-Wow, Cry! Se non ti sposa Luke ti sposo io! Questa pizza è fantastica! –esclama Michael addentando la quarta fetta.
Lo guardo seria: -Venderesti Luke per una mia pizza?
Risponde tenendo la mia stessa intensità di sguardo: -Sì. –ammette.
Rido.
-Devi rassegnarti, amico! –esclama Ashton. –Ormai sei diventato la sua merce di scambio.
Siamo nel parco di fronte all’osservatorio di Greenwich seduti sulle coperte.
Questa mattina mentre aspettavo, io e Luke abbiamo parlato un po’. Io gli ho parlato di Marco, il mio ex-ragazzo. Stavo benissimo con lui e in qualche modo mi sento ancora in colpa per aver troncato la nostra relazione in quel modo, ma era finita. Io non sarei più tornata in Italia per molto tempo e aspettarci sarebbe stato un impegno troppo grande per entrambi.
Marco mi aveva supplicato di tentare ugualmente di provare a far funzionare la nostra storia a chilometri di distanza, ma io non avevo voluto sentire, non ne avevo voluto sapere. Ero convinta che avrebbe funzionato per i primi mesi, poi il dolore causato dalla lontananza avrebbe preso il sopravvento e sarebbe andato in cerca di qualcuno che avrebbe riempito quel vuoto.
Luke invece mi raccontò di Aleisha. Loro si erano semplicemente allontanati, poi il lavoro dei ragazzi aveva dato il colpo decisivo.
Avevamo passato un’ora a raccontarci i nostri amori passati e prima di uscire Luke mi disse che non mi avrebbe fatto pressione e avrebbe aspettato che io fossi pronta.
Torno con il pensiero al presente e cerco di seguire il discorso dei ragazzi.
-Siete sicuri quindi? –domanda Calum.
-Sì, Cal! E se ce lo chiedi un’altra volta domani ti impedirò di andare a vedere quella cavolo di partita! –esclama esasperato Michael.
-Se siete noiosi! Andremo solo io e Hemmo ! Giusto compare? –chiede cercando di ottenere il consenso di almeno uno dei compagni.
-Giusto, socio! –esclama Luke entusiasta.
-Che partita andrete a vedere? –domando.
-Arsenal contro Chelsea. –mi risponde Luke.
-Sarà uno spettacolo! –esclama Calum.
-Vi prego, basta! Cambiamo argomento. –li supplica Ashton.
-Infatti, avete visto che è uscito il nuovo FIFA? –chiede Michael.
Ashton si mette una mano sulla fronte e si lascia cadere all’indietro. –Perché? Perché? –chiede ridendo.
Ashton ha una risata pazzesca: contagia sempre tutti.
È la prima volta che lo vedo e che ci parlo, questa mattina quando ci siamo presentati era tutto serio e si vedeva che era il più grande dei quattro. Aveva un comportamento responsabile e paterno, poi il tutto si è dissolto in pochi minuti quando mi ha regalato un enorme sorriso mostrandomi due tenere fossette.
È un ragazzo solare a cui piace ridere un sacco, è alto come Calum, ha due gran bei occhi verdi e i suoi capelli castano chiari sono tempestati di ciocche bionde e oggi sono circondati da una bandana nera.
-Ehi! Nemmeno noi abbiamo fatto poi chissà che acquisto quel giorno! –esclama Calum.
È impressionante come si rinfaccino a vicenda i propri difetti chiedendosi il perché siano capitati in quella band; ma poi tutti ridono e torna la quiete, proprio come in quel momento.
-Quando sono i Brit? –continua poi Calum.
-Mercoledì. –risponde Ashton.
-Andate ai Brit Awards? –chiedo spalancando gli occhi.
-Sì. Abbiamo un tavolo. –risponde Michael come se fosse la cosa più facile del mondo ottenere un tavolo a uno degli eventi più importanti del Regno Unito.
-Wow! –esclamo. –Avete già scelto come vi vestirete? –continuo. Infondo nessuno vuole fare brutta figura sul red carpet.
-No. –dice Michael.
-Ma come?! –esclamo.
Calum ride della mia espressione.
-Non preoccuparti! Qualcuno ci dirà che cosa mettere. –afferma Ashton, anche lui divertito.
Luke si alza e prende il pallone da calcio, lo stesso che qualche settimana fa aveva rovinato la mia camicia. -Qualcuno fa due tiri? –domanda.
Ashton e Calum seguono l’amico, io mi alzo e vado a sedermi sulla coperta a fianco a Michael.
-Tu non giochi? –chiedo.
-Non sono molto bravo, ricordi? –risponde sorridendomi.
Rido al ricordo. –Sai che dovrei ringraziarti? –dico.
Michael mi guarda spaesato: -E per quale motivo?
-Bè… è semplice. Se tu non avessi calciato quella palla io e Luke non ci saremmo più rivisti. –spiego.
Sorride: -Abitiamo nella stessa via, prima o poi vi sareste incrociati per strada.
-Se la metti così allora ti ringrazio per aver accelerato i tempi. –dico e gli scocco un bacio sulla guancia.
Michael è un po’ imbarazzato, non se lo aspettava. –Di nulla, Cry. –risponde semplicemente concentrandosi sul gioco degli amici.
I ragazzi si stanno divertendo e credo che la loro voglia di visitare l’osservatorio non sia paragonabile a quella di calciare un pallone.
-Cosa hai detto che c’è qui? –mi domanda Michael.
-Lì c’è l’osservatorio, dove passa il meridiano zero. –dico indicando la collina alle nostre spalle. –Invece in paese vicino al Tamigi c’è la Cutty Sark, una vecchio vascello che trasportava il the dalla Cina a Londra, se non sbaglio dopo questo impiego deve aver navigato anche sulla rotta tra l’Australia e Inghilterra, però in quel caso trasportava lana. –spiego.
