Capitolo 33

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'Tommy'-sentii dire, mentre qualcuno mi scuoteva leggermente il braccio.
'Tommy, ehi, siamo arrivati'.
Aprii piano gli occhi, ritrovandomi con il volto schiacciato contro la spalla di Francesco. Sbattei le palpebre, tentando di capire dove mi trovassi, poi ricordai: ero su un treno diretto a Milano, ero fuggito con Fra, avevo vinto il Grande Fratello e, a quanto pareva, eravamo arrivati a destinazione.
Ci affrettammo a scendere dal treno, per poi dirigerci a piedi verso una casa che possedevo e che affacciava proprio sul Duomo.
Dopo aver percorso due rampe di scale, Francesco si ricordò improvvisamente che io non avevo nulla con me.
'Tommaso, non hai le chiavi. Come facciamo?'
'Fra, pensi che io sia così stupido da non tenerne un paio di riserva?'-ridacchiai, prendendomi gioco di lui, per poi chinarmi a raccogliere il mazzo che nascondevo sotto il tappeto. Un nascondiglio un po' banale, ma mi accontentavo di quello.
Dietro di me, sentii Francesco deglutire rumorosamente.
'Ti piace quel che vedi, Oppini?'-domandai, facendo riferimento al mio sedere, che avevo messo in bella mostra per prendere le chiavi.
'Smettila'-mi ammonì lui, tirandomi uno schiaffetto sulla spalla.
Inserii la chiave nella toppa, per poi aprire la porta.
Facemmo il nostro ingresso nell'appartamento ancora vestiti come la sera prima, dunque tolsi la giacca, adagiandola sulla poltrona e lasciai Francesco a disfarsi del telefono e del portafogli nel portaoggetti all'ingresso.
Mi diressi verso la mia stanza per poter indossare qualcosa di più comodo.
'Fra, sono in camera mia a cambiarmi, fai come se fossi a casa tua'-esclamai, alzando un po' la voce per farmi sentire.
Non ebbi risposta.
Slacciai i bottoni della camicia, per poi toglierla ed aprire l'armadio, posando il dito indice sul labbro mentre pensavo a cosa indossare. Stavo per agguantare una felpa dispersa nel fondo, quando sentii abbracciarmi da dietro.
Francesco posò le sue mani sulla mia pancia, tracciando piccoli cerchi concentrici su essa. Il suo volto, incastrato nell'incavo tra il mio collo e la mia spalla, aveva i capelli ad incorniciarlo, i quali mi facevano un leggero solletico. Mi voltai verso lo specchio posto nell'anta destra all'interno dell'armadio, mi piaceva quell'immagine di noi due.
'Ehi'-sussurrò al mio orecchio, azione che contribuì alla veloce espansione di una scia di brividi su tutto il mio corpo, già sorta nel momento in cui le sue dita avevano iniziato ad accarezzarmi il ventre.
'Ehi'-dissi io di rimando, sotto voce, sebbene non ci fosse nessun altro lì con noi.
Fra iniziò a posare dei baci che partivano dall'attaccatura dei capelli, passavano sotto l'orecchio, proseguivano lungo il collo e terminavano alla fine della mia spalla ossuta e pallida.
Inclinai leggermente la testa, per permettergli di andare avanti nei movimenti, così da agevolarlo.
'Fra'-mormorai, quando sentii l'uomo dietro di me succhiare un lembo della mia pelle bianca.
Mi voltai, piano, incontrando i suoi occhi luccicanti. La mia mano finì sulla sua guancia, accarezzandola lentamente e con dolcezza.
Mi avvicinai al suo viso, guardando le sue labbra e poi i suoi occhi. Avvertivo la sua attesa. Così, finalmente, posai le mie labbra sulle sue. Francesco rispose subito a quel bacio, come se non aspettasse altro che quello. Tirai il suo labbro inferiore verso di me, succhiandolo, per poi lasciarlo tornare alla sua posizione originaria, ma senza interrompere per un solo momento quel bacio urgente di due anime che si erano finalmente ritrovate.
Francesco mi strinse a sé, tirandomi verso di lui per i fianchi. Iniziammo a camminare, mantenendo quel contatto, finendo sul letto a due piazze al centro della stanza. Fra era sopra di me.
Appoggiò la fronte alla mia, recuperando insieme quell'aria che ci mancava a causa del contatto delle nostre bocche, le quali sembravano non volersi lasciare più. Strofinò il suo naso sul mio, mi lasciò un bacio a stampo, per poi scendere a baciare il mio petto, le clavicole, la pancia e arrivò all'elastico dei mie pantaloni.
