Capitolo 8

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Trasportare Francesco dentro casa era stata un'impresa ardua, ma ce l'avevo fatta, dopo tanta fatica. Non si voleva alzare e rimaneva incollato con la schiena alla porta rossa. Con estremo sforzo, riuscii a farlo alzare e a farlo entrare. Fra si rintanò in lavatrice, mai usata da nessuno, e io lo raggiunsi poco dopo con due belle tazze di camomilla fumanti.
Entrai nella piccola stanza, chiusi l'oblò e tirai le tende.
'Tieni, Franci. Va un po' meglio?'- gli chiesi porgendogli la bevanda calda.
'Ora che sei qui con me, sì, va decisamente meglio'.
Un sorriso si fece spazio sul mio viso. Stavo per dirgli qualcosa, quando la voce di un operatore della regia interruppe ogni mia volontà di parlare.
'Ragazzi, scusate, a causa di un guasto tecnico, la zona lavatrice non sarà accessibile per le prossime tre ore'.
Mi voltai di scatto verso Francesco sbarrando gli occhi.
'Cazzo, Fra, noi siamo in lavatrice'.
Tentai di aprire la porta, ma come tutte le serrature automatiche di quella casa, non si apriva in presenza di un guasto. Bene.
Avvicinai la bocca al microfono e mi rivolsi a chi era dietro a tutta quella macchina operativa.
'Scusate, io e Francesco siamo in lavatrice, la porta non si apre, io soffro di claustrofobia, come la mettiamo? Non c'è un modo per farci uscire?'
La voce della regia, purtroppo, non mi rassicurò.
'Oddio Tommaso, non ci siamo accorti che voi due steste in lavatrice. Purtroppo le telecamere hanno smesso di funzionare e credevamo che non ci fosse nessuno all'interno. Mi spiace darvi questa brutta notizia, ma la porta non si aprirà per le prossime tre ore, così come continueranno a non funzionare le telecamere. Tommy, tu cerca di rimanere calmo, okay? Ora controllo anche le vostre batterie'.
Nell'attesa di notizie, mi mordicchiavo il pollice guardando Francesco con una leggera preoccupazione negli occhi.
'Tommaso, Francesco, mi dispiace informarvi che le batterie dei vostri microfoni sono scariche e che tra meno di un quarto d'ora questi ultimi smetteranno di funzionare. Sono desolato, ragazzi'-l'autore nascosto dietro i vetri aveva un tono di voce veramente affranto e io non potevo far altro che credergli.
'Fra, parliamo un po' perché altrimenti mi ricordo che siamo intrappolati qui per le prossime tre ore e potrei non uscirne'.
'Tommy, stai tranquillo, ci sono io'-iniziò, per poi abbassare notevolmente il volume della voce per non farsi sentire dai microfoni ancora
in funzione-'appena questi smetteranno di riprodurre le nostre voci, io e te parleremo per bene'.
Annuii in risposta, dopodiché mi sdraiai, poggiando la testa sul cuscino.
Francesco si adagiò accanto a me, facendo sfiorare le nostre mani, al che gli presi la sua, stringendo debolmente.
Restammo così per qualche minuto, fino a quando sentimmo un lieve 'bip' e notammo una lucina rossa, segno che i nostri apparecchi avevano appena smesso di funzionare, dunque le nostre voci non sarebbero arrivate fino alla regia. Ce li togliemmo di dosso, in quanto non sarebbero più serviti per un bel po' di tempo.
'Fra, scusa per come ti ho risposto stamattina'.
'No, Tommy, hai fatto bene. Credo che avrei agito nello stesso identico modo, eri ferito e so che sei intrattabile quando sei arrabbiato'-ammise.
'Ehi! Io sono gestibile al cento per cento!'-ribattei pizzicandogli un fianco.
Francesco rise, per poi diventare serio subito dopo.
'Tommaso'-ecco di nuovo il nome intero-'credo sia il caso di parlare di ciò che è accaduto ieri sera'.
'Sì, lo penso anch'io. Senti, Fra, io lo capisco che hai una ragazza fuori e spero che tu ti sia allontanato per quello e non perché io sia un uomo'-mi sentivo in imbarazzo, così abbassai lo sguardo.
'Tommy, guardami, ti prego. Vorrei che vedessi nei miei occhi tutta la sincerità con cui ti sto parlando.'
Così lo feci, alzai lo sguardo e incontrai il suo, già fisso su di me. Mi sentii vacillare un po'.
