Capitolo Ventitre

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Quelle poche ore rimanenti, prima della partenza le passai a rigirarmi nel letto. Io ed il sonno non andammo per nulla d'accordo, ma cercai di distrarmi all'idea che sarei andata a festeggiare il giorno più bello della vita dei miei migliori amici. Ero veramente emozionata per loro. Erano gli unici che avevano avuto il coraggio di starmi accanto quando tutto andava male; gli unici che non se ne erano andati quando li avevo trattati male e che quando avevo avuto bisogno di scappare, erano scappati con me.

Mi veniva difficile essere così felice per qualcuno, quanto lo ero per loro due.

Ad aspettarmi alla stazione c'era Jacob questa volta. Probabilmente Madison stava impazzendo a casa con i preparativi ed era meglio starle lontano quando era in paranoia.

"Hey amica..." disse venendomi incontro per abbracciarmi. Io poggiai il mio borsone a terra e ricambiai.

"Che ci fai qua scemo?" gli chiesi e lui prese il borsone e lo mise in macchina.

"Dato che per correttezza ti ho lasciata essere la testimone di Mads perché ha bisogno di te, ma sai bene che avrei voluto che fossi anche la mia, direi che è più che giusto che io e te andiamo a sbronzarci." Scoppiai e ridere. Era proprio un idiota, nel senso buono. Sapeva sempre come farmi migliorare l'umore e gli veniva naturale.

"Ti avverto che ho ancora i postumi da questa notte, però va bene. Per te questo ed altro." Dissi io salendo in macchina. Finimmo nel primo bar un po' più lontano da casa, squallido abbastanza da servire drink già alle dieci del mattino.

"Allora...stai avendo ripensamenti? Dubbi? Ti avverto che sono in una situazione in cui dovrei supportarti e picchiarti allo stesso tempo." Dissi io bevendo il primo sorso di un cocktail veramente mal fatto. Deformazione professionale.

"Scherzi vero? Se non avessi Mads non mi prenderebbe nessun'altra. È la mia esatta metà." Disse lui con un sorriso da ebete stampato in faccia. Era così bello sentirgli dire quelle cose. Mancava esattamente un giorno ed avrebbero iniziato la loro vita insieme ufficialmente.

"Piuttosto devi chiederlo a lei... A volte sono un casino." Disse lui ridendo e sorseggiando un po' schifato il suo drink.

"Credimi che ama anche quello. Nessuno ti conosce meglio di lei...e credimi, mi sono tenuta fuori perché lei ti ha visto anche nudo." Dissi io ridendo e lui si strozzò con il drink. La serenità e spensieratezza di quel momento stava mano a mano scemando. Più pensavo a quanto erano felici Mads e Jacob, più sentivo quel peso addosso iniziare a rovinarmi la giornata.

"Che succede?" mi disse ed io non capii a che cosa si riferiva.

"Ti sei incupita. Hai fatto quella cosa con la fronte che fai sempre quando c'è qualcosa che ti turba." Ed io istintivamente mi toccai la fronte come una cretina. Sapevo a cosa si riferiva ma non volevo appesantirgli la giornata.

"Niente... sto bene. È solo stanchezza." Dissi io ma sapevo che non se l'era bevuta.

"Mads mi ha detto che non hai più il tuo accompagnatore, ma non mi ha detto di più sull'argomento perché mi ha raccontano del tuo incidente." Disse indicandomi lo zigomo, dove era ormai quasi sparito del tutto il taglietto che mi aveva fatto Josh.

"Non avevamo quello che serviva per andare avanti." Dissi io secca, sperando che la conversazione sarebbe finita lì.

"Cazzate." Disse lui finendo poi il drink. Io lo guardai sorpresa, mentre lui ordinava altri due drink al proprietario dall'aspetto losco di quel bar.

"Andiamo Tara, è come dire cose tipo 'eravamo incompatibili', 'non sei tu, sono io'. Non ci credi nemmeno tu." Disse lui ed in quel momento lo odiai perché lui mi conosceva troppo ed io non sarei mai riuscita a fingere con lui.

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