Merda! Merda! Sono in un ritardo fottuto. Collin me la farà pagare sicuramente con una sessione di addominali aggiuntiva, ma che colpa ne ho io se quell’idiota del docente di finanza non la smetteva più di spiegare?
Corro cercando di non urtare gli altri studenti e cercando di uscire dal campus il prima possibile. È passata una settimana da quando ho iniziato gli allenamenti e mi sto divertendo moltissimo con Collin, anche se è molto esigente, ma mi piace avere a che fare con qualcuno di tosto.
Sono così presa dalla mia attività che non mi accorgo del bellissimo ragazzo biondo che mi sta aspettando appoggiato ad un’elegantissima Yamaha R1.
-Cry! –chiama.
Lo vedo e lo raggiungo sorridendo.
-Scusa Collin, ma il docente non ci lasciava più andare. -spiego.
-Non preoccuparti. –mi rassicura.
-Ma che ci fai qui? Mica dovevamo incontrarci in spiaggia? –chiedo.
-Giusto, ma dato che è da una settimana che ci alleniamo meritiamo una piccola pausa. –risponde.
Poi voltandosi verso la moto afferra i due caschi e me ne porge uno.
-Dove mi porti? –chiedo.
-Ho pensato che tutte le vere coppie hanno il costume dello stesso colore. Quindi che ne dici di un giro di shopping? –chiede a sua volta.
-Wow. Mi sembra un’ottima idea. –rispondo entusiasta.
Metto il casco e gentilmente Collin mi aiuta a chiudere i lacci, poi una volta in sella mi porge una mano per farmi salire. Afferra le mie braccia e le avvolge intorno ai suoi fianchi. Mi sento in imbarazzo: sento i suoi addominali pur essendo coperti da una canotta bianca.
L’imbarazzo però dura poco e presto mi ritrovo ad abbracciarlo forte incurante di quello che possa pensare il ragazzo. Avrei usato la scusa della velocità nel caso si fosse lamentato.
Dopo qualche minuto ci fermiamo nelle vie principali di Sidney. Parcheggiamo la moto e poi iniziamo a camminare per i negozi.
Ridiamo e scherziamo come sempre e appena troviamo qualcosa di bello ci fermiamo per provare i costumi. Abbiamo optato per un costume blu e uno nero.
Collin trova subito i suoi due, mentre io sono indecisa su quale tipo prendere. Essere comoda nel gioco oppure puntare un po’ anche al look?
Così nascosta nel camerino chiamo Collin.
-Sì? –chiede da fuori.
-Mi serve un consiglio. Cosa ne pensi di questo? –chiedo a mia volta.
Collin sposta la tenda facendo capolino nel camerino, improvvisamente mi sembra di essere tornata a Londra al giorno in cui Luke mi aveva rapita per fare shopping.
Guardo gli occhi azzurri di Collin, ma non vedo lui, vedo Luke e il suo bellissimo sorriso adornato dal suo piercing sexy.
-Wow, Cry! Ti sta da Dio. –mi dice.
Gli sorrido timidamente e abbasso lo sguardo.
La mano di Collin mi accarezza il viso e con due dita si sofferma sotto il mio mento: con il pollice continua ad accarezzarmi mentre alza il mio viso lentamente facendo incontrare i nostri sguardi.
-Bellissima. –dice quasi sussurrando.
Sono come paralizzata. Non so come prendere questa situazione, ma fortunatamente la commessa ci interrompe: -Serve aiuto?
-No, grazie. Ho scelto. –decreto.
Così rivolgendo un sorriso a Collin chiudo la tenda e mi cambio.
Usciamo soddisfatti dal negozio e io sto prendendo la strada per tornare alla moto quando Collin mi afferra un polso e mi blocca.
-Che ne dici se andiamo a prenderci un gelato? –chiede.
-Sì, dai. –accetto.
Lentamente le dita avvolte al mio polso scendono andando a cercare le mie che in un gesto automatico si intrecciano a quelle del ragazzo.
