Capitolo Ventuno

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Ryan mi portò subito all'ospedale. Avevo solo qualche livido, un po' di mal di testa ed un piccolo taglio sopra zigomo. Nonostante fossi tutta dolorante, ero solo felice ce Josh avesse delle manette che gli stringessero i polsi e non avrebbe più fatto del male nessuno, anche se erano solo quelle della sicurezza del campus per ore.. Lo avevo provocato per farmi colpire, ma non ci era voluto molto. Probabilmente lui era il primo che si era sconvolto di quello che aveva fatto, ma poi ripensando a quello che mi aveva detto eliminai quel pensiero dalla mia testa.

Una parte di me si sentiva così leggera. Era come se la piccola me che aveva vissuto quei traumi era finalmente riuscita a mettere in gabbia il cattivo anche se Josh non era quello della mia storia. Forse quello della mia storia non era nemmeno un cattivo vero, ma solo una persona che ne aveva passate tante. Mio padre non aveva più lo sguardo cattivo. Era come se si fosse scrollato quello che era di dosso, come se finalmente avesse messo al chiodo quel brutto mostro che lo aveva posseduto ed ora si stesse riprendendo la sua vita in mano.

"Non mi devi per forza accompagnare...hai già fatto tanto per me." Gli dissi mentre aspettavo che qualcuno mi visitasse. Lui però non volle sentire ragione. Era ancora vestito con i suoi vestiti da corsa ma stava bene lo stesso. Sembrava una persona solida, di presenza, che sapeva occupare bene lo spazio che gli davi nella tua vita, proprio come aveva fatto con me in così poco.

"Non dire cazzate Tara...starò con te, anche a distanza se devo." Mi disse ed in quel momento mi colpì molto come riuscì a capirmi senza giudicarmi. Una parte di me, aveva il dubbio che lui mi dicesse solo quello che volevo sentirmi dire, ma speravo non fosse vero. Speravo che esistesse veramente qualcuno così, Pensavo di averlo trovato in Elijah, ma lui era come tutti quelli che mi avevano guardato dal basso verso l'alto nella mia vita.

Il dottore che stava seguendo Jackie mi riconobbe subito ed in quel momento potevo solo sentire la voce di Eminem che diceva:" Oh shit, here we go again."

"Vedo che lei e la sua amica oggi non siete molto fortunate." Disse lui guardandomi.

"Mi creda dottore, non potrei essere più felice di questi lividi. Chi ha ferito la mia amica ora sta pagando per quello che ha fatto." Dissi io guardando anche Ryan.

"Posso chiedere cosa le è successo?" mi chiese lui portandomi in una stanza non lontana da quella di Jackie.

"Ho solo sistemato le cose e mi sono fatta un po' male facendolo. Ma sono una tosta dottore." Ryan rimase appoggiato alla porta, senza entrare completamente.

"Mi creda dottore, lo è." Disse lui, mentre il dottore non si era bevuto per nulla la storia che gli avevo raccontato, però non fece troppe domande e continuò a fare domande riguardanti solo le parti del corpo che mi facevano male.

"Jackie come sta dottore?" gli chiesi mentre terminava di annotarsi delle cose sulla sua cartella.

"Le abbiamo dato dei tranquillanti perché si stava un po' agitando, ma ora che ha dormito dovrebbe essere tranquilla. Dopo che ho finito di metterle i punti può andare a vederla." Disse lui.

"Vuoi un caffè Tara?" mi chiese Ryan ed io annuii ringraziandolo.

"Nero...niente zucchero per favore." Gli dissi e lui rise.

"Non ne avevo dubbi." Disse lui e poi sparì nei meandri dell'ospedale.

"Vedo che è circondata da dei giganti...cerchi di non farsi male." Mi disse il dottore ed io lo rassicurai.

"Sono giganti solo di presenza. Le persone ti possono fare male in tanti modi dottore." E lui se ne andò in silenzio, ma dal suo sguardo capii che aveva capito il mio discorso.

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