Capitolo 4

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No, per favore. Non di nuovo. Non era più capitato, erano mesi che dovevo averne uno. Come era possibile, perché stavo in quel modo?
Il cuore mi batteva velocissimo, stavo tremando come una foglia in pieno inverno, sentivo dolori lancinanti al petto e dietro la schiena, non avvertivo neanche i miei piedi toccare il pavimento in legno della sauna in giardino al cui interno c'ero io. Il respiro mi si mozzava in gola, non riuscivo a farne uno profondo, mi sembrava di affogare. Non ero in grado di muovere un solo passo né chiamare qualcuno.
Lì dentro ero solo in preda al mostro che avevo tentato troppe volte di sconfiggere, finendo solo per fuggire e non liberarmene mai. Un attacco di panico. Non ne avevo avuti molti forti come quello che stavo vivendo in quel momento. Non sapevo cosa fare, non ricordavo neanche i gesti più semplici da compiere  in una situazione del genere: sdraiarsi, respirare profondamente e bere se necessario, concentrarsi su alcune parti del corpo, pensare ad altro. Era come se la mia mente avesse dimenticato tutto in solo istante, troppo annebbiata dai vapori dell'ansia, causata probabilmente dalla miriade di pensieri che mi giravano per la testa e che riguardavano tutti una singola persona.
Prima di cadere vittima di me stesso, stavo arrovellandomi il cervello sulle frasi pronunciate da Francesco il pomeriggio precedente, quando eravamo immersi nelle vasche. Quella notte non avevo dormito, mentre l'uomo accanto a me aveva un sonno molto agitato.
Riuscii con estrema forza ad alzarmi dalla mia posizione, per poi ricadere seduto un secondo dopo. Le forze mi abbandonavano ogni momento che passasse e mi sentivo morire. Il mio pensiero corse subito a Francesco: Franci, se non sopravviverò sappi che...
Ciò che stavo formulando nella mia testa venne bruscamente interrotto dalla porta della sauna, che venne sbattuta con violenza.
'Oh mio Dio, Tommy!'
Mi sentii sollevare di peso e appoggiai la testa sulla spalla della persona che mi stava trascinando via dal mio inferno. Alle mie narici arrivò immediato un odore, il suo profumo che tanto mi piaceva.
'Fra'-mormorai piano.
'Tommy ci sono io, respira'.
La sua voce mi diede la forza per inspirare il suo profumo a pieni polmoni, una, due, tre volte e poi ancora una, due, tre. Andava leggermente meglio.
Tenevo gli occhi chiusi, il senso dell'udito divenne quello predominante subito dopo l'olfatto.
'Che succede?'-sentii chiedere da una voce che riconobbi come quella di Elisabetta.
'Tommaso'-questa era Stefy.
'Ha un attacco di panico, l'ho trovato in sauna. Per fortuna lo stavo cercando. Era lì da solo, non so da quanto tempo lo abbia. Lo porto in camera'. Francesco parlava freneticamente mentre camminava, sorreggendomi come fossi una piuma, sebbene fossi in quel momento pesante come un macigno, senza forze e abbandonato addosso al mio salvatore.
Mi sentii adagiare delicatamente sul letto.
'Andrea, portami un bicchiere d'acqua per favore'-Franci la crocerossina. Aprii gli occhi.
'Tommy, ehi. Guardami, respira con me, okay? Stai tranquillo, ora passa. Concentrati su di me e sulla mia voce. Così, bravo'-mi disse dopo essersi accorto che avevo regolarizzato il mio respiro con il suo e stavo seguendo ciò che mi diceva. Con una mano mi accarezzava la schiena, poi scese sul fianco. Sentii dei brividi dovuti al suo tocco. Mi rilassai.
'Tieni, Tommy, bevi un po' d'acqua'-Andrea Zelletta mi parlò con un leggero fiatone dovuto forse alla fretta dei suoi gesti. Poi notai una chiazza bagnata sulla sua maglietta. Quella era la conferma che avesse corso come un matto per aiutarmi. Il mio Croccantino.
'Grazie Andre'-la mia voce era roca e molto bassa.
Stefania ed Elisabetta entrarono per accertarsi che stessi bene, mi fecero una carezza e uscirono dopo che crocerossina numero due, nonché Andrea, disse loro di lasciarmi un po' solo con Fra. Tutti e tre si chiusero la porta alle spalle e restammo noi due.
'Grazie, Fra, sei il mio eroe'-sorrisi tirando su un angolo della bocca.
'Mi hai fatto perdere dieci anni di vita, piciu, davvero'-mi rispose.
Dopodiché sentii il suo indice contro la mia guancia.
Lo guardai interrogativo, aggiungendo sottovoce 'Cosa stai facendo?'
'Metto un dito nella tua fossetta, è il mio sogno ogni volta che sorridi'.
Inutile dire che questa sua affermazione mi lasciò senza parole. Difficilmente qualcuno era in grado di non riuscire a farmi aprire bocca per assenza di cose da dire. Così cambiai argomento. Vigliacco.
'Fra, ti metti sotto le coperte con me?'-dissi timido. Io timido non lo ero mai, ma con Francesco il mio carattere si rivoluzionava.
'Certo, non c'è nemmeno bisogno di chiederlo'.
Ci togliemmo i microfoni e ci mettemmo sotto le coperte, nascondendo la testa sotto il lenzuolo.
'Tommy, vorrei dirti così tante cose in questo momento'-sussurrò Franci per non farsi sentire dai microfoni ambientali.
'Fallo, dimmi tutto quello che vuoi'.
'Non posso, lo vorrei tanto, credimi'- dopodiché si avvicinò, poggiando la sua fronte alla mia e posandomi una mano sul fianco. I nostri respiri si confondevano per la troppa vicinanza, sentivo l'elettricità correre fra noi. Le labbra erano a pochi centimetri di distanza, naso contro naso.
Ti prego, Fra, respiriamoci ancora.
~•~•~•~•~
Eccoci qui con un altro capitolo, questo è uno dei miei preferiti. Tommaso in un reality ha portato anche questo, l'ansia e l'attacco di panico, che sono, purtroppo, disturbi troppo frequenti, in particolare tra i giovani e a malincuore devo introdurmi in questa categoria. Provando determinate sensazioni, mi sono sentita libera di riportarle, scrivendole. L'unica cosa che mi sento di dire è che se vi accorgete di soffrire di attacchi di panico, parlatene. Parlatene sempre, perché a lungo andare possono peggiorare. Ovviamente, inutile dirvi che sono qui per chiunque, pronta ad ascoltare, a volte parlare con uno sconosciuto è molto più efficace.
Detto ciò, vi mando un grande bacio e alla prossima!🥰

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