Poi, lui continuò-'Vorrei che tu capissi che sono scappato perché non sapevo come affrontare la situazione. È vero, io ho una fidanzata fuori che mi aspetta e io che cosa ho fatto? L'ho tradita, ma che non ti passi mai per l'anticamera del cervello che io sia fuggito perché ho baciato un uomo. Qui, di fronte a te, ti giuro che lo farei ancora mille volte e non me ne pentirei. Dovrò sistemare delle cose quando uscirò da qui, è vero, ma io vorrei viverti, Tommy, te l'ho detto anche prima'.
'Fra, anch'io ho tanta voglia di viverti e non te l'ho detto prima perché sono un vigliacco. Francesco, non puoi immaginare quanto bene al cuore mi fai.'-risposi con la voce un po' tremolante a causa dell'emozione che le sue parole avevano suscitato in me.
Dal canto suo, Francesco posò una mano sul mio petto, all'altezza del mio cuore.
Sebbene non ci potesse sentire nessuno, lui sussurrò comunque, come se non riuscisse a pronunciare le parole con un tono più alto o probabilmente voleva tenere tutto ciò che avrebbe detto in uno scrigno, qualcosa che avrebbe legato solo me e lui, indissolubilmente.
'Ti batte il cuore velocissimo...è a causa mia?'
'Non direi che sia a causa tua, è più corretto dirti che è grazie a te. Era da tanto tempo che non sentivo il mio cuore battere così insistente contro la gabbia toracica'-risposi.
Poi, l'uomo accanto a me fece un gesto che non mi aspettavo minimamente: posò la testa sul mio cuore.
'È bellissimo ascoltarlo'-aggiunse, riferendosi ad esso.
Io non risposi, ma presi ad accarezzargli i capelli, mentre Francesco passava un dito sul mio addome da sotto la maglietta, provocandomi una serie infinita di brividi. Sospirai forte. L'indice di Franci arrivò fino all'elastico dei miei pantaloni e ne tracciava i bordi.
'Fra'-mi morsi il labbro.
Lui non rispose, al contrario intrufolò la mano sotto i pantaloni e continuò il suo percorso intorno all'elastico delle mutande.
'Fra'-ripetei chiudendo gli occhi in preda a una scintilla di eccitazione.
'Sì, Tommy?'-mi domandò in modo innocente senza fermarsi.
'Fra, non andare oltre, altrimenti non potrei rispondere delle mie azioni. Non mi sembra il caso di consumare qualcosa all'interno di un reality'.
Mi era costato molto negare certe attenzioni dopo cento giorni, ma soprattutto se erano dettate da Fra. Però era vero, avrei voluto fare qualcosa con lui all'esterno, non dentro un programma televisivo.
'Hai ragione, Tommy'-affermò togliendo la mano da sotto i miei pantaloni-'ma non puoi impedirmi di fare questo'. Dopodiché mi baciò. Fu un bacio pieno di passione, di amore non dichiarato, un bacio che significava sicurezza, casa, un 'puoi contare su di me' pensato senza sosta. Quel bacio era molto più di un incontro di labbra e di un intreccio di lingue, rappresentava tutto ciò che io e Francesco eravamo l'uno per l'altro, respiri mescolati insieme che si amalgamavano come fossero uno solo, cuori che battevano in sincrono e brividi sparsi sulla schiena.
A Francesco scappò un gemito e quel suono uscito dalla sua bocca mi fece sentire immensamente grande. Ribaltai le posizioni e mi ritrovai sopra di lui.
'Francesco, io ti giuro che sarei disposto ad andare all'inferno solo per poter fare tutto quello che ho in mente in questo momento'.
'Tommaso, non hai idea di cosa abbia in testa io'.
Appoggiai la mia fronte alla sua, era possibile trasmettere un pensiero da un cervello a un altro solo toccando le nostre fronti? Perché io avevo una sola cosa in quel momento da dire a Francesco, ma non lo feci, perché spesso in situazioni del genere ero un codardo e avevo paura che lui sarebbe scappato, magari non subito dato che eravamo rinchiusi, ma immediatamente dopo sì.
Due sole parole sembravano girare vorticosamente nella mia testa.
Ti prego, Fra, dimmi che mi ami anche tu.
~•~•~•~•~•~•~
Sorpresa!
Solitamente pubblico un giorno sì e uno no, ma questa volta ho deciso di anticipare. Ho tantissima ispirazione in questi giorni e sto buttando giù moltissime cose che non vedo l'ora di farvi leggere.
Spero vivamente che questa storia possa tenervi compagnia nel periodo difficile che stiamo per affrontare, di nuovo. Inutile dirvi che sono sempre qui per voi, se ne aveste bisogno.
Vi abbraccio e a prestissimo❤️

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