-Wow, quella deve essere proprio una ficata! –esclama.
Mi immagino Michael con la benda su un occhio e l’uncino al posto della mano. –Ti vedrei bene nella veste di pirata. –ammetto in tono ironico.
Lui ride e poi richiama gli altri: -Ehi! Pelandroni! Che ne dite di darvi una mossa ed andare a vedere quello per cui siamo venuti?
-Pelandroni a chi, scusa? –chiede Calum.
-Da che pulpito! –esclama Luke.
-Dall’uomo perennemente seduto! –aggiunge Ashton divertito.
Rimettiamo tutto negli zaini di Ashton e Luke e poi andiamo verso la collina. Entriamo nel complesso dell’osservatorio e la prima cosa che facciamo è fare foto buffe sul meridiano zero.
Le facciamo a turno, poi decidiamo di farne una tutti e cinque insieme in fila davanti al monumento che simboleggia quella linea invisibile.
Io mi siedo un po’ prima della statua e poi Calum si mette in ginocchio dietro di me appoggiando la sua testa sulla mia, lo stesso fa Michael con Calum, Ashton con Michael e infine Luke con Ashton.
Prima che la gentile signora, che abbiamo ingaggiato, scatti la foto, Luke esclama: -Occhio a dove metti le mani, Cal!
-Non preoccuparti, Cristina è in buone mani! –esclama Calum in tono ironico.
Ringraziamo la signora e poi visitiamo la mostra e l’osservatorio.
Io e Luke stiamo ancora adottando le tre regole “anti signora Hemmings”, naturalmente lui non sa nulla di come io abbia rinominato le nostre regole. A parte questo particolare fastidioso è bello passare del tempo con i ragazzi.
Sono divertenti e normali. Se li incontrassi per strada non penserai mai che siano famosi. Non gli darei due lire a dire la verità. Però è bello vederli insieme, sono una famiglia. Sorrido a questo mio pensiero.
-Che c’è? –mi domanda Luke avvicinandosi.
-Nulla. –rispondo.
-E dai! Non nascondermi i tuoi pensieri. –continua.
Michael, Ashton e Calum si incamminano verso il paese per andare alla Cutty Sark. Io e Luke gli stiamo dietro.
-Allora? Devo pregarti? –mi chiede imperterrito.
Gli sorrido. –E va bene! Stavo pensando a voi quattro, alla vostra amicizia.
-E…? –mi guarda attentamente. Sono titubante. –Dai la conosco ormai quell’espressione! Ti sei fatta un’idea precisa su di noi, ma non vuoi dirmela. Perché?
-Non è che non voglio dirtela… -dico. –Va bene. –mi decido a svuotare il sacco, naturalmente avrei sorvolato la faccenda delle due lire. –Hai ragione. Mi sono fatta un’idea precisa, ma davvero, non è nulla di speciale. Sono solo arrivata alla conclusione che siete più di una band, siete più di semplici amici. Voi siete diventati una famiglia.
Mi sorride: -Continua. –mi incita.
Alzo lo sguardo verso il cielo: -Bè, tra quaranta/cinquant’anni vi vedo ancora tutti insieme a festeggiare Natale con nipoti e famigliari vari. Quello che voglio dire in poche parole è che siete fratelli.
Luke mi avvolge le spalle con un braccio e mi da un bacio sulla fronte. –Ci voleva tanto a dirmelo? Mi piace il tuo modo di osservare le cose, di conoscere le persone. È bella la tua visione del mondo.
Faccio un sorriso timido e poi lo guardo fisso negli occhi. –Vorrei baciarti. –mi lascio scappare.
Luke ride. –E che aspetti? –mi domanda ancora divertito per la mia confessione.
Mi avvicino e non mi lascio ripetere due volte il suo invito: avvolgo le mie braccia intorno ai suoi fianchi e avvicinandomi lentamente sfioro le sue labbra con le mie.
Stiamo per approfondire il bacio quando Calum si volta ed esclama: -Ed ecco a voi quelli che si fanno mille paranoie per tenere tutto nascosto e poi limonano in mezzo ad un parco pieno di gente!
Luke lo incenerisce con lo sguardo.
I tre amici scoppiano a ridere e io e Luke rimaniamo a bocca asciutta.
-Qualcosa mi dice che ci renderanno la giornata impossibile. –mi sussurra Luke.
Rido. –Va bè, aspetteremo di essere a casa. –rispondo.
Raggiungiamo gli altri e poi li guido verso il vascello tanto desiderato da Michael.
Appena lo vedono tutti e quattro tornano bambini. Visitano il sito con attenzione e non appena si trovano sottocoperta si divertono con i vari giochi interattivi presenti. Fanno a gara con il videogioco dove bisogna pilotare la Cutty Sark e farle fare la sua rotta nel più breve tempo possibile.
Fanno tantissime foto e appena salgono sul ponte del vascello imitano dei pirati all’assalto di una nave nemica.
Mi diverto come una matta a guardarli e ben presto mi ritrovo partecipe del loro stesso gioco, poi però purtroppo veniamo ripresi da un uomo dello staff: -State disturbando gli altri visitatori.
Ci rassegniamo a crescere e così facciamo altre foto, poi decidiamo di tornare a casa.
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Ovunque andrai
FanficCristina è una ragazza italiana che già all'età di sedici anni sa quello che vuol fare nella vita: viaggiare. Grazie ad un'amica di famiglia ha la possibilità di partecipare al concorso di una società americana; così Cristina mette in gioco il propr...