Capitolo 9

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Appena la porta della lavatrice si era aperta, io e Francesco eravamo corsi nel piccolo giardino in erba sintetica per fumarci io una sigaretta e lui la solita Iqos, dopo aver fatto un veloce pit stop in confessionale per cambiare le batterie dei microfoni. Detto francamente, ringraziai che l'autonomia residua dei nostri apparecchi avesse avuto vita breve, in questo modo io e l'uomo accanto a me avevamo avuto la possibilità di parlare e di scambiarci anche qualche bacio senza nasconderci o farci sentire da tutta la regia.
'Certo che te la potresti fumare una sigaretta ogni tanto, non capisco che gusto ci trovi a fumarti quella'-dissi a Fra, seduti sui soliti gradini davanti alla stanza a vetri in cui si trovava la piscina riscaldata.
'Quando la smetterai di ripetermi questa cosa in continuazione?'-mi rispose lui divertito alzando gli occhi al cielo.
'Solo quando finalmente poserai la tua bella boccuccia sul filtro di una sigaretta fatta come si deve'- gli feci l'occhiolino.
'Allora facciamo una cosa, fammi fare un tiro dalla tua'.
'Solo perché sei tu, Oppini'-ridacchiai, passandogli la mia sigaretta.
Francesco aspirò, poi buttò fuori il fumo dalla bocca, restituendomi ciò che aveva tra le dita e da cui feci un tiro anch'io.
Subito dopo, mise una mano sul microfono ormai funzionante per coprirlo, segno che aveva da dirmi qualcosa che avrei dovuto sentire solo io, dunque copiai il suo gesto.
'Vedila così, Tommy'-iniziò-'è come se ci fossimo scambiati un bacio, la tua saliva era sulla sigaretta e io ho fumato da questa. Tu, dopo di me, hai fatto lo stesso'.
'Non mi provocare, Francesco, perché mi viene voglia di baciarti sul serio. E non posso, non so se queste telecamere tutte intorno a noi per te siano invisibili'-sdrammatizzai, in quanto avevo veramente voglia di appoggiare di nuovo le mie labbra sulle sue, sebbene fosse passato solo poco tempo da quando si erano incontrate l'ultima volta.
Con Fra era così, anche quando ci sfioravamo a malapena, il mio corpo reagiva all'istante, che fosse sotto forma di brividi o il cuore che mi batteva all'impazzata, io sentivo di avere costantemente fame di lui. Non solo nel senso sessuale del termine, perché quest'ultimo si traduceva anche nel solo bisogno di averlo accanto. Mi bastava.
'Ragazzi, hanno messo la musica, venite anche voi a ballare?'-Stefania era venuta a cercarci, così decidemmo di seguirla ed entrare.
Lei e Andrea erano già posizionati di fronte agli specchi davanti ai divanetti colorati. Io e Franci li raggiungemmo e tutti insieme iniziammo a ballare.
Si respirava un'aria di leggerezza e spensieratezza.
'Quanto siamo croccanti ragazzi!'-urlò Andrea muovendo il corpo a ritmo di musica.
Ballai con ognuno dei miei amici, facendo acrobazie e casquet, poi tornammo tutti a ballare singolarmente, guardandoci allo specchio. Vidi la nostra immagine riflessa. Sorrisi. Mi piaceva ciò che stavo guardando, mi piaceva l'unione che si era venuta a creare, mi sentii in famiglia.
Come se potesse leggermi nel pensiero, Francesco mi sorrise di rimando attraverso lo specchio, poi si avvicinò e mi lasciò un bacio tra i capelli, per poi sussurrarmi un 'vado a farmi un caffè, ne vuoi uno anche tu?', a cui risposi con un semplice 'No, grazie Fra'.
Francesco si allontanò, così mi voltai verso Stefania, che mi stava già guardando con un sorriso furbo, tipico suo quando coglieva al volo qualcosa. Poi si voltò verso Andrea, che osservandosi intorno e notando che non c'era nessuno presente nella stanza al momento, disse 'Adesso'.
All'inizio non capii, poi quando mi chiesero di sedermi, iniziai a comprendere che da lì a poco avrei potuto subire un interrogatorio. Approfittando della musica ad alto volume e occludendo i microfoni per sicurezza, Stefy prese la parola.
'Noi abbiamo capito, sai?'
'Cosa?'-chiesi io innocentemente.
'Non fare quella faccetta da angioletto, Zorzi, con noi non attacca'-mi riprese Croccantino.
