Capitolo 25

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Seduto sulla poltrona blu, fissavo senza battere ciglio quella di fronte a me, perfettamente identica, separata dal tavolino basso del medesimo colore. Con le dita sulle tempie, non cessavo di pensare, sospirando di tanto in tanto, a ciò che era successo solo pochi minuti prima.
'Tommy, possiamo parlare?'
Mi ero voltato nella direzione di Francesco, che era rimasto all'interno della casa, senza mettere piede fuori, come per mantenere una certa distanza di sicurezza tra noi due.
'Io con le persone che non mi dicono la verità non ci parlo di certo'-avevo tagliato corto, senza voler sentire oltre.
'Tommaso, ho bisogno di parlarti, per favore'-mi aveva pregato lui.
'Va bene, parla. Io non ti ascolterò'-avevo continuato imperterrito con il mio atteggiamento, che visto dall'esterno avrebbe potuto anche sembrare arrogante, ma ormai io avevo costruito in fretta e furia un muro, per proteggermi. Mattone dopo mattone l'avevo eretto e mi ci ero chiuso a riccio all'interno. E si sa, con i muri alzati non si va da nessuna parte.
'Non ti parlerò, se tu non mi ascolterai'-mi aveva detto lui con tono fermo.
'Allora rimani dentro e non dirmi neanche una parola, non voglio sentire le tue insulse scuse, Oppini'-avevo ribattuto io.
Lui aveva contratto la mascella, stizzito, per poi rintanarsi non so dove e neanche mi importava di saperlo. "Bugia, Tommy'"avevo pensato "ti importa, eccome".
Così, ero tornato dentro, sotto gli sguardi attenti e dispiaciuti di Stefania e Andrea, gettandomi sulla poltrona blu, sulla quale ero ancora seduto, con le tempie che pulsavano sotto i miei polpastrelli.
Mi alzai di scatto, colto da un improvviso bisogno. Vidi Rosalinda passare, così le chiesi al volo 'Dov'è Francesco?'
'Perché vuoi saperlo?'-mi domandò lei con aria di superiorità.
'Non sono cazzi tuoi, dimmi solo dov'è Francesco. Per favore'-aggiunsi alla fine, rendendomi conto di essere stato poco garbato con lei, sebbene la ragazza avesse avuto un atteggiamento altrettanto insopportabile.
'È in stanza blu'-mi rispose.
Così, corsi verso quell'ambiente, biascicando un 'grazie' veloce a Rosalinda. Le gambe erano come dotate di vita propria e in men che non si dica, arrivai sull'uscio della stanza blu con un leggero fiatone.
Francesco si voltò per vedere chi fosse, forse non aspettandosi di trovarmi lì, data la sua espressione leggermente sorpresa, tale da creare sulla sua fronte una piccola riga orizzontale.
'Parla, ti ascolto'-dichiarai, incrociando le braccia al petto e appoggiandomi allo stipite della porta.
'Ora hai deciso che va bene se ti parlo?'-mi chiese, con una punta acida nella voce.
Non risposi, abbassando lo sguardo e arrossendo, essendo diventato improvvisamente timido.
'Vorrei solo sapere la verità, da te però. Non perché l'ho ascoltata fingendo di dormire'-sussurrai, il tono di voce tenuto bassissimo.
Fra sospirò.
'Avanti, vieni qui'-disse battendo una mano sul letto, dopo essersi seduto su di esso.
Io mi avvicinai, lentamente, torturandomi le dita delle mani.
'Da dove ti esce questa timidezza improvvisa?'-ridacchiò Fra, prendendosi un po' gioco di me.
'Non mi prendere in giro'-iniziai, dopo essermi seduto a gambe incrociate sul letto, il mio ginocchio destro quasi toccava il sinistro di Francesco-'volevo solo essere a conoscenza di quanto accaduto ieri, dato che non avresti avuto intenzione di rivelarmi niente fino alla prossima puntata. Ti sembra normale, Oppini? Ti sembra giusto che io, Tommy, non un estraneo qualsiasi, fossi all'oscuro di tutto? Ti sei dimenticato, forse, che fino a poco tempo fa mi baciavi, Francesco?'-buttai fuori tutto velocemente, senza sosta, tanto che dovetti fermarmi un attimo per riprendere fiato. Prima che potessi aprire bocca per aggiungere qualcos'altro, Franci mi interruppe.
'Hai finito? Posso iniziare a parlare anch'io oppure devi continuare con il tuo monologo?'.
Io, dal canto mio, mi morsi un labbro, passandomi una mano tra i capelli e scompigliandoli più di quanto fossero già.
'Prendo il tuo silenzio per un sì'-affermò l'uomo seduto di fronte a me.
