Il giorno dopo, ero seduto con Fra al tavolo. Erano le dieci passate ormai e di fronte a noi c'era una ricca colazione di compleanno: pancake al cioccolato, caffè americano, succo alla pesca e cornetti caldi. Francesco aveva preparato anche una macedonia di frutta, ma sicuramente non l'avremmo neanche toccata, data la grande quantità di cibo presente sul ripiano.
Il telefono del mio ragazzo, appoggiato sul tavolo, giusto un po' più distante da noi, prese a squillare insistentemente e la suoneria tipica degli Iphone si espanse per tutta la cucina.
'È mia madre, di sicuro vorrà farti gli auguri'-disse Fra, per poi schiacciare sul pulsante verde e mettere il viva voce, cosicché io potessi ascoltare Alba.
Lei, però, non aveva chiamato per quel motivo.
'Fra, c'è qua Cristina e chiede urgentemente di te. Ho provato a farla tornare a casa, spiegandole per l'ennesima volta che tra voi due è finita, ma non ne vuole sapere di andarsene. Mi sono stancata, ti prego di venire qui'-sentii dire alla voce della madre di Francesco dall'altra parte del telefono, per poi attaccare. Alba era stata autoritaria, ma l'uomo seduto di fronte a me era sulla soglia dei suoi trentanove anni, dunque sapeva da solo ciò che sarebbe stato meglio fare.
Fra finì di masticare il boccone di pancake che aveva appena messo in bocca, dopodiché si alzò, facendo strusciare la sedia sul pavimento.
'Dove stai andando?'-gli chiesi, allarmandomi subito.
'Da mia madre'-mi rispose solo.
'Da Cristina, volevi dire'-ribattei contrito.
'È la stessa cosa'.
'No, Francesco, non è la stessa cosa. A casa di Alba c'è la tua ex ragazza e non hai aspettato un attimo ad alzarti da quella sedia. Oggi è il mio compleanno, avevamo deciso di andarci a fare una passeggiata al parco'-tentai di mantenere il mio tono di voce fermo, sebbene sentissi già un turbine di emozioni poco felici farsi strada dentro di me.
'Tommaso, andremo al parco dopo, ti prego, non fare il bambino. Se mia madre mi ha chiamato, evidentemente è perché si tratta di qualcosa che la disturba'-mi rispose, con un tono stizzito nella voce.
'Francesco, tua madre ti chiama per ogni singola stupidaggine e lo sai anche tu. Il giorno del mio compleanno, tu preferisci correre da Cristina, invece che passare del tempo con me'-iniziai-'Ma tu mi ami davvero, Francesco?'
A quel punto, lui sembrò boccheggiare un attimo, ma subito dopo mise su un'espressione dura, più di quella che aveva tenuto fino a quel momento. Mi morsi un labbro, preoccupato e nervoso, attendendo la sua reazione.
'Pensi che io vada a divertirmi, Tommaso? Credi davvero che non preferirei passare la giornata con te, piuttosto che correre da mia madre, solo perché Cristina sta dando problemi di non so quale natura? Non ti fidi di me, evidentemente. Mi hai chiesto se io ti ami, Tommaso. La risposta è sì, certo che ti amo. Ma tu? Tu mi ami? L'amore è un'altra cosa'-concluse lui, per poi afferrare le chiavi e aprire la porta.
'Fra, aspetta, io...'-tentai di fermarlo.
Lui non si voltò nemmeno, racchiudendo la maniglia con una mano e chiudendosi la porta dietro le spalle.
Sospirai, strusciandomi con forza una mano sul viso. Presi il telefono, componendo un numero che sapevo a memoria per quante volte l'avessi chiamato e che apparteneva all'unica persona, che avrebbe saputo cosa dirmi.
'Pronto, Tommy? Amore, ancora auguri!'-esclamò la sua voce, ignara del fatto che quel compleanno era definitivamente rovinato.
'Auri, ho bisogno di te'-le confessai in modo diretto, senza troppi giri di parole.
'Ti passo a prendere e ce ne andiamo a bere un caffè, d'accordo? Almeno mi spieghi tutto.'
Venti minuti dopo, mi trovavo in macchina con la mia migliore amica.