'Scusate, ma non sto capendo fin dove vorreste arrivare'- e invece l'avevo capito benissimo, in quanto avevano colto al balzo l'occasione di tartassarmi nel momento in cui Francesco si era allontanato. Erano due volpi quei balordi.
'Sei innamorato di Francesco, vero Tommy?'-mi chiese Stefania, arrivando dritta al punto.
Andrea mi guardava in attesa di una mia risposta, senza però domandare nient'altro.
Sospirai, strofinandomi una mano sul viso e, in assoluto silenzio, annuii piano mordendomi il labbro inferiore. Sapevo che con loro avrei potuto correre il rischio di farglielo sapere. In fin dei conti erano diventati la mia famiglia lì dentro ed ero certo che di loro avrei potuto sempre fidarmi.
I due si sorrisero e poi rivolsero lo sguardo verso di me. Stefy mi strinse le mani, poi voltando di poco la testa per rivolgersi ad Andrea, gli disse 'Che squadra che siamo, Croccantino!'
Dal canto suo, Zelletta posò una mano sulla spalla della donna seduta di fronte a me.
'Formidabili, queen Stefy'-aggiunse lui-'e molto croccanti anche'.
'Uuuuuh'- fece lei inclinando il viso verso l'alto e chiudendo le labbra come a formare una O.
Sentivo come se un peso fosse stato tolto dal mio petto e avvertivo una sensazione di serenità: avevo confidato un grande segreto a quelle due persone accanto a me, che non mi avevano giudicato, al contrario mi supportavano e riuscivano sempre a strapparmi una risata.
Sperai con tutto il mio cuore che Francesco non se la sarebbe presa, quando gli avrei parlato della mia confessione, che poi non era neanche troppo colpa mia. Un po' di disagio si fece strada dentro di me e mi alzai di scatto per cercare Francesco e avere, così, la possibilità di parlargli e di dirglielo, senza che lo scoprisse dai nostri due amici. Non sentivo neanche le voci di Stefania e Andrea che mi chiamavano, troppo preso dal mio obiettivo.
Fra era appoggiato al lavandino in cucina, intento a bere il suo caffè.
'Hey Tommy'-mi disse quando mi vide dirigermi da lui a passo deciso.
'Fra, ti devo parlare. Non qui, però'.
Ci incamminammo verso il magazzino, che per nostra fortuna aveva subito un guasto in contemporanea con quello in lavatrice. L'unica differenza era che nel primo non funzionavano i microfoni ambientali, mentre le telecamere sì e la porta era facilmente apribile.
Entrammo e ci togliemmo i microfoni, così da non avere problemi con l'audio da nascondere.
'Fra, ho fatto una cosa, ma non arrabbiarti, ti prego. Abbiamo appena chiarito e non mi va di litigare nuovamente. Però, sento l'urgente bisogno di rivelarti cosa ho detto e non so se ho sbagliato, perché ecco non sapevo che reazione...'
'Tommy, hey, frena'-mi incalzò ridacchiando lui, notando che ero partito a parlare a manetta, senza prendere un minimo di fiato-'ti prometto che non me la prenderò. Cosa è successo?'
'Ho detto a Stefy e ad Andre che provo delle cose per te. Cioè, me l'hanno chiesto loro, perché si sono accorti di qualcosa tra noi due'-risposi con voce bassa.
'Tommaso, ma pensi veramente che io possa arrabbiarmi per una cosa del genere? È una cosa bellissima e non ti devi fare a problemi a parlarne con delle persone a te care, che oltretutto hanno notato qualcosa. Stai tranquillo, che non scappo, se è questo che pensi'- mi rassicurò. Poi aggiunse 'e comunque anch'io provo qualcosa per te, piciu, se non l'avessi capito'.
Lo abbracciai di slancio, non potendo baciarlo a causa delle telecamere. La paura di perderlo si era dissolta all'istante e il mio cuore perse un battito. Lui rafforzò la presa su di me, lasciandomi un bacio sul collo.
Ti prego, Fra, dimmi che senti anche tu il cuore esploderti nel petto.
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Ciaoo!
Non riesco proprio a smettere di scrivere! Vi spoilero già che ad oggi ho pronti altri 5 capitoli e che non vedo l'ora di farvi leggere tutto quello che mi passa per la testa.
Anzi, forse tra domani e dopodomani vi faccio un piccolo regalo, chissà.
Vi voglio bene e a prestissimo❤️

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