Il campanello suona.
-Vai. -dice semplicemente Gemma facendo un cenno verso la porta.
Le sorrido e senza farmelo ripetere due volte mi alzo e vado dritta verso l'entrata.
Non chiedo nemmeno chi sia e abbasso la maniglia.
Ha il fiatone, le due mani appoggiate sugli stipiti della porta e il viso rivolto verso il basso.
-Luke. -sussurro con il cuore che batte all'impazzata.
Alza lo sguardo e i suoi occhi incontrano i miei.
Le farfalle nello stomaco stanno per esplodere, sento la tensione e i brividi su tutto il corpo.
-Cry. -dice lui sorridendomi e riacquistando un po' di fiato.
Rimaniamo fermi a guardarci, senza fare nulla, sommersi da un silenzio imbarazzante.
-Quindi... -tento di iniziare una conversazione, ma Luke stacca velocemente le mani dagli stipiti, le appoggia sul mio viso e avvicinandosi mi bacia.
Non ho nemmeno il tempo di realizzare quello che sta succedendo che mi ritrovo con le braccia attorno al suo collo contraccambiando il bacio e stringendolo più vicino a me.
Finalmente mi sento bene, l'unica cosa di cui avevo bisogno è di fronte a me e contraccambia i miei sentimenti.
Un colpo di tosse mi fa tornare alla realtà.
-Scusate, ma... -inizia Gemma.
Luke si stacca dalle mie labbra, ma rimane vicino a me, sfrega il naso contro il mio e sento il suo respiro sul viso.
Né io, né lui stiamo ascoltando quello che Gemma sta dicendo.
-Andiamocene. Presto arriveranno anche gli altri. -sussurra.
Annuisco e dopo avermi preso per mano corriamo via insieme.
Ci fermiamo su un altopiano che da sul mare: un'alta costa rocciosa.
Durante il tragitto nessuno dei due ha spiaccicato parola, ma adesso è l'ora delle spiegazioni.
Ci sediamo rivolti verso il mare: il rumore delle onde che si infrangono sulla costa frastagliata mi rilassa e piano piano mi aiuta a calmarmi.
La luna è alta in cielo e guardandola non posso che pensare a come siamo stati stupidi.
-Perchè? -chiedo a un certo punto.
-Ero confuso. Poi tu mi hai detto basta senza concedermi un po' di tempo. -spiega.
-Luke, tu non potevi essere confuso, non dopo quello che mi hai detto e soprattutto non dopo quello che mi hai promesso! -esclamo perdendo tutta la calma che il paesaggio mi aveva trasmesso.
-È stato solo un momento di debolezza. Se tu non avessi detto quelle parole avrei rimesso la testa apposto. -continua con lo stesso tono.
-No, Luke. Lei era qui accanto a te, l'avresti scelta. -dico sicura delle mie parole.
Fa no con la testa.
-Non ho mai smesso di amarti, sono stato con lei solo per qualche mese senza guardarla nemmeno per un giorno come ho sempre guardato te. Mi sono chiuso pian piano in me stesso, ero diventato scontroso e non volevo parlarne con nessuno. Se lo avessi fatto, avrebbero sicuramente svuotato il sacco e con che coraggio mi sarei ripresentato alla tua porta? I ragazzi ogni tanto raccontavano di proposito qualche tua notizia, facendo finta di non farlo apposta, ma lo sapevano che ogni volta quello che dicevano era una pugnalata al cuore. Dicevano che stavi male, ma tutte le volte mi convincevo che prima o poi ti sarebbe passata, che io non sarei mai stato l'uomo giusto per te, ma che soprattutto non ti meritavo, non dopo quello che ti avevo fatto. Il tour mi ha aiutato a concentrarmi su altro e ad arginare il dolore, ma pur stando con Aleisha non ti ho mai dimenticato. In Italia ho chiesto se fosse possibile fare un incontro con i fans e ho proposto di farla nella tua libreria preferita. -ride amaramente.
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Ovunque andrai
FanficCristina è una ragazza italiana che già all'età di sedici anni sa quello che vuol fare nella vita: viaggiare. Grazie ad un'amica di famiglia ha la possibilità di partecipare al concorso di una società americana; così Cristina mette in gioco il propr...