Capitolo Venti

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Non avevo mai corso così veloce in vita mia. Il cuore mi stava uscendo dal petto e mi sembrava proprio di non respirare. Elijah era venuto con me anche se non gli avevo spiegato esattamente cosa fosse successo.

Provavo così tante cose in quel momento che mi sembrava mi stessero frullando il cervello. Ero arrabbiata, preoccupata, ero in ansia, ma soprattutto mi sentivo in colpa. Se solo le avessi parlato quella sera...se solo avessi potuto mettere il mio orgoglio da parte e fossi riuscita a perdonare. Forse tutto questo non sarebbe successo. Lei non sarebbe in un letto di ospedale tutta rotta, ed io non avrei passato settimane a cercare di capire cosa fare con lei. Avevo scelto la strada più facile tagliando i rapporti, e pur non essendo assolutamente una cosa da me, ero riuscita a farlo senza pensarci due volte perché almeno per una volta non volevo che qualcuno avesse di nuovo il potere di farmi male perché io sono stata vulnerabile.

Eppure l'unica che si è fatta male era lei. Lei che forse era un po' pazza...che amava fare festa e che le piaceva prendere le cose alla leggera. Forse era proprio quello che aveva scatenato la furia di Josh...che lei non volesse rimanere sotto il suo controllo. C'era riuscito però. L'aveva sottomessa e fatta a pezzi.

Arrivammo all'ospedale e chiesi subito di lei. Un'infermiera molto carina mi guidò verso la sua stanza e quando arrivai aprii la porta quasi con timore. Avevo paura di cosa avrei visto oltre quella porta. Così Elijah mise la sua mano sulla maniglia e aprì al posto mio. Entrai quasi in punta di piedi e la vidi lì, immobile. La vestaglia bianca dell'ospedale faceva contrasto con tutti i lividi che aveva in faccia e sulle braccia. La vista iniziò ad appannarsi per colpa delle lacrime che si erano accumulate nei miei occhi. Non capivo se stesse dormendo o se fosse sveglia ma non riusciva ad aprire gli occhi per quanto fossero gonfi. Non riuscivo ad avvicinarmi.
Nella mia testa si ripetevano come con dei flash le scene di quando ero più piccola e la mamma  non voleva andare all'ospedale, ma sputava sangue nel lavandino perché Peter l'aveva colpita troppo forte. Mi sentivo completamente paralizzata.

Mamma! Ti porto all'ospedale dai.

Tesoro, non è nulla. Adesso mi riprendo.

Mamma! Non puoi andare avanti così!

Tara, non puoi capire, hai solo 15 anni.

Mamma! Devi parlarne con qualcuno.

Tesoro, sto bene.

Mamma! Basta andiamocene. Io te e Thomas.

Non possiamo lasciarlo da solo. Lui non è così.

"Tara..." questa volta la voce non era nella mia testa, ma era Jackie che mi chiamava. Il suo era un sussurro spezzato. Non aveva nemmeno la forza di parlare. Mi asciugai velocemente le lacrime.  Non volevo farmi vedere così. Non avevo motivo per essere io quella a piangere.

"Hey..." dissi sedendomi sul bordo del letto, accarezzandole il volto con delicatezza. Lei iniziò a singhiozzare incontrollatamente. La strinsi e me, cercando di calmarla. Elijah mi guardava con preoccupazione. Sapeva cosa questa cosa stava innescando in me. Chiusi gli occhi mentre provavo a tranquillizzarla come si fa con i neonati. Cercai di ricompormi, non volevo crollare. Volevo esserci per lei.

"Scusami se ti ho messo come contatto d'emergenza...solo che..." la fermai senza pensarci troppo.

"Hai fatto la cosa giusta. Mi prendo cura io di te ora okay? Te lo prometto." Dissi io e lei annuì piano perché aveva dei lividi anche poco sotto il collo.

"Adesso vado a parlare con il dottore un attimo okay? E poi chiamiamo la polizia. Questa volta è troppo Jackie." Le dissi e lei mi assecondò.

Mi alzai mi incamminai verso la porta. Elijah mi fermò e mi portò fuori dalla porta.

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