Capitolo 35

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I ragazzi stanno facendo il sound check, io invece sto girovagando fuori dai magazzini generali per vedere il delirio delle fans. È inquietante quante ragazze ci siano!
Mi fermo dietro a un gruppo di genitori che si lamentano per il fatto che tutto l’evento sia in ritardo. I ragazzi non c’entrano nulla, è colpa di chi ha organizzato l’evento italiano, purtroppo ha trascurato diversi aspetti e chi ne risente sono le fans. I genitori fanno anche una gara per vedere chi è stato più lontano per accompagnare le proprie figlie per vedere qualche celebrità.
Sorrido, mio padre mi avrebbe mandato letteralmente a cagare se gli avessi proposto una cosa del genere, fortuna per lui ha avuto una ragazza fissata con il volley, per cui bastava postarmi al palazzetto di Milano per essere eletto il papà migliore del mondo.
Rimango lì per un po’ a respirare l’aria di casa, poi tra le teste delle fans delle ultime file riconosco un viso famigliare.
Mi avvicino.
-Elisabetta? –chiedo.
Lei si volta. –Cristina! –esclama abbracciandomi. –Che ci fai qui? –chiede.
Le dico che sono venuta a trovare i miei genitori e che passavo di lì. –Tu invece? –chiedo.
-Ci sono i 5sos. –dice indicando i magazzini. –Purtroppo non sono riuscita a vincere i biglietti disponibili. –spiega dispiaciuta.
Annuisco e in quel momento le ragazze iniziano ad urlare.
-C’è Liz! Liz! –esclamano e dal nulla Liz sale sulla piattaforma preparata per fare un po’ di foto.
Poi quando scende il boato non si placa.
-Arrivano! O mio Dio! Sono loro! –esclamano.
Elisabetta si concentra e quando tutti e quattro sono sulla piana le fans li accolgono con urli infiniti.
Sorrido e sono orgogliosa del mio uomo là in alto.
Parlano per un po’ e poi se ne vanno per prepararsi definitivamente per il concerto.
Elisabetta torna con i piedi per terra.
-Ora che fai? –le chiedo.
-Torno a casa, ti accompagno così parliamo dato che è da un po’ che non ci sentiamo. –dice.
Annuisco. Elisabetta è un’amica d’infanzia, in questi due anni ci siamo sentiti solo per Skype come con il resto dei miei contatti qui a Milano.
-Allora come va qui la vita? –le chiedo mentre aspettiamo che un po’ di gente lasci il posto.
Mi racconta dell’università di biologia e che presto partirà per l’Erasmus a Londra.
-Hai già trovato un appartamento? –le chiedo.
Fa no con la testa. –Sabato sarò a Londra per vederne un paio. –dice.
-E poi quando inizi l’Erasmus? –chiedo.
-Tra due settimane. Durerà solo sei mesi però. –risponde mentre ci incamminiamo.
Faccio un breve calcolo mentale.
-Se vuoi fino a metà giugno noi rimaniamo in Inghilterra, abbiamo una stanza in più se vuoi usufruire, dovrei chiedere prima ai miei coinquilini, ma non credo che per loro sarà un problema, al massimo se dovessimo ricevere degli ospiti farò il sacrificio di dividere il mio amato letto con te. –dico in tono ironico.
-Sul serio? Sarebbe fantastico, avrei tutto il tempo per andarmi a cercare un appartamento a basso costo. –dice lei tutta felice.  –Ma dove stai andando? –chiede lei, quando nota che sto prendendo una via laterale.
Le sorrido. Non le ho ancora detto nulla di Luke: non so come possa prenderla e, dato che non ho intenzione di portarmela a spalle nel caso svenisse, ho pensato di farle questa piccola sorpresa.
-Fidati di me. –le dico sorridendo.
-Dai, non tenermi sulle spine! Sai che odio queste cose! –esclama.
Ormai siamo sul retro dei magazzini.
-Perché siamo qui? –domanda non capendo.
-Prometti che non sverrai o cose del genere. –dico.
Annuisce. –Dai, mi conosci, ho il sangue freddo. –risponde.