'Neanche il giorno del tuo compleanno stai un attimo tranquillo tu eh'-ridacchiò lei leggermente.
'Sono incredibile, vero?'-la seguii.
Arrivati di fronte ad un bar, scendemmo dalla macchina e ci sedemmo ad un tavolo all'aperto. Era una bella giornata, il sole splendeva e riscaldava la mia pelle, qualche uccellino cinguettava. Sentivo proprio aria di primavera. Sorrisi tristemente.
'Così, ha sbattuto la porta e se ne è andato da Cristina'-dissi, terminando il mio discorso, per poi prendere l'ultimo sorso del mio americano, che non ero riuscito a bere a casa mia, dopo aver spiegato tutta la questione ad Aurora.
'Tommy, non è per giustificarlo, però forse si è ritrovato in una situazione in cui non sapeva come comportarsi, oppure voleva verificare la questione di persona, cerchiamo di vagliare tutte le ipotesi'-cercò di convincermi lei.
'Mh, ma proprio il giorno del mio compleanno? Quando dovrei essere io la sua priorità?'-domandai.
'Tu, al posto suo, che cosa avresti fatto?'-mi chiese la mia amica, senza rispondere, al contrario, alle mie domande.
'Io non lo avrei di certo lasciato da solo, Aurora, lui non sa che sono con te. Nella sua testa, io sono a casa ad aspettarlo e non è giusto'-conclusi.
'Hai ragione su questo, Tommy'-mi disse Auri, prendendo la mano nella sua, gesto che faceva sempre quando voleva calmarmi e infondermi un po' di sicurezza.
Aurora era per me quel faro in mezzo al mare, quello che cerchi disperatamente in lontananza, quando la tempesta sembra sbatacchiarti da una parte all'altra, quella luce che illumina la via, la giornata, la vita. Ecco, io un'esistenza senza Aurora, la mia migliore amica da sempre, non sapevo proprio immaginarmela.
'Perché non lo chiami?'-propose lei dolcemente.
'È la cosa giusta, secondo te?'-le chiesi di rimando.
'Secondo me sì, Tommy, ma secondo te? È la tua volontà quella che conta, non la mia'-mi fece notare.
Sospirai. Riflettendo, anche a me sembrava la decisione giusta da prendere.
Digitai il numero di telefono di Francesco, il quale, però, squillò a vuoto.
'Non vorrà nemmeno sentirmi, Auri'-mi lamentai, scivolando un poco sulla sedia.
'Perché non cerchi di comunicarci per vie traverse?'-il sorrisetto furbo di Aurora mi portò a guardarla con un cipiglio confuso.
'Che cosa vuoi dire? Tu mi spaventi sempre, quando metti su queste espressioni, io ti avverto'-ridacchiai.
'Tommy, ragiona un attimo: chi è la persona che sa sempre dove sia Francesco?'
'Sua madre!'-esclamai.
Aprii whatsapp, cercai il contatto di Alba, per poi scriverle un messaggio.
Ad Alba:
Ciao Alba, scusa il disturbo, Fra è ancora da te?
Subito la donna lesse ciò che le avevo scritto e, dopo pochissimi istanti, mi rispose.
Da Alba:
Tesoro! Fra è andato via, ha detto che doveva controllare delle carte in ufficio, Cristina sembrava volerlo fermare, quella ragazza è sempre più strana. Tanti auguri, comunque. Un bacio xx .
'È andato in concessionaria'-dissi ad Aurora.
Lei si alzò, entrò a pagare, tornò da me, inforcò i suoi occhiali da sole e prese le chiavi della macchina dal tavolino.
'Allora, che aspetti? Alza il culo e andiamo da lui'.
Scossi la testa, divertito. Aurora sapeva essere autoritaria, a modo suo.
In auto, il ginocchio sinistro mi tremava visibilmente.
'Tommy, stai tranquillo'-mi rassicurò lei, posando la mano sul mio ginocchio, il quale cessò di tremare sotto il tocco dolce della mia migliore amica.
'Lo sono, credo. Posso mettere un po' di musica classica?'-le domandai il permesso.
'Certo, lo sai che puoi mettere tutto ciò che vuoi, ma continui ogni volta a chiedermelo'-rise.
