Ombre

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Stagione 1 - Episodio 16 


Viaggiava con lui da quasi un anno, più o meno da quando aveva lasciato Dean, sparendo dalla sua vita. Non sapeva con esattezza perché si fidasse più di lei che dei suoi due figli, forse semplicemente erano troppo coinvolti, oppure nonostante tutto avevano poca esperienza. In fin dei conti lei, già durante il periodo del liceo aveva intrapreso la strada di cacciatrice, facendo quasi tutto da sola e questo John lo sapeva bene.

«Dove siamo diretti?» domandò, montando in sella alla sua moto e infilandosi il casco.

«Chicago!» rispose risoluto, dopodiché salì sul pick-up e mise in moto.

Percorsero la statale quasi a tavoletta: qualsiasi cosa ci fosse a Chicago doveva essere importante o molto pericolosa, perché John Winchester, nonostante prendesse sul serio il suo lavoro, aveva sempre avuto un temperamento pacato e calcolatore, almeno fino a quando non si trattava del demone che aveva ucciso sua moglie, o dei suoi figli in pericolo. Sì, molto probabilmente riguardava loro, proprio come quando ormai otto mesi prima erano tornati nella loro vecchia casa e lui li aveva voluti seguire di nascosto, lasciandola lavorare da sola per una settimana. Questa volta però sembrava volerla portare con sé, quindi la cosa era più seria del previsto.

Arrivarono in città in tarda serata e dopo aver chiesto un paio di informazioni in giro, scoprirono dove alloggiavano Dean e Sam, dandole conferma del fatto che il problema riguardasse loro.

«Ora potresti spiegarmi?» domandò leggermente irritata da quel mutismo dell'uomo nei suoi confronti.

«Dean mi ha lasciato un messaggio in segreteria, diceva che forse ha trovato un collegamento col demone che ha ucciso mia moglie.» spiegò brevemente e lei capì che il messaggio non diceva altro, se non forse...

«Le coordinate?» domandò, dando voce ai suoi pensieri.

Lui le rispose subito, snocciolando poi un piano molto veloce: sapevano entrambi di avere i minuti contati.

«No, vado io! – intervenne, quando questi si propose di andare – Se davvero riguarda quel demone, è sicuramente una trappola per attirarti lì e uccidervi tutti. Io sono esterna a questa storia, almeno in parte, posso avere più libertà.» aggiunse, spiegando le sue motivazioni.

John rimase in silenzio per parecchi secondi e lei sapeva bene cosa gli passasse per la mente, le stava dando ragione, ma allo stesso tempo la paura di perdere tre persone care in una notte sola lo spaventava.

«Va bene. – sospirò, e lei prese subito il necessario per intervenire – Ma devi giurarmi che starai attenta.»

«Tranquillo, ho avuto un ottimo maestro.» rispose sorridendo, per poi uscire dalla stanza del motel.


Arrivò al palazzo, che le aveva indicato l'uomo, pochi minuti dopo, alzando lo sguardo. Non sapeva con esattezza a che piano fossero, ma aveva imparato a ragionare come le sue "prede" e sapeva che il luogo migliore per attuare una seduta spiritica, o qualunque cosa servisse per evocare un demone, era l'ultimo piano.

«Cazzo» biascicò vedendo che non c'era nemmeno una scala antincendio.

Prese un lungo respiro, dopodiché entrò nell'edificio, usando l'ascensore solo fino al penultimo piano. Quel tipo di palazzo aveva sicuramente un'ampia mansarda usata come appartamento e solitamente in quegli edifici l'ascensore arrivava direttamente all'interno.

Quando l'ascensore si fermò, mise il blocco, per non rischiare che qualcuno lo chiamasse mentre lei stava salendo, dopodiché appoggiandosi allo scorri mano che si trovava all'interno della cabina si allungò verso la botola superiore, riuscendo ad aprirla dopo un paio di spallate.

La cacciatrice d'ombreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora