Capitolo 16

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'Io te l'avevo detto che saremmo dovuti rientrare e invece no! Facciamo sempre di testa tua e sono scemo io ad ascoltarti e a darti retta!'-sospirò Francesco sdraiato accanto a me sul letto.
'Scusa, Fra'-dissi ridendo-'ma non riesco a prenderti per niente sul serio con quel naso rosso'.
'Ridi pure, ma intanto la febbre ce l'abbiamo entrambi'-mi rimbeccò.
'È colpa tua, Rudolf'.
'Colpa mia? Sei tu che non volevi uscire dall'acqua! E non chiamarmi Rudolf'.
'Mi avresti dovuto caricare di peso e farmi uscire, Rudolf'-dovevo ammettere di starmi veramente divertendo. Non sembrava neanche che avessi la febbre, forse ce l'avevo altissima e mi aveva dato alla testa.
'Tommaso'-disse Fra a mo' di minaccia.
'Rudolf'-risposi io, sorridendo e mostrando le fossette per accentuare il mio visino angelico. Che poi, a dirla tutta, di angelico non avevo proprio niente in certe occasioni.
'Non ho neanche la forza per continuare questo battibecco'-affermò Franci, massaggiandosi le tempie con gli indici, segno che avesse mal di testa e che voleva cercare di alleviarlo.
Così, mi accoccolai sul suo petto.
'Stai tranquillo, piccolo Rudolf, chiederò a Babbo Natale di farti guarire'-sussurrai, per poi lasciargli un bacio all'altezza del cuore.
'Non ti sgrido per il nome, solo perché eri veramente tenero'-mi sorrise lui, scompigliandomi leggermente i capelli ricci, per poi massaggiare delicatamente la cute.
Stefania, che ci osservava incuriosita dal suo letto, si sporse leggermente verso il nostro.
'Amori, quanto siete belli! Come state?'-ci chiese.
'Io sto morendo, Tommaso invece è super pimpante e ha l'energia giusta per tormentarmi'-affermò Fra ridacchiando sotto i baffi.
'Ma smettila'-risposi io, colpendolo leggermente con la mano sul petto-'già te l'ho detto che è solo colpa tua se sei in queste condizioni. Da crocerossina a zombie, hai fatto un salto di qualità, eh Oppini'.
'Certo che siete proprio Sandra e Raimondo, voi due'-Stefy ci chiamava sempre in quel modo, di conseguenza ci divertiva affibbiarci quel nomignolo.
'Tè e fette biscottate per gli ammalati!'-esclamò Croccantino, entrando nella stanza blu.
'Tempismo perfetto, Croc. Le diciassette in punto, puntuale come un orologio svizzero per il tè inglese delle cinque'.
'Le tue battute non mi fanno mai comprendere se mi stai prendendo per il culo o meno, Tommy'-mi disse ridendo Andrea, che nel frattempo aveva poggiato il vassoio sul letto e si era seduto accanto a noi. Anche Stefania ci raggiunse.
'Lo sai che scherzo con te, Crocchi del mio cuore. Grazie per il tè e le fette biscottate, comunque. Certo, non posso dire che Francesco sia della mia stessa opinione, dato che lui vive di camomille'-constatai, lanciando un occhiata all'uomo agonizzante accanto a me.
'Ciò che vorrei adesso è solo un'aspirina, non te la prendere Andre, anzi ti ringrazio lo stesso'-rispose il morente.
'Nessun problema, Franci'-dissi io gesticolando con la mano-'più tè e fette biscottate per me!'
'Ma è mai possibile che pensi solo e sempre al cibo tu?'-mi chiese Stefy.
'Amore, il cibo è come il sesso. Ti deve far godere'.
Inutile dire che provocai un riso generale.
'Ah ma allora sei vivo!'-esclamai, rivolto verso Francesco.
'Zitto, pirla, non urlare, non vedi che mi sta per scoppiare la testa?'
'Andre, perché non porti un po' di latte e biscotti? Rudolf ne va pazzo. Pensa che una volta gli ho lasciato una carota sotto l'albero, al posto dei soliti biscotti, e il buon vecchio Santa Claus mi ha scritto una lettera in cui mi chiedeva se l'anno successivo avessi potuto reintrodurre il vecchio menu. Che bel tipo'-non riuscivo proprio a non prendere in giro Fra.
'Tommy'-mi ammonì lui-'cerchi rogna? Aspetta solo che mi guarisca del tutto e poi faremo i conti'.
'Forse dovrei lasciargli solo carote i prossimi anni'-dissi rivolto verso i miei due amici seduti sul letto, facendo una smorfia e indicando il malato.
'Voi siete proprio matti, che coppia'-disse ridendo Stefy.
'Tommy, ma tu non stai male?'-mi chiese Andrea divertito.
Fra rispose al mio posto.
