Capitolo 38

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Ritrovarsi. Che sensazione meravigliosa.
Ritrovarsi dopo aver creduto di essersi persi.
Dopo aver risposto a tutte le domande della polizia, cercando di spiegare al meglio i fatti avvenuti, eravamo tornati a casa di Fra.
Avevo stretto Francesco a me per tutta la notte, toccando e accarezzando ogni porzione della sua pelle olivastra, così in contrasto con la mia pallida, quasi come se credessi a stento che lui fosse veramente lì con me.
Ritrovarsi. Pensai di tatuarmelo.
Quella situazione aveva scatenato talmente tante emozioni in me, che avrei voluto inciderlo sulla mia pelle per sempre.
Io avevo ritrovato Francesco, l'uomo della mia vita, la persona che faceva battere il mio cuore a una velocità inaudita, che mi faceva mozzare il fiato in gola, che mi faceva brillare gli occhi. La sola idea di condurre un'esistenza senza di lui mi causava un dolore al petto, così intenso che quasi faticavo ad introdurre aria nei polmoni.
'Amore, io sono qui, in carne ed ossa'-mi disse ridacchiando Fra.
'Lo so, Fra, ma non mi sembra vero. Tutto ciò che abbiamo vissuto in queste ore mi sembra surreale'-iniziai-'Dai! Non ridere ogni volta che dico questa parola'-continuai, tirandogli uno schiaffetto sul petto.
Francesco mi afferrò il polso in una frazione di secondo, così io finii su di lui. Il riso scomparve all'improvviso.
I nostri nasi erano vicinissimi, i nostri respiri si confondevano. Occhi dentro occhi. Quelli eravamo noi, anime pure in ogni singola sfaccettatura.
'Ho avuto paura'-rivelai in un sussurro.
'Non posso neanche immaginarlo, Tommy, non dovevo lasciarti solo, io...sono stato uno sciocco. Era il tuo compleanno e...'
'Fra'-lo interruppi, ma lui sembrò non ascoltarmi.
'Mi sono reso conto che la vita è un attimo, non dobbiamo sprecare neanche un singolo istante'-continuò.
'Fra'.
'Scusa, Tommaso, veramente. Vederti inerme, distrutto in quel modo su quel prato, mentre tutto di fronte a noi bruciava...mi ha distrutto. Riconoscerei le tue lacrime tra mille e non so se sia un bene o un male'.
'Fra, hai finito? Posso parlare anche io?'-gli domandai.
Lui, semplicemente, annuì.
'Io stavo venendo da te. Avevo deciso di mettere l'orgoglio da parte, sai, a volte mi succede quando si tratta di te. E lo sai che sono un tipo troppo orgoglioso, l'ariete per eccellenza. Ho avuto paura, dico sul serio. Ho avuto paura di non farcela senza di te. Quando tutto è esploso davanti a me, ho sentito la vita scivolarmi dalle mani. Ero solo un groviglio di sofferenza. Ma quando ti ho visto, ho ascoltato la tua voce, ho sentito il tuo tocco su di me, ho avvertito quella linfa vitale scorrere di nuovo dentro di me. Francesco, io non ho nulla da perdonarti. Ed è un bene che tu possa riconoscere il mio dolore tra centinaia di persone, perché solo così potrai correre da me'-terminai il mio discorso, con gli occhi lucidi.
'Ti amo, mio piccolo grande Tommy'-sussurrò.
Non mi diede neanche il tempo di rispondere che mi baciò. Quel bacio all'inizio così lento e dolce si trasformò ben presto in uno pieno di passione. Fra morse e succhiò il mio labbro inferiore, così da farmi schiudere le labbra, per poi intrecciare la lingua con la mia. Una scia di brividi mi coprì la pelle quando Fra intrufolò una mano sotto la mia maglia e prese ad accarezzarmi la schiena.
Io, dal canto mio, mi staccai dal bacio e lo fissai. Presi un bel respiro e iniziai a recitare una poesia di Paul Éluard.
