Capitolo Trenta

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Non riuscivo a capire cosa fosse andato storto in quei mesi della mia vita. Come mi ero potuta permettere di lasciarmi andare così velocemente, mettendo nelle mani di qualcun altro la mia felicità. Era una cosa talmente sbagliata. La vecchia Tara non lo avrebbe mai fatto. La vecchia Tara sapeva che fidarsi di qualcuno in quel modo significava dargli un pugnale in mano e puntarselo al cuore da soli. Non mi ero fidata più di nessuno dopo quello che era successo con mio padre. Avevo passato anni a guardarmi intorno con uno sguardo incattivito, ma curioso di sapere come sono veramente le persone che ci circondano. Quest'anno avevo sbagliato troppe cose: avevo abbassato la guardia con Jackie, e poco dopo era successo un disastro; avevo sottovalutato Josh e si era dimostrato essere uno psicopatico; avevo creduto in un professore che sembrava volere aiutarmi a crescere ed era tutto falso anche quello, ma il più grande imbroglio era stato innamorarmi. Ecco, se dovessi scrivere adesso qualcosa sull'amore, direi che è il venditore per eccellenza. Ti attira a se, promettendoti tanto: felicità, supporto reciproco, sicurezza e protezione. Poi ti avverte che ci potrebbero essere degli effetti collaterali, ma che vale la pena affrontarli, perché i benefici sono molto più grandi e ti cambiano la vita. Però quando poi si scopre che non è vero, non puoi più restituirlo.

Avevo tutto questo amore dentro e non sapevo dove metterlo. Avevo bisogno di mandarlo via, perché altrimenti sarei solo stata male. Elijah aveva fatto la sua scelta. Aveva deciso di andare avanti e lo aveva fatto anche in fretta. Però non riuscivo a provare risentimento nei suoi confronti perché lo amavo ancora. Non avevo mai smesso. Quando due settimane prima ero andata via dalla baita non era perché non volevo avere più nulla a che fare con lui, o cancellarlo dalla mia vita. Era esattamente l'opposto. Lo amavo, e sapevo cosa sarebbe successo rimanendo insieme. Ero stata frettolosa? Drastica? Assolutamente. Ma non vedevo un altro modo di affrontare la vita ormai: era tutto o bianco, o nero. O amore o odio. Non riuscivo a tollerare le vie di mezzo...i compromessi. Semplicemente perché non riuscivo a capirli ed a trovare serenità in essi.

Presi carta e penna ed iniziai a scrivere. Jackie mi aveva scritto per sapere come era andata, ma non le avevo risposto. In meno di un'ora sarebbe iniziato un nuovo anno ed avevo bisogno che fosse diverso da quello appena passato. 

Eppure più provavo a scrivere, meno la penna toccava la carta. Ero in uno stallo totale, perché l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era come lui fosse riuscito a voltare pagina così in fretta. In passato sono stata una stronza con tanti ragazzi, anche che non lo meritavano. Ho sempre portato avanti le mie convinzione, fregandomene di chi si facesse male nel mentre. Forse lo avevo fatto anche con lui, ma se in così poco tempo lui era riuscito a dimenticare tutto quello che avevamo passato insieme, allora c'era qualcosa che non andava. Voleva dire che era una grande attore, o che quello che diceva di provare per me era tutta una farsa, perché sapevo che se in quel momento, un qualsiasi ragazzo si fosse avvicinato a me, non sarei mai riuscita a guardarlo come guardavo lui. Non sarei stata in grado di baciarlo, senza volere le sue labbra, ed ancora peggio, non riuscirei mai a condividere il letto in cui avevo dormito con lui.

Mi alzai di colpo dalla sedia, e presa dalla frustrazione buttai giù tutto quello che c'era sulla scrivania. Cercai il mio pacchetto di sigarette e quando lo trovai, ne accesi una. Percorsi chilometri in quei minuti. Continuavo a fare avanti e indietro come se quello mi aiutasse a capire il come...o il perché.

Quando terminai la sigaretta, capii cosa dovevo fare. Non potevo mollare così, non era da me. Non avrei creduto alle sue parole fino al momento in cui non lo avrei visto con una ragazza tra le braccia.

Non poteva finire così. Mi rifiutai di crederci. Lui non sarebbe mai andato avanti così in fretta. Ne ero certa. Mi buttai addosso la sua felpa nera, che era più lunga del vestito che stavo indossando in quel momento e senza prendere altro, andai alla porta. Aprii di corsa ed andai a sbattere contro qualcuno.

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