La suoneria fastidiosa di uno dei nostri telefoni risvegliò me e Francesco dal tepore mattutino. Avevamo dormito solo poche ore, troppo intenti a riempirci di attenzioni.
'Mmh'-mugugnò Fra, stropicciandosi gli occhi, tentando di rendere i suoi sensi vigili e attenti.
'È il tuo, amore'-gli dissi io con la voce ancora impastata di sonno.
L'uomo sdraiato accanto a me si passò una mano tra i capelli, per poi acciuffare il cellulare dal suo comodino.
'È la centrale'-mi informò, dopodiché rispose.
'Pronto? Sì, sono io'-lo sentii dire-'Perfetto, ci dia una mezz'ora e saremo lì. A tra poco'-concluse Francesco, chiudendo la chiamata.
'Allora?'-gli chiesi impaziente io, ormai sveglio.
'Hanno delle novità, vogliono mostrarci tutto. In mezz'ora dobbiamo essere lì, quindi alza quel bel culetto che ti ritrovi e prepariamoci'-disse lui, spingendomi ad alzarmi dal letto.
Io, dal canto mio, gli tirai una cuscinata sul viso.
'Tommaso, se mi fai andare a dormire con una sottiletta al posto del cuscino, tra noi finisce qui'-esclamò ridendo Fra, scimmiottando la mia voce, in quanto gli avevo detto una cosa simile tempo addietro.
La mia reazione fu una semplice linguaccia, mentre mi alzavo dal letto e mi dirigevo al bagno.
'Io e il mio bel culetto ci andiamo a preparare'-informai Francesco con tono altezzoso, sculettando da una parte all'altra, per poi, finalmente, chiudermi la porta del bagno alle spalle.
'Sei un bambino!'-sentii dire Fra, alzando la voce per farsi udire meglio.
Io, da solo in quella stanza, risi guardandomi allo specchio. Riuscivo a notare nei miei occhi quella luce che mi caratterizzava quando ero felice, ma felice davvero. Passai un dito sull'angolo dell'occhio, la felicità con me non durava mai troppo, purtroppo.
La porta che si apriva mi distolse dai miei pensieri negativi.
Francesco entrò con passi felpati, posizionandosi dietro di me.
Lasciò qualche bacio sul mio collo, soffermandosi un po' di più sotto l'orecchio. Sapeva che fosse il mio punto sensibile. Il suo fiato caldo, mischiato alla morbidezza delle sue labbra, rilassò all'istante il mio corpo in tensione, a causa dell'energia negativa che avevo attirato su di me.
'Sei nervoso?'-mi chiese lui, cingendomi il busto e guardandomi attraverso lo specchio.
'Solo brutti pensieri. Ora sto bene'-gli risposi, guardandolo anch'io attraverso il riflesso.
'Vado a fare il caffè, sbrigati che siamo in ritardo'-mi disse, dandomi un ultimo bacio sul collo.
Ammiravo di Francesco la sua incredibile empatia. Avevo detto poche parole, ma lui aveva compreso. Aveva capito che avevo bisogno di stare solo per qualche minuto, riordinare le idee e ritornare ad essere Tommy.
Ogni tanto la solitudine mi faceva bene. Sin da piccolo la dividevo in due tipi: quella buona e quella cattiva. La prima era un'occasione per riflettere su me stesso, un momento per interrogare le sfaccettature della mia anima. La seconda, invece, mi faceva solo tanto male. Mi sentivo chiuso in una gabbia, un uccellino che avrebbe tanto voluto volare, ma al quale mancavano le ali. La gabbia era aperta, ma come poteva uscire da lì un uccellino senza ali? Semplice, non poteva in alcun modo volare via. Ecco, spesso mi sentivo così. La solitudine cattiva mi rendeva egoista. È così che si diventa quando si deve pensare solo a sé stessi, quando si avverte che nessuno vuole starti accanto, sebbene sia solo nel tuo cervello. Le catene mentali erano per me il male che mi affliggeva.
Scossi la testa per scacciare i pensieri. Avevo Fra e tutto andava bene.
Mi preparai velocemente, per poi uscire dal bagno.
Un americano e un caffè normale erano adagiati sul tavolino e, fumanti, attendevano che io e Fra bevessimo dalle tazzine.
'Stai bene, piccolo?'-mi chiese il mio ragazzo, premurosamente.
'Sto bene, amore. Grazie per il caffè'-risposi, baciandogli le labbra fugacemente.
Dopo aver bevuto il caffè e infilato una giacca al volo, io e Fra salimmo in macchina, diretti verso la centrale di polizia.
Una volta arrivati, suonammo al citofono del commissariato, dall'interno ci aprirono, dopo averci chiesto di identificarci.
Feci un respiro profondo. Sperai di non dover vivere nuovamente il turbine di emozioni, ricordando l'accaduto.
Fra, dal canto suo, racchiuse la mia mano nella sua e la strinse.
Entrammo così, dopodiché Francesco bussò alla porta del commissario.
'Avanti!'-sentii dire dall'interno della stanza.
'Buongiorno'-salutammo di rimando io e l'uomo che accanto a me.