Guardo verso il basso e dentro di me inizia a scatenarsi la terza guerra mondiale. È inutile nascondere il fatto che io sia ancora innamorata di Luke, ma anche Collin mi piace. Quando mi sfiora sento dei brividi in tutto il corpo, la voglia di sbatterlo al muro e impadronirsi delle sue labbra si impossessa di me, ma è come se fosse solo un impulso fisico, per quello tutte le volte mi trattengo.
Sbagliato o giusto?
Non ne ho la più pallida idea.
È ora di andare avanti di lasciare tutto alle spalle, ma allora perché risulta così difficile? Rebecca mi ha suggerito di divertirmi ed ora come ora la legge “chiodo scaccia chiodo” non mi sembra affatto una brutta idea.
Stiamo camminando e io sono completamente in un altro mondo, indecisa sulla mia prossima mossa, ma poi mi decido: mi sarei divertita e al diavolo tutto quello che riguarda Luke Hemmings.
-Cristina?!? –una voce interrompe il mio monologo interiore.
Caro destino del cazzo mi spieghi per quale motivo ti devi sempre mettere in mezzo?!? Io dico: ho appena fatto una scelta perché diavolo non puoi rispettarla per una buona volta?
Lascio immediatamente la mano di Collin e sorrido a quella donna.
-Liz! –esclamo e le vado incontro abbracciandola.
-Tutto bene? –mi chiede stringendomi forte.
-Non male. –mento. –Tu?
-Bene bene. –risponde.
Collin si avvicina e improvvisamente diventa scomodo averlo di fianco. –Liz, lui è Collin, un mio amico. Collin, lei è Liz… -mi blocco non sapendo cosa aggiungere. La mamma del mio ex ragazzo che fa parte della band australiana che sta spopolando in tutto il mondo?
Fortunatamente Liz mi viene incontro. –Sono una vecchia amica, ci siamo conosciute a Londra.
Si stringono la mano e Liz continua a studiare Collin più o meno con lo stesso sguardo con cui a Londra mi aveva guardato la prima volta quando aveva beccato me e suo figlio in una situazione nella quale una madre spera sempre di non trovarsi.
-Che fate di bello? –chiede.
-Stiamo andando a prendere un gelato. Vuoi unirti a noi? –chiedo a mia volta.
-Sarei di troppo. Magari un’altra volta. –dice guardando me e poi Collin.
Sono felice di averla incontrata, ma questi sguardi a Collin mi stanno facendo innervosire. Per quale motivo continua a fulminarlo con gli occhi?
-Dai, è da tanto che non ci vediamo. –chiedo. Voglio sapere che diavolo le ha raccontato Luke. Se continua a guardare il mio amico in quel modo c’è solo una conclusione: ha dato la colpa a me.
-Farebbe piacere anche a me. –aggiunge Collin.
Gli sorrido per ringraziarlo del suo supporto.
-Ok. Mi avete convinto, però non potrò fermarmi molto perché poi devo correre a casa. –risponde.
Ci incamminiamo verso la gelateria in fondo alla via e Collin si offre gentilmente di portare le borse della spesa di Liz.
-Allora, come va la società e l’università? –mi chiede Liz una volta seduti al piccolo tavolino fuori dal negozio.
-Benissimo. Quest’anno è l’ultimo, per cui stiamo cercando di dare il massimo tutti e tre. –rispondo. –Non sei con i ragazzi? –chiedo.
Liz si sorprende, forse non si aspettava questa domanda proprio ora e nemmeno io, a dire la verità, mi spiego come diavolo mi sia venuto in mente di iniziare questo argomento dopo nemmeno due minuti che siamo seduti.
-No. Ormai sono tutti maggiorenni e sarei stata sicuramente di troppo- spiega. –Ma se la cavano alla grande anche senza il mio aiuto. –aggiunge.
-Li ho visti in Italia a giugno, poi li ho sentiti un po’ per telefono, anche se ovviamente mi raccontano di più Gemma ed Elisabetta. –dico.
-Elisabetta è la ragazza di Harry, giusto? –chiede.