L'eccitazione cresceva in me secondo dopo secondo.
'Fra'-sussurrai-'sei sicuro?'
'Mai stato più sicuro in tutta la mia vita, Tommaso'-mi rispose con fermezza.
Mi alzai per baciarlo velocemente, per poi iniziare a sbottonargli lentamente la camicia, la quale finì in un punto indefinito della stanza, probabilmente accanto al tappeto. Tracciai con il dito la linea dei suoi pettorali e dei suoi addominali, provocandogli dei brividi. Gli facevo lo stesso effetto che lui faceva a me, dunque.
'Tommy'-disse lui, socchiudendo gli occhi.
'Ti amo, Fra'.
L'avevo detto. Quella frase era uscita dalla mia bocca in modo naturale, senza che me ne accorgessi neanche.
Francesco aprì gli occhi di scatto, sbarrandoli appena. "Forse dovevo tenerlo dentro di me ancora un po'" pensai.
Franci mi guardò negli occhi, intensamente.
'Ti amo anch'io, Tommy. Non sai da quanto aspetto di dirtelo'-mi rivelò, per poi gettarsi su di me in un bacio ancora più urgente del precedente.
Come la sua camicia, anche i nostri pantaloni e la biancheria finirono sul pavimento.
'Fra, se non te la senti, questa è l'ultima occasione per fermarci'-dissi, preoccupandomi per lui, in quanto immaginai che non si fosse mai trovato in una situazione del genere con un altro uomo.
'Tommaso, non voglio tirarmi indietro per nulla al mondo. Questa sarà pure la prima volta con un uomo, ma dimentichi che ho qualche anno ed esperienza in più di te'-sorrise, per poi darmi un dolce bacio.
Accarezzai la sua guancia, rendendomi conto di essere davvero fortunato ad avere una persona come lui al mio fianco.
Fra strinse le mie mani, portandole sopra la mia testa, la quale poggiava su un morbido cuscino bianco.
'Ti amo'-mi ripetè, entrando dentro di me lentamente.
Mi sentii completo, per la prima volta nella mia vita non mi mancava nulla, avevo tutto ciò di cui avessi bisogno.
'Ti amo'-dissi di rimando.
I nostri respiri accelerati, i nostri cuori palpitanti e i nostri gemiti riempivano quella stanza, in cui, dopo lungo tempo, si andava consumando il nostro amore. Un amore sincero, un amore da vivere senza remore.
'Fra'-pronunciai, mentre gettavo la testa all'indietro, in preda al culmine del piacere che l'uomo sopra di me mi stava donando.
'Tommy'-disse il mio nome con voce roca, dopo un paio di spinte, arrivando anche lui a toccare il cielo con un dito. Così, in preda al piacere più puro, Francesco era la creatura più bella che avessi mai visto.
Stremati, ci stendemmo l'uno accanto all'altro.
Appoggiai la testa sul suo petto, cingendogli il busto con un braccio. Lui fece lo stesso con me, cingendomi le spalle.
'Ti amo, Francesco Maria Oppini'-mormorai, posando un delicato bacio all'altezza del suo cuore.
'Ti amo, Tommaso Maria Zorzi'-mi ripetè lui, scompigliandomi leggermente i capelli.
'Si sono allungati'-constatò, facendo riferimento ai miei ricci.
'Un po''-risposi.
'Mi piacciono così'-mi disse. Sorrisi, avvertendo le guance colorarsi di un rosa leggero.
'Lo so che ti sei imbarazzato, piccolo'.
Le mie gote si fecero ancora più rosse.
'Lo sai che effetto mi fanno i complimenti'-sibilai.
'Eppure non si direbbe, sai? Sembri così egocentrico a primo impatto, ma poi se ci si addentra di più nel tuo animo puro, si viene a scoprire che non è assolutamente così, non sempre, almeno'.
'Il fatto è che non ci sono abituato, ai complimenti, intendo. Non me li fa mai nessuno'-rivelai.
'Allora, vorrà dire che te li farò più spesso'-mi promise.
Spostai lo sguardo verso di lui, sorridendo con un angolo della bocca e mostrando una fossetta, che prontamente Fra mi baciò.
Guardai l'ora sulla sveglia, posta sul comodino nel lato di Francesco: ore 8, 12.
'Che ne dici di una bella colazione?'-proposi.