-Ok, allora ti dico che riusciremo ad entrare per vedere i ragazzi. –le dico.
-Certo, come no. –risponde scettica.
-Vedrai! –esclamo concludendo con una linguaccia.
Prendo il telefono e chiamo Liz per chiederle se manda qualcuno ad aprirci, infatti qualche secondo dopo arriva un ragazzo tutto vestito di nero che ci apre il cancello.
Mostro il mio pass e dico che Elisabetta è con me.
Lei rimane a bocca aperta.
-Che ti avevo detto? –le dico divertita. –Sei ancora una secchia in inglese, giusto? –continuo.
Annuisce senza sapere che dire. Mi segue per le scale sul retro verso il camerino dei ragazzi.
Incontriamo Liz che sta andando verso il palco per trovare un buon posto per fare foto.
-Ehy, Cry! È andata bene dalla tua famiglia? –mi chiede.
-Sì, è stato bellissimo. Grazie davvero. –dico.
-E di cosa? Mica sono io che ho organizzato tutto. –dice sorridendo e abbracciandomi. –Sono felice che li abbia rivisti.
-Grazie per averlo messo al mondo. –le sussurro all’orecchio.
Ride.
-Ci sarai a cena, giusto? –chiedo poi staccandomi.
Annuisce. –Vieni con me? –chiede.
-Ti raggiungiamo dopo. Comunque lei è Elisabetta, una mia amica d’infanzia. –dico.
Si stringono la mano e poi Liz se ne va.
-Hai presente quando ti ho promesso che non sarei svenuta? –chiede titubante Elisabetta.
-Sì? –domando a mia volta.
-Ecco, forse non riuscirò a mantenere la promessa. –dice ridendo. –Ma come fai a conoscerla?
Faccio no con la testa divertita, le prendo la mano e la trascino verso il camerino. –Vedrai. –dico.
Siamo davanti a quella porta.
-Ok, no Cry. Non farlo. –mi supplica. –Credo di non essere affatto pronta. –mi supplica.
Busso. –Ops, troppo tardi! –esclamo divertita.
Elisabetta mi sta stritolando la mano.
Ashton apre e posso finalmente dire addio alle mie povere ossa.
Sorride e entriamo.
-Ehi, ragazzi! Pronti per spaccare? –chiedo.
-Nati pronti! –esclama Calum.
Lascio la mano di Elisabetta e la presento ai ragazzi che uno alla volta la salutano.
-Noi dobbiamo andare ora, Guglielmo sta preparando le fans. –dice Luke avvicinandosi.
Mi avvolge i fianchi e attirandomi a se’ aggiunge: -Mi dai il bacio della fortuna? –mi chiede facendo gli occhi dolci.
Sorrido e lo accontento.
Naturalmente ormai è diventato impossibile avere momenti dolci quando Calum è nelle vicinanze, infatti un cuscino ci arriva dritto in testa facendoci staccare.
Il moro ride e dopo aver preso una bottiglietta d’acqua corre fuori.
-Idiota! –urla Luke. –Ora te la faccio pagare! –continua.
Scioglie la presa sui miei fianchi e dopo avermi dato un bacio sulla guancia dice: -Ci vediamo dopo amore. Ora devo ammazzare un mezzo neozelandese-irlandese.–poi corre via.
Ashton e Michael ridono e dopo averci salutato ci lasciano sole nel camerino.
Elisabetta è immobile.
-Eli, tutto bene? –le domando.
Annuisce. –Come… ma… cioè… insomma… -balbetta.
Rido divertita del fatto che la mia amica non riesca più a costruire una frase di senso compiuto.
-Andiamo a vederli? Promesso che intanto ti racconto tutto. –le dico.
Andiamo nello stage del palco vicino a Liz e inizio a spiegarle tutto senza tralasciare nessun dettaglio: è imbarazzante parlare delle prestazioni di Luke a due passi dalla madre, ma grazie al mio amato italiano non c’è il rischio di fare figure di merda.
Ci divertiamo, ascoltiamo i ragazzi, parliamo e finalmente il tutto giunge alla fine.
Elisabetta a malincuore deve tornare a casa, così dopo aver rubato uno scatto e qualche autografo ai ragazzi scappa via.
Io aspetto Luke e dopo aver fatto un salto in hotel andiamo tutti verso casa Ferrante.


