Capitolo 29

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Mi sveglio e mi accoccolo a quelle braccia che per tutta la notte mi hanno tenuta stretta. Ieri sera dopo qualche altro bicchierino siamo tornati a casa, siamo saliti in camera mia e abbiamo iniziato a baciarci dolcemente, a sussurrarci quanto ci amiamo, quanto ci siamo mancati. Ad ogni bacio un capo del nostro vestiario veniva scaraventato da qualche parte nella stanza e ora guardandomi attorno noto che potremmo fare un figurone con gli addobbi di Natale se senza pensare abbiamo reso così la mia stanza. Il suo respiro sul mio collo mi fa venire i brividi riportando alla luce la notte di fuoco appena trascorsa. È stato bellissimo, a parte il suo scherzo a metà serata, l'avrei ammazzato.
Eravamo sdraiati sul letto, lui era sopra di me e mi stava baciando il collo. Mi aveva appena sussurrato che con tutto quel lavoro le ero mancata da morire. Credo che non abbia nemmeno avuto il tempo di rispondergli che mi era crollato addosso. L'ho chiamato, ma il suo respiro si faceva sempre più pesante. Ho imprecato, ho cercato di liberarmi dal suo peso ma era una cosa inutile. Così oltre ad iniziare ad incazzarmi perché dopo una settimana che non lo vedevo lui si era  addormentato, stavo anche rimanendo schiacciata.
Quell'idiota naturalmente non è riuscito a resistere ed è scoppiato a ridere uscendone con una pessima frase: -Non preoccuparti, Hemmings non va mai in bianco!
Io avevo alzato gli occhi al cielo e poi avevamo ricominciato da dove avevamo lasciato.
Sorrido, è stata una delle notti più belle della mia vita e quasi tutte portano la firma Luke Hemmings.
Decido di alzarmi e preparare la colazione. Scendo e trovo Steve e Rebecca tra i libri d università: Rebecca sta aiutando Steve a scrivere la sua tesi per la triennale. Mi salutano e Rebecca mi guarda con gli occhi luccicanti.
-Non ti racconterò nulla. –le dico accompagnata da una smorfia.
-E dai Cry! –esclama Rebecca.
-Lasciala in pace! Può avere la sua privacy. –mi difende Steve.
-Grazie. –lo ringrazio.
Vado in cucina e Rebecca mi segue.
-Sai, se non vuoi raccontare nulla alla tua amica, dovresti cercare di fare più piano la notte. –dice sorridendo.
Io arrossisco di botto e lei scoppia a ridere.
-Becky! Mi servi! –la chiama Steve dal salotto.
-Arrivo! –gli risponde. Poi si avvicina a me e dandomi una pacca alla spalla mi sussurra: -Deve essere una vera potenza questo Hemmings, ma non preoccuparti, ho messo i tappi.
Poi se ne va ed io posso finalmente rimanere sola con il mio imbarazzo.
Preparo tutto su un vassoio, senza dimenticarmi di architettare una piccola vendetta per il suo scherzo e salgo in camera.
Luke sta ancora dormendo e si è letteralmente appropriato del mio letto matrimoniale. Cerco di farmi spazio ed appoggiare il vassoio sul letto.
Poi inizio a carezzargli il viso. –Ehi, amore! Sveglia, ti ho portato la colazione.
Piano piano apre gli occhi e mi guarda sorridente.
Mi chino per dargli un dolce bacio sulle labbra.
-Dormito bene? –chiedo.
Annuisce.
-Ti amo. –dice.
-Anche io. –e gli rubo un altro bacio a stampo.
Si mette seduto e io mi metto accanto a lui avvicinando il vassoio e poi inizio a bere il mio caffè.
Sul vassoio ci sono anche qualche brioches che Steve ha preso questa mattina presto, dopo la sua corsa al parco.
Lui ne prende una, nemmeno a farlo apposta quella che io ho sabotato per fargliela pagare.
L'addenta e la mangia tranquillamente come se nulla fosse. Ma come?!? L'ho riempita di maionese e a quest'ora dovrebbe essere già in bagno a sputare tutto.
La mangia senza fare nemmeno una smorfia di disgusto.
-Buona? –domando.
-Mmh, strana. Pensavo fosse dolce, ma mi accontento anche del salato. –risponde.
-Non ci credo. Hemmings e lo stomaco di ferro. –sussurro.
-Cosa? –chiede spaesato.
-Nulla, era la mia vendetta, ma direi che ho miseramente fallito. –spiego.
