Un bacio leggero sul collo. Un altro più in basso. Un altro ancora.
Sorrido.
-Buongiorno, amore. –sussurro sentendomi in pace con il mondo.
-Buongiorno a te. –risponde Luke percorrendo il mio collo con le labbra e arrivando alla mia spalla.
-Che ore sono? –chiedo.
-Le 11.30. –risponde lui.
-Mmm… -dico voltandomi e reclamando le sue labbra.
Si stacca da me e mi guarda.
-Che c’è? –chiedo divertita dalla sua espressione.
-Sto cercando di incamerare più dettagli possibili. Sei bellissima. –conclude.
Gli metto le mani al collo e lo tiro vicino a me accavallando una gamba dietro alla sua schiena.
-Tu sei bellissimo. –dico e lo bacio appassionatamente.
Una sua mano percorre la mia schiena e scende fino al sedere.
Mi stacco, i nostri nasi si sfiorano.
-Sai Luke, dovresti farti perdonare. –dico.
-Per cosa? –chiede dopo avermi dato un bacio a stampo.
-Mi hai svegliato nel mezzo di un sogno. –continuo.
-Sì? Ed era così bello che ti sei pentita di veder il tuo bel ragazzo sdraiato nudo accanto a te? –continua iniziando a spostare la sua mano dal sedere verso la mia intimità.
-Per ora sogno 1 Hemmings 0. –rispondo divertita.
Ride. –Bene, bene, vediamo di sistemare questo svantaggio, non mi piace perdere. –dice divertito.
Si mette sopra di me baciandomi avidamente mentre la mano tra le mie gambe inizia a premere il mio clitoride. Gemo nella sua bocca.
-1 a 1? –domanda.
-Mettiti al lavoro Hemmings. –rispondo tra un bacio e l’altro.
-Rimpiangerai di avermi sfidato, Ferrante. –dice sfregando più velocemente il clitoride.
Urlo per la scossa di piacere che ha percorso il mio corpo.
Luke mi guarda con un ghigno soddisfatto, poi svanisce sotto le coperte e sento la sua lingua leccarmi lentamente, con le dita continua a stuzzicare il clitoride.
Chiudo gli occhi e il mio bacino si spinge contro il suo viso desideroso di avere di più. Infilo una mano tra i miei capelli, mentre con l’altra disegno dei piccoli cerchi sul capezzolo di un seno.
Ogni tanto Luke sostituisce la sua favolosa lingua con le sue dita lunghe che vanno dritte a cercare il mio punto più sensibile.
Mi inarco involontariamente e le mie mani afferrano dei lembi del lenzuolo. La pressione sul mio basso ventre mi sta facendo impazzire fino a quando quel tormento non diventa un’esplosione di piacere.
Sono in preda agli spasmi mentre Luke riemerge dalle coperte leccandosi le labbra.
-Sei dannatamente sexy. –dico cercando di riprendere il fiato.
Sorride. –Direi che il pareggio è raggiunto, ora è tempo di andare in vantaggio. –risponde iniziando a sfregare il pene contro la mia vagina, lo bagna con il mio liquido e poi mi penetra.
Entra ed esce lentamente. Sono spinte profonde che mi fanno contorcere sotto di lui.
Il suo sguardo è fisso nel mio. Gli sorrido e poi facendolo uscire lo faccio sdraiare e mi metto sopra di lui. Infilo il pene e decido io il ritmo. Lui alza il suo addome e afferrandomi le natiche mi aiuta a spingere più in profondità. Le sue labbra cercano i miei capezzoli e io intreccio le dita tra i suoi capelli.
Il tempo sembra essersi fermato solo per farci godere questo momento.
-Ti amo, Luke. Ti amo. –continuo a sussurrargli.
Le sue labbra lasciano i miei seni e reclamano la mia bocca, è un bacio spinto in risposta ai nostri bisogni di sentirci vicini, uno la parte dell’altra.
Sto per venire, ma mi trattengo aspettando anche il mio biondo, così veniamo insieme.
Mentre i nostri respiri tornano ad essere quelli di sempre ci guardiamo in silenzio lasciando qualche bacio qua e là sulla pelle dell’altro.
-Se fosse per me non mi muoverei mai da questo letto. –mi sussurra Luke sdraiandosi e portandomi con se’.
Sono ancora sopra di lui e rimango lì sul suo petto. Gli do un bacio vicino alla clavicola.
-Anche io. –rispondo.
Mi viene da piangere al pensiero che tra poche ore sarà su un aereo che lo porterà lontano da me, ma mi faccio forza e trattengo le lacrime.
Un rumore e scoppio a ridere.
-Questo cos’era? –chiedo divertita alzandomi in modo da rimanere seduta sul suo bacino.
Luke ride. –Cosa ti aspettavi? Sono in fase di crescita! Non mi puoi sfruttare tutta la notte e poi pretendere che le mie batterie siano al 100%.
-Quindi il tuo stomaco richiede cibo? –domando divertita.
Un altro rumore proviene dalla sua pancia.