Mia madre evidentemente ha cucinato tutto il pomeriggio. C’è cibo per un reggimento intero, ma in meno di un’ora i ragazzi hanno spazzolato tutto apprezzando la cucina di mia madre.
Giulia e Adriano sono sul divano mentre noi parliamo.
Liz sta parlando con mia madre, i ragazzi tra di loro e io con mio padre che mi sta chiedendo della società, dell’università e delle novità di Londra.
-Non stai trascurando i tuoi impegni, vero piccola? –mi chiede.
-Niente affatto, papà! –rispondo sorridendo.
-Bene. –conclude.
Sento che sta per chiedermi di Luke, ma come capita in queste situazioni non riesce a trovare le parole giuste. Anche io non so se svuotare subito il sacco o aspettare che sia lui a trarre quelle conclusioni ovvie.
Il salotto si trova momentaneamente in silenzio, solo qualche rumore di posata e il chiacchiericcio della TV accesa da Adriano fanno da sottofondo.
-Mamma, papà! –esclama Giulia attraendo l’attenzione su di se’.
La bimba indica il televisore: Serena e Den di Gossip Girl si stanno sbaciucchiando passionalmente.
-Adriano, ti sembrano cose da far vedere a tua sorella?! –risponde mio padre.
-Sembrano Cristina e Luke! –continua innocentemente Giulia.
Io arrossisco di botto, Luke mi guarda con lo sguardo carico di domande sentendosi chiamato in causa, mio fratello scoppia a ridere e mia madre afferra la mano di mio padre pronta a placare la rabbia che da un momento all’altro potrebbe sprigionare.
I nostri ospiti non capiscono cosa stia succedendo, io abbasso lo sguardo sul tavolo quando Luke mi chiede: -Che sta succedendo?
Lo guardo dritta negli occhi.
-È giunta l’ora di correre, Hemmings. –dico.
Lui spalanca gli occhi e capisce che mio padre ha scoperto tutto.
È immobile, ma poi una risata fragorosa ci fa distogliere uno dallo sguardo dell’altra. Mi volto: mio padre sta ridendo?
-Sul serio gli hai detto di correre? –dice sogghignando nella lingua comune a tutti.
Annuisco.
-E perché mai? –chiede divertito.
-Ti devo ricordare Marco e tutto il resto? –domando a mia volta sussurrando in modo tale che solo lui sentisse.
-Certo che no, ricordo tutto perfettamente come se fosse ieri. –risponde rialzandosi e spostandosi dietro me e Luke.
Sono preoccupata, che ha intenzione di fare ora? Afferrerà Luke per la maglietta? Gli premerà la testa nel piatto?
Ho tutte le ipotesi più disastrose nella mia mente, ma invece il mio vecchio mi sorprende: appoggia una mano sulla mia spalla e una su quella di Luke.
-Cara, va al mio posto che ora io e Luke dovremo fare una lunga chiacchierata. –dice serio. –Nulla in contrario, vero Luke? –aggiunge.
-Certo che no, Signor Ferrante. –risponde.
-Bravo, ragazzo! Comunque chiamami pure Giorgio. –dice sedendosi al mio posto che intanto ho lasciato libero.
Calum e Michael se la ridono divertiti, a tal punto che il moro si lamenta per il mal di pancia, mentre Ashton e Liz li riprendono cercando di fargli riacquistare un po’ di contegno.
Il resto della serata scorre via tranquillo e purtroppo è arrivato il momento dei saluti.
Avrei tanto voluto passare la notte a casa, ma il giorno dopo avremmo avuto l’aereo molto presto.
Dopo le mille raccomandazioni, baci e abbracci chiudo la porta alle mie spalle e mi fiondo tra le braccia di Luke sapendo che prima o poi avrei rivisto la mia famiglia, ma che per ora avrei dovuto accontentarmi dei ricordi di questa bellissima giornata.
Prima di raggiungere l’hotel facciamo un salto al Duomo e mostro a Luke il mio negozio preferito: la libreria Mondadori. Purtroppo sembriamo degli zombie e quindi poco dopo ce ne andiamo a dormire.

Piccolo spazio *****

Ciao!!!! Che dire sono felicissima che vi piaccia la mia storia... piano piano vedo che stanno aumentando le letture :) Diciamo che questo non è proprio uno dei miei capitoli preferiti però introduce Elisabetta. Per ora dice poco nulla questa ragazza, ma ho grandi progetti per lei per quanto riguarda i capitoli successivi. MOLTO GRANDI... (quando leggerete quel pezzo che ora sta solo nella mia testa interpreterete meglio quel "GRANDI", o forse meglio grosso... bho ahaha)Beh, al prossimo capitolo e lasciate tanti voti! Mi raccomando :) Baci

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