Capitolo 34

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'Vi abbiamo cercato dappertutto e invece ve ne eravate andati, siete tremendi!'-esclamò Stefania urlando al telefono.
'Dai, Stefy, sono scappati insieme, una fuga d'amore, che cosa romantica'-la ammonì Elisabetta-'io e Flavio fuggivamo spesso'.
'Andavate a Dubai, amore?'-chiesi io, ridacchiando.
'Sì! Hai indovinato, Tommy'-mi rispose lei, ridendo a sua volta.
'Croccantini, voi non ce la raccontate giusta eh, vi siete dati alla pazza gioia, guardate che facce che avete e che capelli, soprattutto'-disse Andrea, guardandoci furbamente attraverso la fotocamera.
Nel primo pomeriggio, dopo aver ordinato qualcosa da mangiare per pranzo, io e Francesco avevamo deciso di chiamare i nostri amici per farci perdonare di essere spariti la sera prima.
'Andrea! Saranno affari loro!'-lo riprese Natalia, la sua ragazza, che era seduta accanto a lui, tirandogli una schiaffetto sul petto.
'Amore, non mi vedi da sei mesi e già mi picchi, ma dove sono finiti i tuoi sentimenti?'-le chiese ironicamente Andrea, fingendo un tono ferito e posando una mano sul petto, indignato.
'Zelletta, credo che tu e Natalia vi siate divertiti allo stesso modo o sbaglio?'-chiesi io, imitando l'espressione del mio amico, molto furba.
'Tommy!'-mi riprese Francesco, sbarrando gli occhi.
'Che c'è? Non ho detto niente di male'-alzai le mani io, in segno di resa.
'Niente di male? Hai fatto intendere delle cose!'-esclamò l'uomo al mio fianco.
'Ti mettono in imbarazzo, Oppini, queste...'-presi una pausa, per poi sottolineare-'...cose?'
'Tommaso, non mi provocare'-mi ammonì lui, assottigliando lo sguardo.
'Non mi fai paura'-cantilenai io, tirando fuori la lingua per fargli una linguaccia.
Nello stesso istante, Fra mi colpì in pieno viso con il suo cuscino, facendo sì che che un paio di piume volassero tra noi.
'Francesco, se mi svuoti il cuscino e mi fai dormire con una sottiletta sotto la testa, tra noi finisce qui'.
'Eccoli, sono tornati Sandra e Raimondo'-ridacchiò Stefy dall'altro capo del telefono.
Quasi mi ero dimenticato di trovarmi ancora in videochiamata con i miei amici.
Ridacchiammo, per poi salutarci tutti.
Distesi a letto, io e Fra ci guardammo negli occhi. Mi sporsi per dargli un bacio delicato.
Prima che l'uomo steso accanto a me potesse avere la possibilità di approfondirlo, il campanello suonò.
'Ma chi è che ti cerca qui?'-chiese Fra.
Mi alzai, sbuffando leggermente a causa dell'interruzione, per poi dirigermi verso l'armadio per pescare due paia di pantaloni, uno per me e uno per Franci, con cui rivestirci completamente, dato che avevamo indossato solo le magliette per chiamare i nostri ex inquilini.
Presi una tuta nera, che lanciai a Fra, e la mia adorata tuta grigia.
'Ci sono solo tre possibilità'-risposi a Francesco, il quale velocemente di stava vestendo-'Cecilia, mia madre o mia sorella'.
'O magari tutte e tre'-rise lui-'ieri non ti hanno visto neanche con il binocolo'.
Scalzo, mi affrettai verso la porta, con Fra al seguito, pensando che effettivamente non mi ero fatto vivo neanche con la mia famiglia. Mi morsi il labbro, sentendomi un po' in colpa.
Guardai attraverso lo spioncino: Franci aveva ragione, erano tutte e tre e apparivano anche abbastanza contrite.
'Ci sono tutte e tre e mi sembrano molto agguerrite'-affermai, con aria quasi impaurita.
'Non ti preoccupare'-mi rassicurò Francesco, accarezzandomi un fianco-'capiranno. Hai solo seguito il tuo cuore'.
Presi un respiro profondo, dopodiché aprii il portone.
Subito, le voci della mia tata, di mia sorella e di mia madre si accavallarono insieme.
'Tommy, neanche una telefonata hai fatto, ti sei forse scordato della tua tata?'
'Tommaso, sei sparito e non eri neanche alla festa, ma si può sapere che ti è saltato in mente? Non vedevo l'ora di riabbracciarti e tu te ne sei andato!'
'Tommy, potevi almeno avvisare con un messaggio, ti abbiamo cercato ovunque!'
Poi, una palla di pelo si scaraventò addosso alle mie gambe. Ancora una volta, il mio cane mi aveva salvato dalle situazioni scomode.
'Gildina, amore! Ciao, patatina, ciao! Ti sono mancato vero? Anche tu mi sei mancata tantissimo!'-esclamai, prendendola in braccio e lasciando che mi leccasse la faccia.
La mia famiglia, accortasi improvvisamente della presenza di Francesco accanto a me, smise di puntarmi il dito contro e si azzittì.
'Francesco, ma che bello vederti qui'-disse Gaia con voce melensa.
'Giù le mani, sorella'-la ammonii io.
I presenti risero.
Le tre donne della mia vita si lanciarono in una conversazione con Fra, dimenticandosi della mia esistenza.
'Ehm, scusate?'-tentai io.
'Sono qui, ehi'-continuai, sventolando una mano di fronte al mio viso.