'Nel mio dolore nulla è in movimento
Di quello che io stesso sono stato
Attendo, nessuno verrà
Né di giorno né di notte né mai più
I miei occhi si sono separati dai tuoi occhi
Perdono fiducia perdono la luce
La mia bocca si è separata dalla tua bocca
La mia bocca si è separata dal piacere
E dal senso dell'amore e dal senso della vita
Le mie mani si sono separate della tue mani
Le mie mani lasciano sfuggire tutto
I miei piedi si sono separati dai tuoi piedi
Non avanzeranno più non ci sono più strade
Non conosceranno più né il peso né il riposo
Mi è concesso di veder finire la mia vita
Con la tua
La mia vita è in tuo potere
che ho creduto infinita
E l'avvenire la mia sola speranza è il mio sepolcro
Identico al tuo circondato da un mondo indifferente
Ero così vicino a te che ho freddo vicino agli altri'-conclusi, chiudendo gli occhi per un momento, per poi riaprirli subito dopo.
'Tommaso'-mi disse Fra in sussurro, arrestando i lenti movimenti che stava compiendo sulla mia schiena-'è questo quello che hai provato?'
Io annuii, dopodiché mi schiarii la gola.
'Credo che la poesia sia l'unica modalità per esprimere al meglio ogni mia emozione'-constatai.
'Mi è arrivata dritta al cuore, hai fatto centro'-mi confessò.
'Sono un cecchino, ricordi?'-gli chiesi, ridacchiando appena, per non interrompere quell'atmosfera che si era venuta a creare.
'Ricordo'-mi seguì lui in una leggera risata, per poi posare la sua mano sulla mia guancia, coperta da un leggero strato di barba, e iniziare ad accarezzarla.
Quel contatto così dolce e pieno di amore mi scaldò il cuore. Mi sentivo amato di un amore che non avevo mai conosciuto.
Francesco era per me qualcosa di puramente nuovo, Fra era un'esplosione di colori, era il pezzo mancante del mio puzzle. Io non avevo mai pazienza e, per questo motivo, a me i puzzle non erano mai piaciuti. Finivo sempre per ribaltare il tavolino, spazientito, e mi arrendevo alle prime difficoltà. Mi succedeva anche nella vita, a dirla tutta. Ma quella volta era diverso. Francesco era diverso. Era il mio incastro perfetto.
Intrecciai la mia mano alla sua, posandoci un lieve bacio sopra.
'Noi due tenendoci per mano
Ci crediamo dovunque a casa nostra
Sotto l'albero dolce sotto il cielo nero
Sotto ogni tetto nell'intimità
Nella strada vuota in pieno sole
Negli occhi vaghi della folla
Accanto a saggi e a folli
Tra i fanciulli e gli adulti
L'amore non è fatto di misteri
Noi siamo l'evidenza stessa
Credono d'essere a casa nostra
Tutti gli innamorati'-recitai un'altra poesia dello stesso autore citato in precedenza, tenendo basso il mio tono di voce, quasi a voler nascondere agli altri quella letteratura per me essenziale, atta a descrivere al meglio ogni circostanza della vita.
'Ma come fai? A ricordartele tutte, intendo'-mi domandò Francesco, guardandomi negli occhi.
Mi piaceva il mondo in cui mi osservava e mi piacevano ancora di più i suoi occhi, i quali si illuminavano sempre quando il suo sguardo si incatenava al mio.
'È un dono, credo. È il mio modo per dire alle persone ciò che sento'-risposi, arrossendo un poco.
'E con questa poesia, cosa vuoi dirmi?'-mi chiese lui con un sorriso.
'Lo sai già'-asserii, sorridendogli allo stesso modo.
'Sì, lo so, ma amo sentirtelo dire'-mi confessò.
'Ti amo, Fra'-gli dissi, il suo sorriso che si espandeva parola dopo parola.
'Ti amo anch'io, Tommy'-dichiarò lui di rimando-'e non ti abbandonerò, non ti lascerò solo mai più, te lo prometto'.
Bisogna avere fiducia nel prossimo per credere davvero ad una promessa. E io mi fidavo di Francesco, ciecamente.
In quel frangente di tempo, non avevamo smesso di guardarci un attimo. A volte gli occhi comunicano più di quanto si farebbe usando la voce. E lì c'erano due universi che si scontravano, si respingevano, si ritrovavano, si rincorrevano e poi, sfiniti dal continuo cercarsi, si fondevano insieme. Francesco era il mio universo, io il suo.
Ti prego, Fra, teniamo viva la nostra Galassia.
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Ciao cuoricini!
Capitolo abbastanza soft, il mistero sull'esplosione aleggia ancora, ma presto sarà svelato. Dopo il grande spavento, questi due avevano proprio bisogno di un capitolo tutto per loro.
Come state? Io sono sommersa di studio.
Vi mando un bacio e a presto!❤️

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