'Ha la febbre, ma è come se non la sentisse. Anzi, sembra stare meglio del solito, non sta zitto un secondo e mi sta martellando il cervello'.
'Quanto la fai tragica, Franci, parli come se stessi sul letto di morte'-lo rimbeccò Andre.
'Mi ci manderà Tommaso presto o tardi'-rispose lui sconsolato.
'Almeno sarò l'ultima persona che vedrai prima di chiudere gli occhi per l'ultima volta, non sei contento?-gli chiesi io, ironicamente.
Fra si fece subito serio. Il timore che avessi detto qualcosa di stupido si insinuò lentamente in me e mi inghiottì pian piano.
Poi, però, come se il mio cuore si fosse liberato da un enorme peso, la risposta di Francesco mi fece sorridere teneramente.
'Sarei l'uomo più felice del mondo, se solo la persona che vedessi per l'ultima volta fossi tu, Tommy. Mi porterei una bellissima immagine e un dolcissimo ricordo nell'aldilà'.
Posai la testa sulla sua spalla e con il braccio sinistro gli cinsi il busto.
'Vi lasciamo riposare, ragazzi'-ci disse Stefy a bassa voce dopo essersi scambiata un'occhiata con Croccantino, forse sentendosi un po' di troppo.
'No no, rimanete. Scusate, avreste tutte le ragioni del mondo se vi sentiste di troppo, sono mortificato'-mi allarmai. Il campanello dell'abbandono suonò dentro di me, risvegliando una paura che si era un po' acquietata nel corso dei giorni.
'Ma no, Tommy, stai tranquillo'-mi rassicurò Andrea, facendomi una carezza sulla gamba e capendo al volo che quella sirena poteva suonare da un momento all'altro in me-'io e Stefy andiamo a fare una crostata, vero Queen?'
'Ovvio, voi come la preferireste? Con la Nutella o con la marmellata?'
'Nutella', 'Marmellata' dichiarammo io e Fra all'unisono.
'Oppini, ma stai scherzando spero. La Nutella è la cosa più buona che esista al mondo. Io mi farei cospargere di Nutella e mi farei leccare dalla testa ai piedi'-affermai.
'Tommaso, mi hai traumatizzato'-mi rispose lui-'ora ho l'immagine di te completamente nudo e cosparso di Nutella in testa. Io, comunque, preferisco la marmellata'.
'Non ti eccitare troppo, Oppini'-lo stuzzicai io.
'Piciu, non giocare con il fuoco'.
'Nutella, Stefy, opta per tanta Nutella'-le dissi, ignorando Francesco e azzittendolo con un gesto della mano.
'Marmellata'-propose l'uomo accanto a me.
'Nutella'.
'Marmellata'.
'Nutella, ho detto'.
'E io ho detto marmellata!'
'Ragazzi!'-ci richiamò Andrea, ma fu come non averlo sentito affatto.
'Io voglio la Nutella!'
'E io la marmellata!'
'Aiuto, ci risiamo, non c'è un momento di pace di questa casa'-Elisabetta fece capolino nella stanza e rise.
'No, infatti'-constatò Stefy-'anzi, sapete che vi dico? Facciamo un ciambellone, Crocchi, almeno questi due non litigano'.
'Ma ci metti la scorza di limone o di arancia? Perché la prima mi piace di più'-aggiunsi.
'Io preferisco quella all'arancia, invece'-disse Fra.
'Andiamocene prima che ricomincino'-concluse Stefy con un sorriso furbo.
Dopodiché uscirono tutti e tre.
Io e Francesco ci guardammo per due secondi, poi scoppiammo a ridere.
'Che battibecchi da bambini'-rise lui.
'Davvero, Oppini, eppure tu sei un uomo di trentotto anni, non dovresti scendere a questi livelli'.
'Ma stai zitto, pirla'-continuò a sorridere lui, tirandomi un buffetto sul naso.
Gli sorrisi di rimando.
Ti prego, Fra, battibecchiamo ogni giorno, ma senza lasciarci mai.
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Ciao!
Mi sono divertita moltissimo a scrivere questo capitolo!
Ciononostante volevo porre per un momento l'accento sull'accaduto, indecente, che ha avuto luogo a Roma. Probabilmente avrete anche visto il video. Ora, io mi chiedo: l'essere umano ha davvero bisogno di una legge contro l'omotransfobia? Non siamo capaci di capire che è sbagliato scagliarsi contro dei ragazzi, solo perché si amano? A quanto pare no e allora sbrighiamoci con questa legge.
Sono indignata e dispiaciuta di far parte della stessa comunità umana di esseri del genere, per fortuna c'è chi si distingue e agisce, anche nel suo piccolo, per far sì che i diritti di tutti vengano rispettati.
Mi piange proprio il cuore e non trovo altre parole.
Un abbraccio❤️

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