'Tu ci hai forse salutate ieri?'-mi chiese mia madre.
'Scusate, ero preso da affari di cuore'-risposi, arrossendo leggermente-'ma almeno un abbraccino, uno solo, me lo date?'-aggiunsi, mettendo su la mia arma infallibile, il labbruccio.
'Amore, certo che sì'.
Dopodiché mi ritrovai sommerso dalle tre donne, che mi stringevano.
Mi erano mancate veramente tanto.
'A quell'espressione non riesce a resistere nessuno'-dichiarò Fra, in disparte, ridacchiando.
'Vieni anche tu'-sussurrai, invitandolo ad unirsi all'abbraccio.
Lui mi fece segno di no con la testa, forse non volendo intromettersi in quella dimostrazione d'affetto.
'Vieni, Fra'-lo chiamò mia sorella.
'Ma no, è il vostro momento'-ribadì lui.
'Se rendi felice mio figlio, sei di famiglia'-gli sorrise teneramente mia madre.
A quel punto, Francesco si unì all'abbraccio.
Dopo pochi istanti, che in realtà a me sembrarono interminabili, lì, coccolato tra le braccia delle persone che più amavo al mondo, ci separammo.
'Scusate, ma voi come facevate a sapere che mi avreste trovato qui?'-chiesi.
'Intuito materno'-mi rispose mia madre.
'Ti piacerebbe'-la riprese mia sorella, ridendo.
'Semplicemente non eri a casa tua, né all'agenzia di Lazzaro, quindi abbiamo pensato di venire qui'-mi spiegò Cecilia.
'Ma allora perché avete suonato? Avete tutte e tre una copia delle chiavi'-feci notare loro.
'Perché...ecco, non volevamo interrompere qualcosa, eravamo certe del fatto che Francesco sarebbe stato con te'-mi disse mia madre, leggermente in imbarazzo.
Io e Fra ci guardammo: le nostre guance si colorarono nello stesso istante.
'Caffè?'-proposi, quasi urlando, per potermi sbarazzare di quella situazione.
Dopo un paio d'ore seduti al tavolo a chiacchierare, Gaia, Cecilia e mia madre decisero di andare via, ma mi lasciarono Gilda, cosicché potessi passarci un po' di tempo insieme.
'Fra, che ne dici se ci facciamo una passeggiata al parco qua vicino?'-gli chiesi-'Almeno Gildina può correre un po''.
'Certo, va benissimo. Vado a mettere la giacca'-mi disse, lasciandomi un bacio tra i capelli, per poi allontanarsi.
'Mi potresti prendere la giacca di jeans, per favore? Io intanto racimolo il pane per le anatre'.
Sentii Francesco ridacchiare dall'altra stanza, ma io compivo sempre quel gesto, fin da bambino. Mi divertivo anche a lanciare da mangiare alle papere.
Entrambi pronti, uscimmo di casa, passeggiando per dieci minuti, fino ad arrivare al parco.
Non c'era nessuno a quell'ora, quindi sciolsi il guinzaglio di Gilda, lasciandola libera di correre dove volesse. Io e Fra ci sedemmo su una panchina di legno, posta accanto al laghetto, ed entrambi con un po' di pane in mano, lanciavamo le briciole alle anatre dentro l'acqua.
'Tommy'-iniziò Fra-'prima, quando parlavamo con i nostri amici e bisticciavamo come al solito, hai detto che se ti avessi lasciato con una sottiletta al posto del cuscino, tra noi sarebbe finita'.
'Fra, non lo pensavo davvero'-ridacchiai.
'Lo so, Tommaso, lasciami finire'-rise lui-'mi chiedevo, cosa c'è tra noi?'
Mi guardò negli occhi intensamente, tanto che avevo voglia di caderci dentro e non uscirne più.
'Cosa siamo io e te?'-chiesi, sussurrando.
'Io non vorrei restare così, in bilico. Abbiamo passato tanti mesi insieme, ci siamo confessati i nostri sentimenti, abbiamo sofferto con la separazione e poi abbiamo gioito quando ci siamo incontrati di nuovo, abbiamo consumato il nostro amore...perché non ufficializziamo questo rapporto?'-mi propose con un sorriso.
'Mi stai chiedendo di diventare il tuo ragazzo, Oppini?'-domandai, ridacchiando.
'Assolutamente sì, Tommaso'.
'Sì, Fra, lo voglio più di ogni altra cosa al mondo'-risposi fermamente, intrecciando la mano alla sua.
Francesco ricambiò la stretta in modo ancora più energico, spingendomi verso di lui, dopo aver posato l'altra mano sul mio fianco.
E le nostre bocche si incontrarono di nuovo, il mio cuore perse un battito e poi mandò in circolo una scintilla elettrica, che accese il mio corpo e lo riempì di brividi.
La mia lingua si intrecciò a quella di Francesco in una danza senza fine, fatta di respiri accelerati e cuori che battevano come impazziti.
Mi staccai e gli sorrisi, felice.
Mi alzai dalla panchina, stringendo ancora la mano di Franci, il quale copiò il mio movimento.
'Gilda, andiamo a casa, papà ha da fare con il suo fidanzato!'
Fra, accanto a me, rise.
'Sei insaziabile eh'
'Sempre'-gli risposi, stampandogli un veloce bacio sulle labbra.
Ti prego, Fra, non saziamoci mai del nostro amore.
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Ciao!
Scusate, scusate, scusate, ma stavo preparando un test d'ingresso all'università, che ho passato, per fortuna.
Sono felicissima! Voi come state?
Un abbraccio forte❤️

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