-Ah, si? La tua vendetta? –domanda spostando il vassoio sul comodino e intrappolandomi nella sua presa.
-Sì, ho riempito quella brioches di maionese. Dovevi essere steso già da un pezzo, ma a quanto vedo il tuo stomaco è abituato al peggio. –dico in tono ironico.
Lui per risposta inizia a farmi il solletico e sta per avvicinarsi pericolosamente alle mie labbra con quel brutto alito che sa di maionese quando il suo telefono squilla.
Sbuffa sonoramente.
-Ma sarà possibile? Tutte le volte la stessa storia! –esclama ricordando che puntualmente veniamo interrotti dal suo maledetto cellullare, ma questa volta è stata una fortuna: odio la maionese.
-Quanto è quotato Ashton? –mi chiede ridendo e lasciando squillare l'aggeggio malefico.
Mi unisco alla sua risata. –Ha un tempismo pessimo quel ragazzo. –aggiungo.
Luke guarda la schermata. –Oh, merda! –esclama e si affretta ha rispondere.
-Ciao, mamma! –esclama. Si mette una mano dietro la testa e inizia a massaggiarsela.
-Sì, sono uscito presto. Sai ho scoperto un posto dove fanno delle buonissime brioches alla maionese, non piacciono a nessuno degli altri tre per quello non gli ho detto nulla. –continua facendomi una smorfia.
-Sì, sì, hai sentito bene! Ho proprio detto brioches alla maionese, dovresti provarle, Ma! Sono una favola! –esclama alzando gli occhi al cielo.
Rido.
-Sono per strada, tra massimo dieci minuti sono a casa. Ok? Bene, a dopo. –chiude la chiamata.
-Mamma? –chiedo io divertita.
-Esattamente! –esclama infilandosi i jeans e poi sedendosi sul letto per infilarsi le scarpe.
Poi mi guarda.
-Che c'è? –domando.
Mi indica. –Che ne dici di ridarmi la mia maglia? –chiede.
-No. –dico decisa e tenendo i lembi della T-shirt attaccati al mio corpo.
-No?!? Ahi, ahi Cristina. Sai che rischi a metterti contro Luke Robert Hemmings? –continua lui divertito.
-Wow, tremo già di paura. –dico spalancando gli occhi in modo scenico.
Lui rimane serio e si avvicina guardandomi intensamente negli occhi e facendo cadere ogni tanto il suo sguardo sulle mie labbra.
Sono ipnotizzata dal suo sguardo e così lascio cadere tutte le mie difese. Lascio i lembi della maglia e avvolgo le mani dietro al suo collo. Elimino quella poca distanza che è rimasta tra noi e faccio combaciare le nostre labbra.
Lui appoggia le sue mani sui miei fianchi e comincia ad accarezzarmi la mia schiena in modo da tenermi più vicina a sé.
Approfondisco il bacio, ma il sapore di maionese è ancora presente nella sua bocca così mentre mi stacco con faccia disgustata lui è veloce: mi toglie la sua maglia e mi lascia seduta sul letto solo con gli slip.
-Stai decisamente meglio così, amore! –esclama lui infilandosi il suo bottino.
-Stronzo! –esclamo.
-Anche io ti amo! –dice scoccandomi un bacio sulla guancia e andando verso la porta.
-Ci sentiamo. –dice uscendo. Sento che saluta Rebecca e Steve al piano di sotto e poi lo guardo dalla mia finestra tornare a casa.
Sta aspettando fuori dalla porta e guardando verso la mia direzione mi saluta. È Liz ad aprirgli. Vede che sta salutando, così esce ma non vede nessuno per la strada così da un coppino al figlio e lo spinge dentro.
Sorrido e poi torno dai miei coinquilini.


Luke mi ha scritto che sarà impegnato per tutto il giorno. Questa sera e domani avrà le serate finali del tour qui a Londra, inoltre la mamma e la sorella di Calum sono venute apposta dall'Australia per vederli suonare.
Gemma ed io abbiamo i biglietti per domenica, Luke ha invitato anche Rebecca e Steve. Così mi ritrovo in camera mia a guardare il soffitto e pensare a cosa diavolo fare.
In società avevano diminuito i ritmi di lavoro perché l'acquisizione era finalmente completata, ero addirittura al passo con lo studio in università. Tra poco ci sarebbero stati i parziali, ma non ero di certo preoccupata, così decido di scendere al piano inferiore e diventare la seconda schiava di Steve.