'Dico che è proprio una buona idea'-mi rispose.
In quello stesso istante il suo stomaco brontolò, facendoci ridacchiare.
Scesi dal letto, senza rivestirmi, e sentii lo sguardo dell'uomo ancora disteso trapassarmi l'anima.
Mi fiondai in cucina, sapendo che Cecilia, la mia tata, teneva scorte di cibo ovunque.
Mentre lasciavo che i cappuccini finissero di venire su, presi un vassoio color verde dalla credenza, per poi scaldare due cornetti al cioccolato. Versai del succo di pesca in due bicchieri di vetro, per poi sistemare il tutto sul vassoio.
Quando portai tutto in camera, Fra aveva indosso solo la biancheria intima ed era seduto sul letto a gambe incrociate.
'Almeno per fare colazione, potresti indossare le mutande?'-mi chiese.
'Pensi di non riuscire a resistermi, Oppini?'-lo stuzzicai, posando il vassoio al centro del letto.
'Hai centrato il punto, Zorzi'-rispose, tirandomi a sé e stampando un bacio sulle mie labbra, che io approfondii.
Mi staccai, per andare a recuperare il mio intimo e indossarlo. Dopodiché, mi sedetti anch'io sul letto, di fronte a lui. Solo la nostra colazione ci divideva.
'Aspetta'-Francesco mi fermò dal dare un altro morso al mio cornetto-'hai una briciola qui'.
Detto ciò, posò il suo pollice sull'angolo della mia bocca e tolse i residui della mia colazione.
'Fra, ora sono io che non ti resisto'-rivelai, per poi attirarlo a me.
Subito le nostre lingue si incontrarono, intrecciandosi e rincorrendosi in una danza infinita.
L'atmosfera si era fatta già bollente, di nuovo.
'Per quanto avrei voglia di distruggere questo letto solo per fare l'amore con te'-iniziai-'io vorrei fare un'altra cosa, che non faccio mai, a dirla tutta'.
'Di cosa si tratta?'-mi domandò curioso.
'Sigaretta?'-proposi ridacchiando.
Con gli amanti che avevo avuto in passato, non mi ero mai soffermato a fumarci una sigaretta insieme, lo ritenevo un gesto troppo intimo.
'Affare fatto'-esclamò Fra, sorridendo, comprendendo che quello non era un gesto che compivo con chiunque.
'Ma niente Iqos'-lo ammonii.
'Promesso'-giurò lui, ridacchiando, per poi incrociare indice e medio.
Uscii sul balcone per andare a recuperare il pacchetto di sigarette che Cecilia cercava sempre di nascondermi, perché, parole sue, 'Tommy, ti diventano i polmoni neri, tu sei bello fuori, ma cerca di esserlo anche dentro, mantieni i tuoi organi sani'.
Ridacchiai, ricordando le parole della mia tata, dopodiché aprii il primo cassetto di un mobile posto di fuori, trovando ciò che cercavo.
Mi voltai verso l'interno, avvicinandomi al finestrone che divideva i due ambienti. Francesco mi stava già osservando, ancora seduto sul letto.
Mi avvicinai al vetro della porta chiusa.
'Ti amo'-sussurrai talmente piano, che lui doveva aver letto il labiale, in quanto mi rispose a sua volta
'Ti amo', dopo essersi avvicinato anche lui all'altra parte de vetro, appannandolo appena.
Dopo aver finalmente confessato il mio sentimento, avevo voglia di ripeterlo all'infinito come un mantra.
Gli feci cenno col capo di uscire sul balcone.
Quando arrivò, pochi istanti dopo, gli porsi una sigaretta, mentre mettevo in bocca la mia, per poi accenderle entrambe. Ci appoggiammo alla ringhiera, aspirando e poi gettando fuori il fumo.
Affacciati sul Duomo di Milano, sentivo la felicità esplodermi nel petto.
'Anche tu hai occupato tutto il mio cuore'-rivelai con un filo di voce.
Francesco mi guardò, per poi accarezzarmi una guancia, sorridendo teneramente.
Ti prego, Fra, sorridimi sempre così.
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Buongiorno cuoricini!
Sono in pausa dalle lezioni e allora mi sono detta 'Perché non pubblicare il prossimo capitolo?', dunque ta daaaan.
Dopo 32 capitoli, finalmente Tommy e Fra consumano il loro amore. Era ora, aggiungerei😂
Vi mando un bacio e a presto!❤️

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