'Prego, prendete pure posto qui davanti a me'-affermò l'uomo in divisa, così ci sedemmo.
'Ci sono delle novità. Abbiamo analizzato le videocamere di sorveglianza presenti negli edifici circostanti e ora vorrei mostrare le immagini anche a voi'-continuò lui.
Il video, accelerato dalle forze dell'ordine, mostrò in modo veloce una figura scendere da un'auto nera, correre verso la concessionaria di Francesco, diretta verso la porta, per poi tornare verso la macchina, risalire e andare via. Un'altra sagoma indistinta si intrufolò all'interno l'edificio, passando da dietro, dopodiché fuggì. Subito dopo tutto saltò in aria. Vidi anche me stesso accasciarmi al suolo, disperato, e poi Aurora raggiungermi. Strinsi la mano di Francesco, sotto il tavolo. Quelle immagini mi agitavano e non poco.
Alla fine del filmato, il comandante lo mandò di nuovo indietro, quella volta al rallentatore.
L'uomo fermò l'immagine nel momento in cui apparve l'auto nera.
'Sapreste riconoscere quest'auto?'-ci chiese lui.
Io guardai quel fotogramma molto attentamente, ma non riuscii a riconoscere quella macchina, non l'avevo vista da nessun'altra parte.
'Io no, mi spiace molto'-dichiarai dispiaciuto.
'Lei invece?'-chiese il colonnello a Fra.
Lui ci pensò su per qualche altro momento, poi affermò di conoscere a chi appartenesse quell'auto.
Io sbarrai gli occhi.
'È di Cristina, la mia ex ragazza'-disse con tono fermo, tradito, però, dal gesto che compiva sempre quando era nervoso, vale a dire passarsi una mano tra i capelli.
'Avrebbe qualche motivo per voler far saltare in aria la sua concessionaria? Ci rifletta su'.
Fra si morse il labbro.
'Ecco, ci siamo lasciati da poco. Mi sono innamorato di un'altra persona, che è seduta qui accanto a me, ma non credevo che potesse arrivare a tanto'-rispose l'uomo seduto accanto a me, al quale strinsi la mano ancora più forte.
'Fra, scusami'-lo interruppi io, avendo avuto un'illuminazione-'Tu sei andato via, perché Cristina era a casa di tua madre, giusto?'
Il commissario tese le orecchie.
'È successo qualcosa di particolare in casa di sua madre?'-gli chiese.
Francesco sbarrò gli occhi all'improvviso.
'Aveva un comportamento strano. Farneticava frasi sconnesse e senza senso. C'è un particolare, però, che prima non mi era venuto in mente. Quando ho detto che dovevo andare in concessionaria e che non avevo tempo da perdere, lei è sbiancata e quasi mi pregava di non andarci. Se quella è la sua macchina, questo significa...'
'Ciò conferma i nostri sospetti. Signore, probabilmente la sua ex ragazza ha organizzato il tutto'-dichiarò il commissario.
'Io non ci posso credere...'-disse Fra con uno sbuffo, massaggiandosi le tempie con i polpastrelli.
Io, dal canto mio, lo accarezzai alla base della nuca, trasmettendogli tutta la mia vicinanza.
'Però, mi scusi'-interruppi l'uomo in piedi di fronte a noi-'c'era una seconda persona presente, mi sbaglio?'
'Non si sbaglia. Infatti la sua amica ha visto la figura correre via durante l'esplosione. Ora, bisogna capire chi sia questa seconda presenza. Innanzi tutto, signor Oppini, dovremmo trattenere la sua ex ragazza. Appena avremo ulteriori informazioni, vi ricontatteremo. Se vi venisse in mente qualcosa, non esitate a chiamarci. Potete andare ora, buona giornata'-ci congedò il commissario.
'Arrivederci'-lo salutai.
Francesco rispose allo stesso modo, ma con voce più flebile. Era scosso ed era più che normale.
Stavolta fu il mio turno di tenere la sua mano, mentre eravamo diretti verso l'uscita.
Entrammo in macchina. Fra fece per accenderla, ma poi sembrò ripensarci. Lasciò andare la chiave già inserita e si accasciò sul sedile.
'Fra'-sussurrai, stringendo il suo ginocchio con una mano-'vedrai che andrà tutto bene. Io sarò qui accanto a te, scopriremo la verità, combatteremo insieme, okay? Sempre'.
Lui mi guardò. Nei suoi occhi lessi di tutto. Riconoscenza, amore e poi delusione, tristezza, sogni infranti, il lavoro di una vita perso in brandelli di muro.
Ti prego, Fra, credimi. Andrà tutto bene, finché saremo insieme.
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Ciao!
Qualcosa sembra andare al suo posto, ma se non fosse l'incastro giusto?🤪
Il mistero si infittisce o si sta risolvendo?
Torno a studiare, un baciooo❤️
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Amami sempre così
FanfictionTommaso è un ragazzo al quale la vita ha riservato parecchie battaglie da affrontare e lui le ha combattute tutte a testa alta, armandosi quanto più poteva per affrontarle al meglio. Ma se qualcuno di inaspettato le combattesse con lui e facesse cro...