Ci sta mettendo l'anima, deve dare ancora gli ultimi esami e quindi di logica dovrebbe iniziare la tesi dopo averli superati, ma grazie alla società può già laurearsi. Così darà gli ultimi esami tra un mese e poi appena prima di partire festeggeremo anche la sua laurea.


Qualcuno si sta divertendo da matti a suonare il nostro campanello. Ma che diavolo!
-Cristina, vai ad aprire! –esclama Steve irritato e sepolto da mille carte.
Rebecca ha deciso di andare a fare una passeggiata, così alzo il culo dal divano e mi dirigo verso la porta.
La apro e una mano mi afferra il polso trascinandomi fuori.
-Abbiamo solo pochi minuti. –dice e senza nemmeno lasciarmi il tempo di controbattere inizia a baciarmi con trasporto.
Mi stacco. –Ciao anche a te Luke! –dico divertita di questo attacco.
Mi abbraccia. –Mi sei mancata. –continua.
-Anche tu. Pronto per l'ultima serata di tour? –chiedo sorridendogli e scostandomi leggermente.
Annuisce. –Grande serata finale questa sera e sarà la più bella perché ci sarai tu.
Gli do un leggero bacio sulle labbra. –Da quando sei diventato così tenero? –domando in tono ironico.
Alza gli occhi al cielo.
-Dovrò controllare tutte le uscite del teatro oppure avrò l'opportunità di salutarti questa sera? –chiedo.
-Dipende, sai ho molte altre fans da accontentare. –scherza.
-Ah, sì? –continuo non volendo lasciargli l'ultima parola.
-Sì, ma troverò qualche minuto anche per te. –risponde.
-Vediamo se questo ti farà cambiare idea. –dico e prendendo il suo viso tra le mani lo bacio. Un bacio dolce, lungo e poi prima di staccarmi gli mordo delicatamente il labbro inferiore.
-Allora? –chiedo. –Sarò io la prescelta?
Ride e mi abbraccia.
-Luke! –esclama una voce a me sconosciuta.
Lui si stacca dall'abbraccio e si volta verso la strada.
Guardo le due donne. Sorrido: ci metto la mano sul fuoco che quelle che ho davanti sono mamma e sorella Hood.
Sicuramente Calum non ha mani avuto dubbi dei possibili scambi alla nascita: è la fotocopia della madre e la sorella è bellissima. Entrambe hanno quel tipico fascino orientale.
Luke scende le scale e mi trascina con lui stringendomi la mano.
-Joy, Mali Koa, lei è Cristina. Cristina, loro sono Joy e Mali Koa. La mamma e la sorella di Cal. –fa le presentazioni Luke.
Stringo la mano delle due.
-Quindi tu sei la donna in affari? –chiede Mali Koa.
Faccio una mezza smorfia. Annuisco e poi aggiungo: -Adoro Calum, ma inizierò ad odiarlo seriamente se non la pianta con questo soprannome.
Ridono.
-Ci sarai anche tu questa sera, giusto? –chiede Joy.
-Sì, sì. Anche i miei coinquilini e Gemma. –rispondo.
-Che fate ora? –chiede Luke alle due.
-Avremmo pensato di farci un giro per il centro. –risponde Mali Koa.
-Tanto voi adesso dovete andare a fare le prove e dato tua madre viene con voi abbiamo deciso di concederci un po' di svago. –aggiunge Joy.
-Ah, tra l'altro ti stava cercando. –continua la figlia.
-O merd... -non finisce la frase, credo per la presenza di Joy. Così mi da un bacio sulla guancia e dopo aver detto ciao inizia a correre verso casa.
Tutte e tre rimaniamo ferme a fissarlo e poi scoppiamo a ridere.
-Vedo che Liz continua a farsi rispettare anche se ormai è diventato una torre quel ragazzo! –esclama Joy divertita.
Rido della battuta.
Si voltano nuovamente verso di me.
-È stato un piacere conoscerti, ora è meglio che andiamo prima di perdere il bus. –dice Joy abbracciandomi.
Rimango sorpresa da quel gesto, aspettando qualche secondo prima di contraccambiare, ma poi sorrido e ricambio l'abbraccio.
Anche la figlia la imita. –Non preoccuparti che il tuo segreto è al sicuro con noi. –mi sussurra.
-È stato un piacere anche per me. Ci vediamo questa sera. –dico mentre si dirigono verso la fermata.
Così dopo averle salutate rientro e decido di dare nuovamente una mano a Steve come il giorno prima, così che anche lui possa venire più tranquillo al concerto.

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