Capitolo Diciotto

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Passai una settimana intera a guardare quelle linee nere disegnate sul mio corpo. Le percorrevo con le dita e quando mi facevo la doccia, spesso istintivamente cercavo di lavarle via, come se fossero un disegno fatto con il pennarello.

Elijah era rimasto stupito dal modello che avevo scelto, ma gli piaceva e ne ero contenta, anche se alla fine l'unica che ne sarebbe dovuta essere entusiasta ero io.

Tutto sembrava filare liscio: nessun litigio, nessun fraintendimento o silenzio imbarazzante. Eravamo una coppia a tutti gli effetti ma quella volta non avevamo più paura di esserlo. Ogni giorno scoprivamo delle piccole parti l'uno dell'altro, ma certi argomenti erano molto delicati per entrambi. Avevamo capito che alcune cose era meglio scoprirle piano piano.

Quella settimana ero riuscita a parlare con mio fratello e mi aveva detto che nonostante fosse ancora strano, la mamma e Peter sembravano essere di nuovo quelli di una volta....quelli che si amavano e facevano cose insieme, come ridere ed abbracciarsi. Gli chiesi di tenerla d'occhio ed al primo segnale di pericolo di chiamarmi. Mi fidavo di lui, ma sapevo che per persone che hanno vissuto quello che ha vissuto lui a volte è difficile separare il trauma dalla realtà di tutti i giorni.

Stavo preparando la borsa per andare a lezione quando bussarono alla porta di Elijah. Sapevo che non aspettava nessuno, e quelli che mi conoscevano non sapevano che stavo da lui quei giorni.

Guardai dallo spiraglio e riconobbi subito la chioma riccia di sua sorella Trisha. Non sapevo esattamente come comportarmi perché lui non aveva voluto parlare di lei o della sua famiglia. Mi sembrava brutto farla rimanere fuori, così aprii la porta. Lei rimase sorpresa di vedermi, ma sorrise e mi fece invidiare ancora di più la sua dentatura perfetta. C'era qualcosa che quella donna aveva di sbagliato?

"Tara....che bello vederti qua." Mi disse venendomi incontro per abbracciarmi.. Rimasi un attimo sopraffatta da quel contatto, perché non amavo molto gli abbracci o il contatto fisico in generale.

"Trisha." Dissi io non sapendo come risponderle. Lei si stacco e guardò nella stanza, probabilmente cercando Elijah.

"Tuo fratello non c'è...aveva delle cose da sbrigare in palestra."

Si tolse il suo cappotto ed appoggiò la sua borsa sul divano.

"Quindi ha smesso di fare il bambino, se tu sei qui ora." Mi disse guardandomi compiaciuta.

"Io non penso sia il caso di fermarti qua dopo l'ultima volta. Non voglio mettermi in mezzo alle vostre situazioni familiari." Le dissi senza peli sulla lingua. Se c'era una cosa che avevo imparato dall'ultima volta era di fare un passo indietro e sarei stata un'ipocrita a parlare con lei, dopo quello che gli avevo detto quando lui aveva parlato con Jackie.

"Senti, tu non lo conosci come lo conosco io. L'ho visto crescere, e l'ho visto pensare di essere innamorato con ragazze che meritavano molto di più rispetto a te. La sua è una fase...è arrabbiato...ma la rabbia prima o poi passerà." Mi disse lei. Ed ecco la maschera cadere. Trisha non era così dolce come faceva credere e di sicuro non le piacevo quanto pensavo prima. Immaginai una di quelle scene dei film in cui lui o lei sono super ricchi e la famiglia cerca di sminuire l'altra persona dicendo che non è abbastanza.

"Sai che c'è Trisha. Sono stata fin troppo carina con te. Non so cosa abbiate fatto ad Elijah...non so se la sua è una fase o meno...forse hai ragione, tra qualche mese magari mi scaricherà ed andrà avanti...ma io mi sono innamorata di questo ragazzo. Quello che ho conosciuto in questi mesi, e mi dispiace che tu non veda quanto è speciale, così com'è." Le dissi io come se stessi difendendo sangue del mio sangue. Lei rimase ammutolita, soprattutto quando dalla porta spuntò Elijah. Aveva ancora il suo borsone in mano ed era appoggiato al muro, con le braccia incrociate.

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