Capitolo 35

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Francesco's POV

01 Aprile 2021

Appena uscito dalla doccia e ancora avvolto dal lieve vapore causato da essa, mi guardai allo specchio, dopo aver appoggiato i palmi delle mie mani sul lavandino. Come al solito, quando si trattava di regali, mi riducevo sempre all'ultimo momento.
Frustrato, mi arrovellavo il cervello da una settimana su cosa far scartare a Tommy per il suo compleanno, ma non ero arrivato a nessuna conclusione. Così, mancavano poche ore allo scoccare della mezzanotte e io ancora non sapevo cosa regalargli.
Avvolto da un asciugamano bianco intorno alla vita, uscii dal bagno, passandomi una mano tra i capelli bagnati. Mi sedetti sul letto e sospirai pesantemente.
Presi il telefono sul comodino.
Da Tommy:
Buongiorno, amore.
Sorrisi.
A Tommy:
Buongiorno, piccolo.
Poi, come se una lampadina si fosse accesa improvvisamente in cima alla mia testa, aprii la rubrica per cercare il numero della persona che, forse, mi avrebbe potuto aiutare.
'Pronto, Francesco?'-sentii la sua voce sempre calma rispondermi.
'Armanda, ciao! Scusami, ti disturbo?'-le chiesi.
'Ma quale disturbo, Franci, tu non disturbi mai, tesoro. Dimmi tutto. È successo qualcosa a Tommy? Non dirmi che si è di nuovo ubriacato, perché questa volta vado direttamente a casa sua e lo prendo per le orecchie'-risi al suo commento, conosceva la passione di suo figlio per lo champagne.
'No, tranquilla, niente di tutto ciò. Domani è il suo compleanno e io...'-mi grattai la nuca, imbarazzato, per poi continuare-'ecco, non so proprio cosa regalargli. Ci ho pensato tutta la settimana, ma mi sono ridotto all'ultimo secondo e non ho veramente idea di...'
'Francesco, rallenta'-ridacchiò lei-'stai tranquillo, perché non passi da me un attimo? Ci prendiamo un caffè e ne discutiamo. Va bene?'
'Grazie, Armanda, sei la migliore'-la ringraziai io, grato.
'Ciao, Franci, a tra poco'-disse, dopodiché chiuse la chiamata.
Finii di prepararmi al volo, presi una giacca per ripararmi dal vento che si era alzato in modo fastidioso, pescai le chiavi della macchina dal portaoggetti e mi chiusi la porta di casa mia dietro le spalle.
Dopo quindici minuti di guida, mi ritrovai sotto casa della mamma del mio ragazzo, parcheggiai e suonai il campanello. In pochi secondi, questo si aprì e io feci il mio ingresso nella villetta. Mi guardai attorno, mentre passavo sul sentiero cementato che conduceva al portone in legno: il giardino era perfettamente curato, gli alberi potati al punto giusto e i fiori, schiusi, sistemati nelle aiuole, creando un'armonia deliziosa con l'ambiente circostante. Un uccellino si era posato sull'amaca posta tra due grandi pini. Sorrisi al suo cinguettio. Spesso, mi meravigliavo delle piccole cose che mi circondavano, dettagli che potevano apparire insignificanti agli occhi degli altri, ma che per me contavano tantissimo. Di fronte alla natura, poi, restavo sempre incantato. Mi accadeva anche con Tommaso, notavo particolari di cui non si rendeva conto neanche lui. Quando si arrabbiava sul serio, e capitava raramente, una piccola vena spuntava fuori sulla sua fronte, mentre quando era in imbarazzo, si mordeva il labbro inferiore oppure si grattava freneticamente la porzione di pelle tra il pollice e l'indice.
Il rumore della porta che si apriva mi distolse dai miei pensieri, i quali erano ricaduti ancora una volta su Tommy.
'Buongiorno, Francesco!'-mi salutò Armanda, tutta sorridente e impeccabile, come sempre, nel suo abbigliamento raffinato.
'Buongiorno, Armanda'-dissi di rimando, sorridendole anch'io.
La donna si spostò leggermente, facendomi segno di entrare, per poi lasciare la porta aperta, in modo da far entrare un po' di luce e di aria fresca primaverile.
'Cosa desideri, Franci? Un tè, un caffè...'
'Ce l'hai la camomilla?'-le domandai.
Lei ridacchiò.
'Tommy me lo dice sempre che hai una fissa per quella bevanda, mi ha fatto fare scorta. Ne ho di tutti i tipi: setacciata, solubile, alla melatonina, al finocchio...'
Iniziò a farmi un elenco lunghissimo, ma mi persi a metà del discorso, così decisi di interromperla, in modo da dichiararle subito il tipo che volevo.
'Armanda, va benissimo quella setacciata'-ridacchiai.