Io annuii.
'Allora, Tommy, ieri sera mia madre mi ha chiamato. Ha trovato Cristina con un taglio sul polso e l'ha portata dallo psicologo, quasi obbligandola. Questo mi ha destabilizzato, perché lei è comunque una persona a cui tengo e pensare che sia io la causa del suo male, mi distrugge. Io ti giuro, Tommaso'-aggiunse posando una mano sul mio ginocchio, che io, però, mi rifiutai di stringere almeno fino al termine del suo discorso-'io te lo giuro, non avevo nessuna intenzione di uscire da questa casa. Ora, a causa di questa notizia, sono stato di nuovo assalito dai dubbi. Non volevo rivelarti nulla, perché non volevo caricarti di una qualche inesistente responsabilità. Io sono sicuro che, venendo a conoscenza del tutto, avresti pensato che fosse anche colpa tua, in quanto intrattieni una sorta di relazione, per così dire, con me. Ho ragione o mi sto sbagliando, Tommaso?'
Io, di fronte a quella domanda, non proferii parola, ma sapevo che Fra avesse fatto centro nella questione.
'Rispondimi, Tommy'-sussurrò Franci, posando entrambe le mani sulle mie guance. Chiusi gli occhi al contatto, beandomi di quest'ultimo.
Poi, li riaprii.
'Hai ragione, Fra'-dichiarai a bassa voce.
'Ecco'.
'Però, perché volevi farmi scoprire la tua scelta in puntata?'-chiesi cauto.
'Tommy, io lo voglio ancora. Non so bene quale decisione prenderò, ma non voglio farti pesare nulla'.
'Fra, io senza di te non ce la faccio'-gli occhi mi divennero improvvisamente lucidi.
'Tommaso, non dirlo neanche per scherzo. Tu ce la fai benissimo da solo, io sono semplicemente un'aggiunta nella tua vita'-affermò, accarezzando dolcemente la mia guancia.
'No, Franci, tu sei parte di me. Io ti ho dentro, un angolo del mio cuore è tuo, anzi, forse una parte molto più grande. Tu hai tolto tutte le ragnatele che lo ricoprivano'-iniziai, posando una sua mano sul mio cuore e tenendo la mia stretta alla sua-'Fra, io mi costruisco un sacco di muri e tu puntualmente riesci ad abbatterli, stringi le mie debolezze e le trasformi in forza. Capisci che non sei solo un'aggiunta nella mia vita?'
'Oh, Tommy'-sussurrò stringendomi a sé-'Puoi perdonarmi per ciò che ti ho fatto? Non volevo farti del male, ma invece è proprio quello che è successo e ne sono tremendamente dispiaciuto'.
'Ti perdono, Franci, ora ho capito che volevi agire a fin di bene'-gli sorrisi.
'Sei bello quando sorridi'-disse.
'Non è vero'-risposi, in imbarazzo, voltando il capo dall'altra parte.
'E invece è vero, sei bello'-ribadì, riportando il mio viso alla sua posizione precedente, cosicché avesse la possibilità di guardarmi negli occhi.
'Mi ci perderei dentro'.
'Dove?'-lo sentii chiedere.
'Cosa?'-domandai di rimando.
'Dove ti perderesti?'
'Oddio, l'ho detto ad alta voce?'-sentivo le guance andare a fuoco.
'Eh sì'-ridacchiò lui-'ora mi dici dove ti perderesti?'
'Dentro i tuoi occhi, Franci mio'.
Lui sorrise.
Mi avvicinai al suo orecchio 'però, mi piacerebbe tanto anche perdermi dentro di te'.
'Tommaso, a furia di provocarmi, andrà a finire male'-mi avvertì.
'Non vedo l'ora che questo accada'-affermai con un ghigno malizioso.
Lui scosse la testa, ridacchiando, e io lo seguii.
'Ora che abbiamo chiarito, sento il cuore più leggero'-gli rivelai.
Francesco mi lasciò un bacio sulla fronte, che infuse in me una sensazione di immediata sicurezza.
'Sono stato sciocco'-ammise-' a pensare di poterti preservare non dicendoti nulla. Sei più forte di quello che credi e il tuo muro sta cominciando a sgretolarsi, Tommy'.
Mi guardai dentro per un breve istante. Sentivo che il mio muro si sarebbe trasformato presto in macerie.
Ti prego, Fra, abbatti tutti i muri che, imperterrito, continuo a costruire.
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Buonasera!
Il nostro Tommy, alla fine, ha seguito il suo cuore. Tutto è bene ciò che finisce bene, giusto?
Io finalmente posso prendermi una pausa dallo studio e dedicarmi un po' alle mie passioni. Voi come state?
Un bacio e a presto❤️

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