Capitolo Dodici

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Erano solo le sette quando arrivai nel locale dove avrebbero suonato Rick e la band. Stavano ancora sistemando gli strumenti e le luci per lo spettacolo. Rick era ridicolo come sempre, ma non mi aspettavo nulla di meno da lui. Indossava dei pantaloni di pelle nera molto aderenti. Forse troppo aderenti, e sopra una camicia bianca quasi del tutto sbottonata che mostrava tutti i suoi tatuaggi che aveva sul petto.

Avevo bisogno di quella serata perché le ultime ventiquattro ore erano state una giostra emozionale difficile da superare e se una cosa era certa, era che Rick mi avrebbe fatto vivere un po' di leggerezza.

"Non ci credo. Eccola la mia piccola." Urlò Rick quando mi vide. Corse tra i tavoli del locale e quando arrivò davanti a me mi sollevò e mi fece roteare come una bambina. Era già su di giri probabilmente, ma era bello vedere come certe cose non sarebbero cambiate.

Scoppiai a ridere e lui pure. Si era lasciato crescere leggermente i capelli ed aveva aggiunto il piercing al labbro.

"Ciao ragazzi! Lo sopportate ancora?" la band era composta da quattro persone compreso Rick.

Lou il batterista, un ragazzo introverso sempre, tranne quando suonava. Aveva dei capelli lunghissimi, ma li portava veramente bene, e suonava sempre ed esclusivamente senza maglia. Un bel vedere per molte ragazze insomma.

Ethan, suonava il basso, ed era quello più stronzo. Non ci sopportavamo molto, ma spesso quando Rick era troppo sballato per poter sostenere conversazioni serie, lui era un buon compagno di chiacchierata.

Il mio preferito però era Darren, il chitarrista. Era una persona fantastica ed era il migliore amico di mio fratello prima che partisse per l'esercito. Mi aveva aiutata un sacco quando poi lui se ne andò e lo sostituì un po' mentre non c'era. Era simpatico, dolce, ma sapeva fare lo stronzo quando si tirava troppo la corda. Lui ed Ethan erano quelli che tenevano un po' in riga la band fortunatamente.

Vennero tutti a salutarmi, chi più entusiasta e chi meno.

"Da quando lo hai lasciato è diventato ancora più noioso pulce. Però ha iniziato a scrivere decentemente quindi lo teniamo per ora." Disse Darren. Era l'unico che poteva permettersi di darmi dei nomignoli, soprattutto così demenziali come Pulce. Mi chiamava così quando avevo 13 anni e da allora rimasi pulce per lui.

"Ah sì? Dovevo lasciarti prima allora Rick..." dissi io ridendo e prendendolo in giro.

"Non scherzare piccola. Le cose sono andate esattamente come dovevano andare. Non vedo l'ora di farti ascoltare le cose nuove." Disse lui sorridendo, ma una parte di me sentì un pizzico di serietà nelle sue parole. Era difficile per me definire il nostro rapporto. Non era stato amore, ma neanche solo una semplice amicizia o sesso e basta. C'era una connessione che era giusto ricordare e non rimpiangere perché ha fatto bene ad entrambi.

"Ma sbaglio o percepisco un velo di maturità?" gli dissi io e tutti quanti ridemmo.

Per un'ora io e la band rimanemmo a chiacchierare, rivangare ricordi del passato e fumare sigaretta come se fosse una staffetta. Rimasi così persa in quel momento che non controllai il telefono fino a quando non andai in bagno. Avevo ricevuto quattro chiamate da Jackie, sette da Elijah e due da Josh. Richiamai subito Elijah perché immaginai che le cose fossero collegate.

"È successo un casino Tara. Jackie ha visto che le avevi cancellato il numero di Josh ed è venuta da me, ha fatto una scenata e poi ha detto che sarebbe andata da Josh. Ho provato a fermarla, ma ha detto che è la sua vita e di lasciarla in pace." Mi raccontò tutto e percepii che non mi stava dicendo qualcosa. Lasciai perdere quella sensazione e lo ringraziai per avermi raccontato tutto. Quando tornai al tavolo i ragazzi stavano provando il sound ed allora uscii a prendere una boccata d'aria. Poco dopo uscì Darren e si sedette affianco a me sui gradini. Gli porsi una sigaretta e lui la prese senza esitare.

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