Lei pescò la bustina dal cestino in cui teneva riposte tutte le altre, mischiate a tè e tisane di ogni genere, per poi mettere a bollire l'acqua in un pentolino.
Dopodiché, la versò in due tazze e lasciò le bustine dentro ad ognuna, per poi posarle sul tavolo, una di fronte a me e una davanti a sé.
'Biscottini?'-mi propose-'Li ha fatti Cecilia e sono meravigliosi'.
'Come posso rifiutare?'-le risposi, con gli occhi che si illuminavano. Amavo la cucina della tata di Tommy.
'Allora Franci'-iniziò Armanda, prendendo un sorso dalla sua tazza-'veniamo al punto. Non sai cosa regalare a Tommaso, giusto?'
'Esatto, mi mette veramente in crisi questa cosa. Non voglio presentarmi senza nulla e dirgli che non avevo idea di che regalo fargli'-ammisi.
'Tesoro'-mi disse lei, prendendomi le mani, come solo una mamma farebbe-'Tommy ti ama anche per questo. Certo, ti prenderebbe un po' in giro, ma poi gli passerebbe'-ridacchiò ed io con lei.
'Sai, Francesco, io non ho mai visto mio figlio essere così allegro e sorridente, da quando sei entrato nella sua quotidianità, la sua vita è cambiata inevitabilmente. È difficile amare Tommaso, Fra, molti prima di te ci hanno provato e hanno fallito. Mio figlio è talmente sensibile, che vede il mondo in un modo del tutto differente da molti suoi coetanei. Pensa che, quando aveva cinque anni, una farfalla bianca era entrata in casa. Ha svolazzato così tanto nella sua stanza, che lui si era seduto sul tappeto accanto al suo letto per osservarla. Poi, come si sa, le farfalle hanno vita breve, ma lui al tempo non ne era a conoscenza. Ha visto quell'elemento della natura così bello morire di fronte a sé. E ha pianto. Ha pianto talmente tanto, che è stato lì, che ho capito. Tommaso aveva un mondo dentro inimmaginabile. Troppe persone scappano di fronte ad esso, Francesco, ma tu no. Sai cosa penso? Il vostro amore è coraggioso. Ci vuole molto coraggio ad abbandonare una vita fatta di certezze, come la tua, per aggrapparsi a qualcosa di incerto. Ma Tommy ti ama, Francesco, e lo ami anche tu. Una mamma lo capisce. Come vi guardate, conta più di ciò che vi dite, state molto in silenzio voi due, dialogate con gli occhi. È una cosa bella. Poi, il modo in cui ti stai commovendo in questo momento, mi fa capire che non sto sbagliando di certo. La chiave è nel tuo cuore, Fra'.
Asciugai una lacrima che solcava la mia guancia. Armanda sapeva sempre cosa dire e coglieva ogni volta il modo giusto per dirlo. Anche in quell'occasione, aveva fatto centro.
'Armanda, mi è appena venuta un'idea!'-esclamai di botto, avendo trovato il regalo da fare al mio ragazzo-'Ti sono debitore. Le cose che mi hai detto, poi, mi sono arrivate dritte al petto'.
'Vai, Francesco, lo vedo che stai fremendo dalla voglia di fare questo benedetto regalo'-rise lei.
Sorrisi.
'Grazie, sei una donna fantastica'-dichiarai.
'Oh caro, così mi lusinghi'.
Ridacchiai, le diedi un bacio sulla guancia, ringraziandola ancora, poi ci salutammo affettuosamente.
Mi diressi a passi veloci verso la mia auto. Avevo trovato il regalo perfetto e non vedevo l'ora di darglielo.
Tommaso's POV
Amavo il giorno del mio compleanno, perché mi sentivo amato. L'affetto che ricevevo mi scaldava il cuore e mi faceva capire che, dopotutto, non ero poi così male. Mancava pochissimo e non ero più nella pelle.
Dopo aver concluso una lunga riunione con Lazzaro, ero finalmente tornato a casa, la quale, tra l'altro, iniziava ad andarmi stretta. Avevo bisogno di cambiare aria.
Inserii la chiave nella toppa, per poi aprire la porta. Ciò che mi ritrovai davanti, mi lasciò a bocca aperta. Sul pavimento, in salone, c'erano petali di rosa sparsi ovunque e candele accese in ogni angolo, che creavano un'atmosfera soffusa. Solitamente non ero un tipo che amava il romanticismo, ma se era Francesco a fare tutto quello per me, allora le mie idee cambiavano velocemente.
Fra, accanto alla tv, mi guardava sorridente.
'Fra, è bellissimo, io...non so cosa dire'-balbettai.
Lui si avvicinò a me, piano, per poi posare la mano sulla mia guancia.
