'Fra, aspetta. Ti prego, non te ne andare. Non lasciarmi solo. Fra, ti supplico, non ce la faccio senza di te qui'.
Francesco non mi ascoltava, continuava a scuotere la testa freneticamente, aveva gli occhi rossi di pianto, ma continuava a fare passi verso la porta rossa. La sua mano era sulla maniglia, emise un respiro a bocca aperta, il labbro inferiore tremava.
'Ciao piccolo grande Tommy'- un sussurro appena udibile e chiuse la porta dietro di sé.
'Francesco'- sembrava un lamento il mio, mormorato a bassa voce. Poi crollai. Non sentivo più il mio corpo, così come non avvertii il minimo dolore quando caddi sulle ginocchia. Sentivo le guance essere solcate dalle lacrime, che fossero salate lo capii alla fine del loro percorso, sulle mie labbra. Stavo piangendo, io, Tommaso Zorzi, stavo piangendo per un uomo. Poi avvenne, in modo talmente inaspettato che non riconobbi nemmeno la mia voce. Il mio urlo rimbombò per tutta la casa, disumano. 'Fra!'
'Tommy! Tommaso, sono qui, non è niente, stai tranquillo, era solo un incubo'.
Mi ritrovai in stanza blu, nel letto, tra le braccia di Francesco. Mi toccai le guance: avevo pianto realmente. La mano dell'uomo accanto a me mi accarezzava la schiena, piano, con dolcezza e delicatezza, ripetendomi di tanto in tanto che andava tutto bene e che si era trattato solo di un sogno.
'Fra'-dissi abbracciandolo. Mi sentivo a casa. Il profumo di Francesco era diventano casa mia, così come il suo tocco delicato su di me.
'Tommy, mi hai fatto preoccupare. Urlavi il mio nome disperato. Stai bene ora?'-annuii alla sua domanda- 'Ti va di dirmi cosa hai sognato?'
Mi morsi il labbro prima di rispondere. Avrei dovuto rivelargli la mia più grande paura qui dentro? Se avessi perso Francesco, sarebbe stata davvero quella dell'incubo la mia reazione? E perché avevo reagito in quel modo? Poi mi dissi che era solo un sogno, che era inutile farsi paranoie non necessarie e decisi di raccontarglielo, per scrollarmi di dosso anche un po' di ansia.
'Ho sognato che uscivi dalla casa. Piangevi e ti dispiaceva visibilmente, mi hai detto "ciao piccolo grande Tommy" e poi ti sei chiuso la porta alle spalle. È in quel momento che sono caduto in ginocchio e ho urlato il tuo nome'. Le mie parole fuoriuscirono come un fiume in piena: 'credo...beh sì, credo che io abbia tanta paura di perderti, Fra'.
Francesco, dal canto suo, allargò un po' gli occhi, poi lasciò spazio a un bel sorriso. Chissà cosa frullava nella sua testa in quel momento.
'Non devi avere paura, piciu, io non ti lascio solo, mai. Hai capito? Mettitelo bene in testa, sono qui, sempre'.
Lo abbracciai forte, posando la testa nell'incavo del suo collo e lasciandoci un bacio leggero, come quelli che lui dava a me, ma che io non ricambiavo mai. Sentivo le labbra bollenti a contatto con la sua pelle fredda e avvertii un brivido quando depose anche lui un lieve bacio tra i miei capelli ricci.
Mi staccai dall'abbraccio e incastrai i miei occhi nei suoi. Pozze profonde mi guardavano senza giudizio, leggevo nel suo sguardo solo tanto affetto e attenzione nei miei confronti. Quelle gemme luminose mi guardavano come se in me ci fossero così tante sfaccettature da vedere e ammirare e accarezzare. Fu come se si accendesse un interruttore e una scossa elettrica scuotesse il mio cuore, non mi era mai capitata una cosa simile. Quanta potenza poteva avere guardarsi negli occhi e dirsi così tutto quello che a voce non si aveva il coraggio di dire? Francesco comprendeva cosa cercava di comunicargli il mio sguardo? Ma soprattutto, io stesso riuscivo a capire cosa volevo trasmettergli?