Annuisco mettendo in bocca la paletta del gelato.
-Scusate se vi interrompo. –inizia Collin. –Ma tu sei la famosa Liz Hemmings? –chiede timoroso.
Mi sfugge una risatina: non pensavo che Collin potesse essere messo in soggezione da qualcuno, è sempre così sicuro di sé.
-Sì. Sono io. E tu sei il famoso Collin Peacock? –chiede a sua volta facendogli il verso.
Famoso? Lo guardo e fa un sorriso divertito.
-Famoso, mi sembra una parola grossa. –risponde.
-Ti assicuro che in una casa con quattro uomini che parlano quasi esclusivamente di sport, tu sei abbastanza conosciuto da ritenerti famoso. –continua in tono dolce Liz. –E poi scusa, è un nostro dovere sapere chi fa parte della nostra nazionale non trovi? –aggiunge divertita.
Ok. Radar del cazzo, altro che “super come” dice Rebecca. Perché devo sempre trovare gente che viaggia e, peggio ancora, che mi tiene nascosta la parte più importante della loro vita?
Un impiegato, un idraulico, un giardiniere sono troppo difficili da trovare?
-Giochi nella nazionale? –chiedo titubante. –Non me lo hai detto. –aggiungo quasi in un sussurro.
Collin ride. –Sapevo che non mi stavi ascoltando. –risponde divertito.
Non capisco. Che intende?
-Certo che te l’ho detto, Cry! Quando ti ho parlato del torneo ti ho detto che è una giornata di beneficienza organizzata da noi ragazzi della nazionale. –spiega.
Mi stento in imbarazzo. Ha ragione, ora ricordo l’esatto momento in cui mi ha spiegato questi dettagli, ma ricordo anche che la mia testa stava pensando a lui in costume sudato, per questo avevo prestato un livello minimo di attenzione a quello che lui mi aveva detto.
-Oh, ora ricordo! –esclamo pensando di averla scampata liscia.
-Come no. –continua divertito Collin.
-Comunque Cry stiamo preparando una festa a sorpresa per i ragazzi, dato che il sei tornano a casa finalmente. –dice Liz. –Ti andrebbe di venire? Chiedi anche a Steve e Rebecca. Naturalmente anche tu Collin sei invitato. –continua.
Cry trova una scusa subito.
-Il sei sera? –chiede Collin al mio posto.
-Sì. –conferma Liz.
-Il sette abbiamo il torneo quindi non sarebbe il caso di andare a letto tardi. –spiega. –Ma magari facciamo un salto per un saluto. –aggiunge Collin.
Bene, la vera scusa me la sarei inventata a tempo debito.
-Perfetto! –esclama Liz sorridente. –Non è che magari in questi giorni Cry riusciresti a darmi anche una mano? –continua.
-Ok. –rispondo.
Mi sorride. Conosco anche quello sguardo: vuole parlarmi da sola.
Fortunatamente i doveri di casa richiamano Liz al rapporto, così dopo averla salutata rimango da sola con Collin.
-Quindi conosci i famosi 5 Seconds of Summer che stanno facendo impazzire tutte le ragazzine del mondo? –chiede divertito.
-Colpita e affondata. –rispondo. Non ho voglia di parlare di loro con lui, ma purtroppo vuole sapere di più, così in poche parole gli dico che sono molto amica della ragazza di Ashton che è di Londra.
Finiamo il gelato e poi Collin mi riaccompagna a casa. Scendo dalla moto e gli porgo il casco.
-Questa sera facciamo due tiri? –chiedo.
Annuisce. –Magari porta Steve e io porterò un amico così facciamo un po’ di gioco. –aggiunge dopo essersi tolto il casco.
Gli sorrido e dopo averlo salutato con un bacio sulla guancia rientro in casa.
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Ovunque andrai
FanfictionCristina è una ragazza italiana che già all'età di sedici anni sa quello che vuol fare nella vita: viaggiare. Grazie ad un'amica di famiglia ha la possibilità di partecipare al concorso di una società americana; così Cristina mette in gioco il propr...