'Allora non dire niente'-mi sussurrò, prima di catturare le mie labbra tra le sue.
Fu un bacio lento, da assaporare, che si impossessava dei nostri sentimenti e ce li trasmetteva.
Durò un attimo o un'eternità. Non avrei saputo dirlo con certezza.
'Dieci, nove, otto, sette, sei, cinque, quattro, tre, due, uno. Auguri, amore mio'-sussurrò Fra, al termine del conto alla rovescia, per poi posare un altro dolce bacio sulle mie labbra.
'Ti amo'-risposi solo.
'Anch'io, tantissimo. Ma ora, il regalo'-asserì.
'Fra, non ce n'era bisogno, lo sai'-gli dissi.
'Se non te l'avessi fatto, ti saresti preso gioco di me? Sinceramente'-ridacchiò lui.
'Sì'-confermai le sue teorie, ridendo-'ma dopo avrei smesso, il mio regalo più bello sei tu, Franci'.
'E tu il mio, piciu'-affermò, scompigliandomi i capelli.
'Allora'-iniziò, prendendo un profondo respiro-'ho pensato molto a questo regalo, ma solo grazie a tua madre, mi è venuta l'idea'.
'Mia madre?'-domandai stupito.
'Esatto. Oggi ci siamo fatti una bella chiacchierata, davanti ad una camomilla. Grazie per le scorte, comunque, te ne sono grato. Tua mamma cucina bene, ma il caffè le viene amaro ogni volta'-al suo commento, risi di gusto. Aveva ragione, non avevo proprio nulla da contestare.
'Tommaso, io accetto di te ogni sfaccettatura, ogni tocco di colore, che sembra diverso dagli altri, particolare, affascinante. Amo la tua estrema sensibilità e la riconosco, perché è la stessa mia, ma soprattutto amo te, l'uomo meraviglioso che sei nell'insieme, amo perfino i tuoi difetti'.
'Fra'-sussurrai, sentendo gli occhi diventarmi lucidi.
'Aspetta, lasciami finire. Io non so se sia troppo presto, se così fosse, ti prego di dirmelo senza problemi, ma ho pensato di farti questo'-concluse, prendendo una scatolina di velluto blu dalla tasca dei suoi jeans.
La aprì, con mani tremanti.
'Tommy, questa chiave è per chiederti: vuoi venire a vivere con me?'
'Fra, io...sono senza parole'-dichiarai-'e lo sai che non mi capita spesso. Certo che voglio vivere con te, è il regalo più bello che tu potessi mai farmi'.
Gli gettai le braccia al collo, commosso, per poi baciarlo, ancora e ancora. Le labbra erano infuocate, le nostre lingue giocavano a rincorrersi, mentre le mani vagavano ovunque sui nostri corpi.
Fra mi spinse sul divano, su cui atterrai seduto, e prese a baciarmi il collo, arrivando con una mano ai miei pantaloni.
'Ecco dov'era finita la chiave che Giuliano aveva dato a Rosalinda'.
'Sta' zitto, pirla'-mi ammonì, per poi continuare le sue torture con le labbra.
Ansimai in cerca di aria, quando strofinò la mano sul cavallo dei pantaloni, per poi slacciare il bottone e aprire la zip.
Mi inarcai con la schiena, per permettergli di sfilarli.
Il suo tocco freddo su di me mi mandava in confusione, era come se la testa si staccasse dal resto del corpo e l'interruttore si spegnesse, spingendo sul tasto off. I brividi si fecero largo su tutto il mio corpo, quando Fra prese in mano la mia evidente erezione, iniziando a compiere movimenti lenti e decisi.
Mi guardò negli occhi, intensamente, per poi piegarsi sul mio membro, prendendolo in bocca, senza mai smettere di guardarmi.
Schiusi le labbra, inspirando pesantemente.
Francesco si fermò un attimo, ma solo per prendermi dalle cosce e tirarmi più verso di sé.
Riprese i movimenti con la mano, inserendo un dito dell'altra dentro di me.
La lentezza con cui compiva il tutto era disarmante, volevo di più, sentivo di star esplodendo.
'Ti prego, Fra, non ce la faccio più'-lo pregai, sussurrando.
Lui mi sorrise furbamente, per poi accelerare ogni singola mossa. E io sentivo tutto.
Sentivo la sua mano fare su e giù, sentivo le sue dita dentro di me che uscivano ed entravano, sentivo i suoi baci sulla punta della mia erezione di tanto in tanto, sentivo quanto lo amassi e quanto lui amasse me.
Poi venni, gettando la testa all'indietro e stringendo forte i cuscini accanto a me.
'Buon compleanno, amore'.
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Buonasera cuoricini!
Ecco un altro capitolo, il compleanno di Tommy.
Come state?
Vi abbraccio forte❤️

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