Capitolo Cinque

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Per una che non amava stare male, quella settimana non riuscii proprio ad alzarmi dal letto, però non volevo perdermi la prima settimana di lezione e quindi, con una pessima cera mi trascinai da una classe all'altra e poi andai solo due volte al pub. Al terzo giorno Veronica mi mandò a casa e mi disse di rimanerci finché non ero completamente guarita: fortunatamente quella era ancora la settimana delle feste delle confraternite e quindi il pub non era così pieno.

Alla palestra non mi ci avvicinai solo per evitare di peggiorare la mia salute e per mantenere le distanze da un certo personal trainer. Per quanto odiassi non allenarmi e avere continuamente il naso che colava, ero sollevata dal non incontrare Elijah. Una volta superato la fase dell'orgoglio ferito, era rimasta indifferenza e delusione, ma ero tornata alla vita di prima sena troppi problemi.

Quando arrivò sabato ero finalmente libera da febbre, tosse e starnuti. Sarei tornata finalmente a lavorare e magari sarei riuscita ad allenarmi, perché da quello che avevo sentito quella sera c'era un incontro e quindi lui non sarebbe andato in palestra. La sera mentre mi preparavo mi resi conto di non aver fatto il bucato perciò rubai un top da Jackie che era un po' troppo scollato, ma indossai una felpa vintage che avevo tagliato per noia quando ero al liceo. Lasciai i capelli sciolti perché per la prima volta ero in ritardo. Corsi per il campus, prendendomi solo una pausa per accendere una sigaretta. Per una settimana il mio corpo era stato nicotina-free e ne avevo bisogno. Arrivai comunque in tempo dopo essere andata addosso ad un paio di persone. Veronica fu felice di vedermi.

"Spero tu abbia ricaricato le batterie perché questa sera ci potrebbe essere un pienone da uno degli incontri." Io maledissi più o meno tutti quelli conoscevo in quel momento. Poi pensai che Elijah non era uno che andava a bere in compagnia perciò mi calmai.

Quando Justin mi vide venne verso di me e mi tirò su la scollatura del top. Purtroppo avevo preso il seno abbondante da mia madre e qualsiasi cosa leggermente scollata risultava troppo, ma con gli anni imparai ad accettarlo e soprattutto imparai a fregarmene degli sguardi maliziosi della gente.

"E queste per chi sono? Fossi etero mi farei servire da bere fino all'ultimo centesimo sai?" Lo spinsi via amichevolmente e mi misi a ridere.

"Queste sono colpa del bucato che non ho fatto mentre ero malata. L'alternativa era venire con un top sportivo."

Preparammo il bancone come sempre e per le dieci il Duce iniziò a riempirsi. Jackie aveva un appuntamento "serio" con Josh per cui aveva passato tutto il pomeriggio a prepararsi, quindi non era sicura di riuscire a passare, ma non era assolutamente un problema. Justin e Veronica erano persone mi mettevano a mio agio; ogni tanto scherzavamo su sciocchezze ed immaginavamo scenari impossibili per i quali alcuni clienti si erano ubriacati. Non era il posto peggiore in cui avevo lavorato e la paga era ottima per essere in regola.

Ovviamente il top aveva avuto il suo effetto come Justin aveva predetto, ma indossai il mio sorriso più finto addosso e mi lasciai scivolare addosso i commenti più viscidi.

Alla mezzanotte avevo ricevuto tre tovaglioli con numeri di telefono sopra e mance parecchio alte. All'ennesimo commento disgustoso della serata, sbuffai scocciata.

"Vedo che si è ripresa signorina Stones." Disse un uomo alla fine del bancone. Stava bevendo una birra rossa doppio malto, ma indossava una camicia blu con un gilet. Era troppo grande per essere uno studente perciò non riuscivo a collegare chi fosse.

"Se con l'influenza è stata la migliore del mio corso, mi aspetto grandi cose da lei nelle prossime lezioni" ci misi un attimo a collegare la voce al volto. I giorni prima era iniziato il corso di scrittura creativa, solo che per evitare figuracce mi sedetti sempre in fondo. Avevo però già consegnato il lavoro che ci aveva assegnato. Tenevo molto a quel corso perché era quello che più mi piaceva fare.

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