-Grande amico! Fagli capire che noi abbiamo fame! –esclama rivolto al suo stomaco.
Mi alzo e faccio no con la testa. Prendo la sua maglia e me la infilo.
-Piccola sosta in cucina? –chiedo sorridendo.
Lui è già alla ricerca dei suoi boxer e jeans. –La maglia? –domanda.
-Scordatela. Questa è mia. –dico sorridendo.
Alza gli occhi al cielo e apre la porta della mia camera. –Prego, madamoiselle. –dice inchinandosi.
-Che gentil uomo. –rispondo in tono ironico.
Scendiamo dalle scale e una volta in cucina preparo delle omelette e delle frittelle. Intanto Luke cerca latte, the, caffè e succhi. Praticamente mi sta svaligiando la cucina.
Luke sta cercando di prendere la nuova bottiglia di succo sul ripiano più alto dell’armadietto quando: -Ok, lo ammetto. Non siamo arrivati a casa sua! – esclama in italiano Elisabetta entrando in cucina.
Si blocca sull’entrata e rimane a fissare il mio uomo che senza maglietta mostra il suo corpo perfetto.
-Ehi, tu! A me gli occhi! –dico schioccando le dita.
Lei ride. –Scusa, ma non è colpa mia. È nel mio campo visivo, che posso farci? –chiede in tono ironico.
Luke ci guarda spaesato dato che io ed Elisabetta ci stiamo lanciando frecciatine in italiano.
-Vai a metterti una felpa. –ordino a Luke.
Il biondo intuisce il motivo della nostra disputa amichevole e sorridendo dice: -Non dovrei essere l’unico a doversi vestire. –dice guardandomi. –O cambiarsi. –aggiunge guardano Elisabetta.
Solo in quel momento noto il suo abbigliamento: una lunga camicia a quadri rossa nera e bianca, dei pantaloni della tuta e in mano porta i tacchi e il vestito di ieri sera.
-Nemmeno tu ti sei trattenuta. –continua Elisabetta squadrandomi da capo a piedi.
-Senti chi parla “Non siamo arrivati a casa sua”. –ribatto imitando la sua voce.
Scoppia a ridere. –Tu non hai idea! È stato fantastico. Le leggende su di lui sono tutte vere e non ci credo ancora di poter essere una delle poche donne fortunate ad avere avuto la possibilità di averlo tra le gambe! –esclama.
Elisabetta su certi argomenti non ha mai avuto peli sulla lingua, posso solo immaginare quello che tra qualche secondo mi racconterà calcolando che Harry è il suo idolo per eccellenza.
Luke torna. –Ti unisci a noi per la colazione o Harry ti ha già servito con un bel biscotto? –chiedo in inglese.
Elisabetta alza gli occhi al cielo. –Mi unisco a voi, ho fame, purtroppo sono stata saziata solo da un altro punto di vista. –risponde facendomi la linguaccia.
Rido.
La mora fa una corsa di sopra per appoggiare le cose dell’altra sera e a prendermi un pantalone di una tuta.
-Ok, non voglio sapere che vi siete dette e soprattutto non voglio sapere nulla del biscotto di Harry. –dice Luke sedendosi.
Elisabetta torna e mi lancia i pantaloni. Li indosso e poi vado a sedermi al tavolo con loro.
Silenzio.
Guardo Elisabetta e la vedo che vorrebbe svuotare il sacco seduta stante, poi guardo Luke ed è incantato a guardare davanti a se’ come se stesse cercando di isolarsi consapevole che la mia amica non avesse retto ancora per molto.
-Allora, le soluzioni sono due: o mangiamo in silenzio pensando a quello che ognuno di noi ha in testa oppure facciamo una felice colazione dimenticandoci per qualche minuto di questa nottata pazzesca. –dico per cercare di risolvere la situazione.
Luke mi guarda in modo malizioso. –Pazzesca, amore? –chiede avvicinandosi.
Rido e poi lo bacio.
-Ehi, ehi, buoni voi due! Non voglio vedere un accoppiamento in diretta. –dice Elisabetta attirando la nostra attenzione.
-Ok, da ora facciamo come se nulla fosse. –dico.
Tutto fila liscio: parliamo di Londra, del tour in America di Luke, del Erasmus di Elisabetta, della mia università.
Ma come sempre ho cantato vittoria troppo velocemente.
Elisabetta appoggia la sua tazza e lasciandosi cadere completamente sulla sedia esclama: -Cry, tu non hai idea di quanto ti riempia la bocca per non parlare di là sotto!
Luke sputa tutto quello che ha in bocca, lavando il tavolo con una fontana che zampilla dalle sue labbra.
Io rido picchiando sulla schiena del mio ragazzo che sta rischiando di soffocare a causa del pene di Styles.
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Ovunque andrai
FanfictionCristina è una ragazza italiana che già all'età di sedici anni sa quello che vuol fare nella vita: viaggiare. Grazie ad un'amica di famiglia ha la possibilità di partecipare al concorso di una società americana; così Cristina mette in gioco il propr...