La mia prima serata di lavoro fu abbastanza calma. Non ci furono risse, i clienti erano più simpatici che molesti, e dopo la mia piccola rivincita di qualche ora prima ero molto più carica.
Essere in svantaggio in un rapporto non mi era mai piaciuto: in generale, non solo con quelli più romantici. Non chiedevo troppi favori, non lasciavo che la gente mi aiutasse, non perdonavo per gli errori, ma chiudevo direttamente le porte per evitare di soffrire.
A casa nostra invece sembrava di stare in una dimensione parallela. Ero la più piccola, la più impotente, quella che non poteva permettersi di commentare o di inserirsi nelle conversazioni degli adulti. Spesso dalla frustrazione, stringevo forte i pugni, tanto da sentire le unghie graffiare la carne. Anche Thomas era come me, per questo se ne andò. Si può essere forti quanto si vuole ma quello che succede tra le mura di casa, ti tempra e ti influenza per tutta la vita. Puoi cambiare ma non scappare dal passato. Ti ci puoi solo allontanare.
Io e Justin gestimmo tutto senza problemi, tra birre, drink e shottini l'odore dell'alcol mi era entrato nelle narici e ormai sentivo solo quello. Verso l'una la serata era ancora viva e dall'ingresso sentii la voce di Jackie che cantava. Era con Josh ed altri due ragazzi. Quando mi vide alzò la mano per salutarmi e mi indicò parlando con i tre ragazzi. Mi venne spontaneo ridere: era una ragazza particolare. Solare, divertente, ma allo stesso tempo sapeva quando c'era da essere seri.
"Ciao amica! Loro sono i miei nuovi amici..." poi si sporse verso il bancone "Non sono bellini?" Disse sussurrando anche se penso che l'avessero sentita tutti.
"Ciao ragazzi...che vi preparo?" loro bisbigliarono qualcosa tra di loro e poi Josh mi chiese di preparare degli shottini.
Jackie urlò shottini ad alta voce come se fosse allo stadio, attirando l'attenzione di molte persone. Non c'era assolutamente nulla di male, si vedeva che voleva divertirsi.
"Quanto ha bevuto per essere così allegra?" chiesi a Josh, che era l'unico che conoscevo dei tre.
"Non saprei, l'ho conosciuta mezz'ora fa. Quando mi ha detto che andava al Double Duce ho immaginato fosse la tua coinquilina."
Riposi i bicchieri da shot in fila e presi vari liquori per farli diversi.
"Ed hai lasciato la tua bellissima festa per venire in un pub?" Versai il liquore nei bicchierini senza guardarlo.
"Beh mi vedrai spesso qua. Ci lavorava anche un altro personal trainer, quello poco socievole... siamo clienti fissi." Mi misi a ridere e poi trovai con la mia solita delicatezza di fargli capire che se era lì per me era sulla strada sbagliata.
"Spero tu abbia ragione, e non sia qui per me...non sono per niente pronta ad interessarmi a qualcuno...ma penso tu abbia fatto colpo su Jackie."
Dissi vedendo come se lo stava mangiando con gli occhi.
"Chi ha detto che sono qui per te. In ogni caso non ti preoccupare, non sono quel tipo di ragazzo..."
"...Che ci prova con le matricole?" continuai la sua frase ridendo.
" Ah. Ah. Ah. Simpatica. Non mi faccio prendere cos facilmente dalle belle ragazze. Anche se devo ammettere che la tua amica è pazza, ma quel genere di pazzia che mi eccita sai?" la conversazione stava degenerando ed in parte mi stava imbarazzando.
"Bene, basta che non fate rumore perché poi io ho bisogno di dormire, mettete tipo un calzino quando volete fare le vostre cose." Scoppiammo a ridere e poi la serata proseguì con me che lavoravo, l'alcol che scorreva a fiumi, Jackie che stava limonando con Josh e i suoi amici che avevano trovato altre due vittime. Per le due il locale iniziò a svuotarsi e Jackie andò via facendomi l'occhiolino. Qualcosa mi fece pensare che il mio rientro in camera sarebbe stato imbarazzante, a meno che non fosse andate da lui. In ogni caso prima di andare a dormire avevo un ultima tappa da fare che era la palestra. Erano le due e quarantacinque quando staccai. Poteva andare peggio, ma di base a quell'ora la gente normale iniziava a dormire oppure a fare altre cose insomma. Io invece andai in palestra. Controllai il telefono e finalmente Madison mi aveva risposto.
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CHIAROSCURO
ChickLitQuando arrivi a 20 anni senza aver mai vissuto un amore che ti consuma inizi a pensare di non essere "normale". Così si sente senza volerlo ammettere Tara Stone, che dopo aver passato la sua adolescenza confinata in una famiglia disfunzionale ed in...