Queste domande erano un tormento. Non era assolutamente possibile che io provassi qualcosa che andasse oltre l'amicizia con Francesco. Avevo bisogno di riflettere.
'Vado a fumarmi una sigaretta'-avvertii il mio amico.
'Vuoi che venga con te?'-mi rispose subito in modo apprensivo. Notai che si agitava sul letto, pronto ad alzarsi. Dovetti, però, declinare la sua proposta.
'No, grazie Franci, ho bisogno di stare un po' da solo a riflettere'.
'Stai bene?'
'Sì, Fra. Stai tranquillo'. Sorrisi. Mi sentivo amato.
Lui non rispose, si limitò ad arruffarmi i ricci, con un piccolo sorriso. Questo era il suo gesto per dirmi che rispettava le mie scelte e che mi avrebbe lasciato da solo per tutto il tempo di cui avevo bisogno, ma sarebbe stato pronto a sorreggermi appena fossi inciampato. La stessa cosa valeva da parte mia nei suoi confronti.
Mi alzai e mi diressi sulle scale in giardino, dopo aver estratto una sigaretta e l'accendino dalla busta di carta con su scritto il mio nome.
L'accesi. Il fumo riempì i miei polmoni e lo vidi, in seguito, fuoriuscire dalla mia bocca. Se solo i miei pensieri e le mie preoccupazioni avessero potuto uscire dalla mia testa come il prodotto di quella sigaretta.
Poi, con la coda dell'occhio lo vidi. Francesco era appoggiato alla colonna dentro la casa, davanti alle vetrate che la separavano dal giardinetto in erba sintetica. La finestra era leggermente aperta e il più grande stava fumando la sua Iqos, lo sguardo rivolto nella mia direzione, assottigliato. Mi stava studiando.
Decisi di fare il suo stesso gioco. Lo studiai: i capelli leggermente scompigliati a causa del fatto che si fosse svegliato da poco, l'aria seria e i suoi tatuaggi. Seguii con gli occhi le linee scure che riempivano il suo braccio, rimasi incantato. Mi erano sempre interessati i tatuaggi, in particolare la loro storia sulla pelle delle altre persone. Io ne avevo pochi che per me significassero qualcosa di importante, gli altri erano più uno sfizio.
Dopo minuti che sembrarono un'eternità, distolsi lo sguardo da Francesco, feci un mezzo sorriso e dissi 'Vieni Fra, lo so che muori dalla voglia di tenermi d'occhio'.
In due secondi me lo ritrovai accanto.
'È vero, non so cosa farei se non ti avessi accanto'.
Aveva coperto il microfono. Mi voltai di scatto, fissandolo. Mi accorsi che lui mi stava già guardando, di nuovo ci ritrovammo occhi negli occhi.
Ti prego, Fra, non smettere mai di guardarmi.
~•~•~•~•~•~•~•
Eccoci qui con il primo capitolo!
Non vado pazza per gli angoli autrice, quindi li chiamerò 'chiacchierate inter nos'.
Spero che sia trapelato già da questo primo capitolo il dissidio interiore di Tommy.
Devo dire che un po' mi dispiacerà non averlo intorno tutto il giorno, ormai era di casa🥺
Ovviamente i fatti narrati sono frutto della mia fantasia e delle emozioni che mi hanno suscitato nel corso di questa esperienza i miei due protetti.
Detto questo, vi mando un bacio e a presto con un nuovo capitolo!
STAI LEGGENDO
Amami sempre così
FanfictionTommaso è un ragazzo al quale la vita ha riservato parecchie battaglie da affrontare e lui le ha combattute tutte a testa alta, armandosi quanto più poteva per affrontarle al meglio. Ma se qualcuno di inaspettato le combattesse con lui e facesse cro...