Capitolo 45

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Siamo a giugno e io per ora ho mantenuto tutte le promesse fatte: Steve, Rebecca ed Elisabetta non mi hanno più vista piangere davanti ai loro occhi, io sto dando il massimo in società, ho già dato tutti gli esami in università raggiungendo ottimi risultati e ho ancora quel maledetto ciondolo al collo.
Nessuno mi ha chiesto qualcosa riguardo a questa mia stupida scelta e nemmeno io ci ho riflettuto molto, ma è come se questo piccolo cuore mi desse la forza di andare avanti, simile ad un punto di partenza da cui ripartire.
Comunque anche Rebecca ha concluso l'università ed ora manca solo Steve, due giorni e poi sarà laureato.
Intanto, mentre lui perfeziona la sua tesi io e Rebecca inscatoliamo i nostri averi.
Partiamo.
Anno nuovo in Australia, prima però la società ci ha regalato una vacanza in Italia, per modo di dire dato che staremo dai miei genitori.
Anche Elisabetta sta concludendo il trasloco; per i restanti giorni di Erasmus starà da Gemma dato che Harry è in giro per mezzo mondo, beh, sappiamo con chi.
Quei due si sono legati veramente tanto e se supereranno la prova della distanza non mi stupirei se la loro storia diventasse qualcosa di serio.
All'inizio era solo divertimento e stando hai racconti di Elisabetta si divertivano eccome, ora però lui la chiama tutti i giorni e passano ore intere al telefono.
È bello vederla sorridere e mordersi il labbro inferiore mentre parla con Harry, mi ricorda la sottoscritta qualche mese fa.
Scaccio via quei pensieri e continuo a svuotare la mia stanza, oggetto dopo oggetto.
Prima di partire faremo una piccola festa per festeggiare Steve e salutare Gemma ed Elisabetta.
Gemma mi ha aiutato molto, mi è stata vicinissima anche se a volte starle vicino mi faceva male perché mi ricordava la "questione LRH". Ironicamente l'avevamo nominata in quel modo assurdo.
Con gli altri ho perso tutti i contatti, anche se credo che Gemma ed Elisabetta diano delle informazioni sul mio conto.
Mi mancano, alla fine erano diventati miei amici, ma anche solo il pensiero di avere un contatto indiretto con il biondo mi fa accapponare la pelle.
È passato più di un mese e una cosa sicuramente non è cambiata: Luke è ancora nel mio cuore.

23 giugno 2014. Italia. Finalmente sono di nuovo a casa.
I miei genitori, insieme ad Adriano e a Giulia ci stanno aspettando di fronte agli arrivi. Lascio le valigie dove sono e corro verso di loro abbracciandoli uno alla volta. Forte come a dimostrare a me stessa che non è il solito sogno, ma la vera e pura verità. Sì, sono tornata a casa.
Steve mi riporta le valigie e insieme andiamo verso l'auto.
Arrivati a casa mostro a Steve e Rebecca le loro camere e poi, mentre aspetto che i miei coinquilini si sistemino, mi dedico completamente alla mia famiglia.
Siamo seduti in salotto e io intanto mi spupazzo mia sorella.
-Allora come è stato l'anno a Londra? –mi chiede mio padre per avere un quadro generale.
-Molto produttivo. Soprattutto tra febbraio e marzo quando c'è stata quell'acquisizione. Ricordi? Ve ne avevo parlato bene quando... -non concludo la frase. Troppi ricordi.
-Ah, sì! Quando ci hai fatto quella sorpresa! A proposito, come sta Luke? –mi chiese mia madre.
-Dai, mamma! Lasciamo perdere, parliamo di voi! Dimmi Giulia, come sta andando il centro estivo? –domando per distogliere l'attenzione.
-Bene. Ma questa settimana non vado, la passo tutta con te. –confessa felice.
Io l'abbraccio forte e le scocco un bacio sulla guancia. Quanto mi è mancata!
Tutti mi sono mancati, ma non rimpiango la scelta che ho fatto. È dura portarla avanti, ma ormai è diventata la mia vita.
Quando finalmente Steve e Rebecca tornano tra noi, decidiamo di andare a fare un giro veloce in piazza Duomo prima che il pranzo sia pronto.
I due americani sono entusiasti del Duomo e io inizio a spiegare un po' della vecchia storia italiana. Con noi ci sono anche i miei fratelli. Adriano non ha problemi a capire quello che dicono i miei amici, ma si vede che gli manca la pratica sul campo, così a parte qualche si e qualche no non spiaccica parola, invece la mia sorellina tenta in tutti i modi di socializzare così per darle una mano le faccio da traduttore.
Sempre in piazza Duomo c'è il mio negozio preferito: la libreria. Ma appena chiedo a Steve e Rebecca se vogliono farci un giro, loro mi dicono di no senza nemmeno pensarci.
-Da quando voi due non avete voglia di vedere una libreria? Non è da voi! –esclamo contrariata.
-Avremo tempo di andarci, Cry! –dice Steve.
-Infatti, e poi ora si è fatto tardi. –continua Rebecca facendomi notare che effettivamente eravamo in ritardo per il pranzo.

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