Di fronte alla concessionaria di Fra, c'era un parco immenso. A quell'ora della mattina, non era presente nessuno, in quanto i bambini erano a scuola e i genitori non dovevano star loro dietro.
Aurora trovò parcheggio, dopodiché spense la macchina, da cui scesi.
'Tu non vieni?'-chiesi alla ragazza seduta al posto di guida, tenendo ancora lo sportello aperto.
'Credo che dobbiate risolvere da soli, Tommy. Io ti aspetto qui'-mi sorrise, per poi mandarmi un bacio volante.
Passai in mezzo all'erbetta ben curata di quel parco, per dirigermi verso le strisce pedonali e attraversare.
Non feci in tempo, però.
La concessionaria saltò in aria. Un boato scosse ogni cosa circostante. L'esplosione, davanti ai miei occhi, mi squarciò il petto, mi strappò l'anima in mille pezzi. Brandelli del mio spirito svolazzavano intorno a me.
'Fra!'-urlai con tutta la voce che avevo in gola.
Caddi rovinosamente sulle ginocchia, strappando disperato i ciuffi di erba dal pratino. La terra macchiava le mie mani, si infilava nelle unghie, le quali, sanguinanti, non cessavano di infilarsi tra le zolle.
I singhiozzi amplificavano l'improvviso silenzio che si era venuto a creare, le lacrime scendevano copiosamente, non arrestavano la loro corsa, neanche quando tentavo di asciugarle con il palmo della mano.
Sentii le braccia di Aurora stringermi e cullarmi. Anche lei stava piangendo.
'Tommy'-sussurrava nel pianto.
Mi strinse a sé, dondolando appena.
'Non l'ho neanche salutato'-sibilai tra i singhiozzi, che spezzavano ogni mia parola.
Seduti sul prato, piangevamo insieme.
Sentii il respiro diventare difficoltoso, l'aria mi mancava.
'Auri, non respiro'-tentai di dire, la voce, così come il corpo, tremava.
'Sono qui, Tommy, respira con me. Continua a farlo, ora prendo le gocce'-cercò di aiutarmi lei, asciugandosi le lacrime con le dita e cercando di diventare improvvisamente vigile e attenta.
Mentre cercava la scatolina con le gocce all'interno, che si portava sempre dietro, nel caso in cui le dimenticassi, sentii un'unica sensazione nel petto.
Vuoto.
Voragine.
Il dolore si era impossessato di me. Non ero più Tommy, fatto di carne e sangue, fatto di emozioni e vivacità. Ero solo un ammasso di dolore. E mi ero definitivamente spezzato.
Non avrei rivisto più quel sorriso, quegli occhi, quelle espressioni buffe. Non avrei più sentito il suono della sua voce, della sua risata. Non avrei più percepito il calore di un suo abbraccio, di una sua carezza, la passione di un suo bacio.
Francesco non avrebbe fatto più parte della mia vita ed era ormai solo un'evanescenza, energia nell'universo, che ancora una volta si era messo contro di me.
'Prendi, Tommy'-disse Aurora, dopo aver estratto il contagocce dal contenitore.
Sentivo scendere giù nella mia gola quattro gocce che sapevano di fiore. Una ad una scorrevano e cercavano di calmare quella parte di me, che cercavo di non far vedere a nessuno. L'aria mi entrò finalmente nei polmoni e sembrò riprendere a battere regolarmente il mio straziato cuore.
Guardai il cielo, ormai coperto di polvere, dopo l'esplosione di una parte importante nella vita di Francesco.
Ti prego, Fra, se è un sogno, vieni a svegliarmi.
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Buonasera cuoricini!
È stato straziante per me scrivere questo capitolo, altrettanto straziante.
Non mi dilungo oltre, in quanto lascerò parlare i prossimi capitoli.
Un bacio, buonanotte❤️
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Amami sempre così
FanfictionTommaso è un ragazzo al quale la vita ha riservato parecchie battaglie da affrontare e lui le ha combattute tutte a testa alta, armandosi quanto più poteva per affrontarle al meglio. Ma se qualcuno di inaspettato le combattesse con lui e facesse cro...