e lo guardai. "in che senso?"  Domandai. Si mise a sedere "nel vero senso della parola, non so cosa sia, ma quello che provo per te non è semplice amicizia, io non voglio un amicizia con te" mi disse guardandomi negli occhi.
Io tornai sdraiata, non riuscivo riuscivo ad avere un contatto visivo troppo lungo.
Lui dopo poco si alzò e si mise a gambe incrociate sollevando la mia testa e mettendola sopra le sue gambe.
Io arrossii.

"io.... io non sono abituata a queste cose, non ho mai provato sentimenti simili, anche io provo una sensazione strana con te ma ho paura. Ho paura perché se poi non sono quella che cerchi e mi lasci so che non riuscirei ad andare avanti, so che non riuscirei a soddisfare le tue aspettative, so che ti annoierai.  Scusa sto andando troppo di fretta. Faccio schif-" non riuscii a finire la frase.

Aveva azzerato le distanze. Era una sensazione piacevolissima. "Tu non fai schifo, non lo dire mai più" mi disse guardandomi dall'alto per poi baciarmi nuovamente ma con piu passione, molta più passione.
Mi alzai per poterlo abbracciare, amavo il suo profumo dolce ma allo stesso tempo freddo.

"Sei brava a baciare" commentò "sono impacciata, scusa" Dissi staccandomi dall' abbraccio. Mi prese il volto tra le mani e mi baciò nuovamente "mi fai impazzire" disse "non sai per quanto ho sognato di vivere un esperienza simile" dissi invece io arrossendo. "Aww sei arrossita" "era il mio primo bacio" "sono felice di avermelo preso, sarà mio per tutta la vita".

"Ma perche proprio io?" Chiesi d'un tratto "perché te sei te, sei semplicemente te. E mi piaci così" disse. Io arrosii rimettendomi sdraiata per terra con le mani sopra il viso.
"È facile scogliere quel tuo cuoricino sai...è molto debole e fragile"

"Perche proprio io?" Chiese a sua volta "Fin dal primo giorno mi sono innamorata dei tuoi stupendi occhi blu e volevo che un giorno guardassero solo me. E poi caratterialmente sei freddo, io amo le persone fredde." "E perché?" Chiese ridendo "proprio per questi rari sorrisi che regalano" dissi.
Lui mi baciò nuovamente. "Devi avvertirmi sennò esplodo dal caldo e dal rossore" dissi staccandomi "ok ok però adesso baciami" disse lui.

"Mi piace il sapore delle tue labbra è dolce e raffinato. E amo il tuo profumo, è al cocco giusto?" Io annuii.  "Io invece amo il tuo di profumo, ti rispecchiano parecchio. Cioccolato e menta, da dove ti è uscito?" "Non lo so, però mi piace tanto".

Poi ci fu silenzio.

"Ti piacciono tanto le stelle?" Chiese "abbastanza, penso che il cielo sia la parte più bella dei questa terra. Anche per questo mi piacciono le montagne, puoi guardare tutte le sfumature che ha il cielo senza che ci siano intralci"
"Ti capisco, e ti do piena ragione. Il cielo è veramente bello"

Stammo sdraiati nell'erba per altri 20-30 minuti poi tornammo in casa e entrammo nel letto.

"Parlo troppo vero?" Domandai sinceramente "no, a me piace ascoltare le persone".

Just us-Kageyama TobioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora