Raggiungiamo i ragazzi accompagnati da una cameriera con il vassoio pieno di ordinazioni.
-Dove eravate finiti? –domanda Calum prendendo il suo Cuba libre.
-C’era molta gente al bar. –risponde Luke dandomi una pacca sul sedere che fortunatamente nessuno nota.
-Ma Elisabetta ed Harry? –chiedo sedendomi.
-Sono in pista. –mi risponde Ashton.
Cerco tra la folla e finalmente trovo la mia amica: sta ballando con Harry e anche se un’altra decina di ragazze tenta di attirare l’attenzione del cantante, lui sembra divertirsi e scherzare solo con lei.
Luke mi da un bacio sulla guancia: -Che guardi?
-Harry ed Eli. Stanno ballando insieme. –rispondo indicandoglieli.
-Sono così interessanti? –domanda mettendomi un braccio attorno alle spalle.
-No, pensavo solo all’agitazione di Elisabetta in auto ed ora guardali! Ballano e ridono insieme. –spiego. –Sai, a guardarli meglio non sarebbero nemmeno una brutta coppia. –gli sussurro all’orecchio e mentre Luke sta bevendo un sorso del suo drink aggiungo: -E avrebbero anche l’età giusta. Harry fa le cose per bene. –concludo facendogli una linguaccia, ricordandogli la nostra piccola differenza d’età.
Non faccio a tempo a concludere la frase che Luke sputa il liquido che ha in bocca sporcando tutto il tavolino e inizia a ridere come un matto.
Ha attirato l’attenzione di tutti gli altri.
-Che c’è Luke? –domanda Michael.
Luke non riesce a rispondere, continua a ridere tenendo le mani sulla pancia cercando di riprendere aria ogni tanto. Così non riuscendo a far altro mi indica e io ho tutti gli occhi puntati addosso.
-Non mi sembra di aver letto nulla di divertente. Ho solo fatto notare che Harry ha capito di “stare”… –mi soffermo su questa parola facendo davvero il segno delle virgolette con le dita –…con una più giovane di lui.
Anche gli altri si uniscono alla risata di Luke e io rimango immobile a fissarli non riuscendo a capire che abbia detto. Sarà colpa del sottile senso dell’umorismo inglese? No, troppi australiani al tavolo. Ci hanno messo qualcosa di illegale nei drink?
-Mi spiegate? –dico scocciata dopo un po’.
-Il mio fratellino… -inizia Gemma tra le risate –…all’età di diciassette anni stava con Caroline Flack.
Continuo a non capire, non mi dice proprio nulla questa Caroline Flack.
-Quindi? –continuo non trovando una conclusione logica.
-Quindi lei aveva trentadue anni! –esclama Ashton divertito.
Spalanco la bocca. Porca puttana! Faccio un breve calcolo: quindici anni di differenza!
-Non lo sapevo. –dico cercando di tener sotto controllo il mio stupore.
Quando finalmente le risate si disperdono Calum e Michael tornano in pista, Ashton e Gemma si baciano e parlano tra di loro. Sorrido pensando che potrei suggerirgli lo sgabuzzino, ma verremmo scoperti.
Gemma mi guarda e dopo un bacio di Ashton sul collo ci dice: -Ehm, ragazzi! Grazie per la serata, ma ho ancora un paio di scatole da spostare a casa.
-Vado a darle una mano. –la interrompe Ashton.
-Certo, Ash! Aiuta la tua damigella in pericolo! –lo schernisce Luke.
-Salutate voi gli altri? –chiede Gemma.
Annuisco, così ci lasciano soli.
Luke guarda il telefono. –Sono le 22.30. hanno resistito un’ora e mezza. –dice in tono ironico.
-Ci hanno battuto! –esclamo.
Ho la schiena appoggiata al divanetto, Luke rimette il braccio attorno alle mie spalle e con l’altra mano mi accarezza la coscia rimanendo vicino all’orlo del mio vestito.
-Al massimo siamo noi che li abbiamo battuti. –dice guardandomi con uno sguardo malizioso.
-Intendo che loro hanno resistito di più di noi. –spiego.
La sua mano diventa indecisa.
-Non azzardarti! –lo minaccio. –Ci possono vedere tutti! –aggiungo contrariata.
Mi bacia e poi mi morde il labbro inferiore. Lo guardo fisso negli occhi e lui regge il mio sguardo, se non fosse per tutta quella gente mi sarei già avvinghiata a lui.
Il silenzio tra di noi, quei pochi centimetri di distanza, il suo profumo e poi boom! Mi sorride.
Sto per abbandonare le mie difese e lui per addentrarsi sotto il mio vestito quando Harry ed Elisabetta ci interrompono.
Mi ricompongo e anche Luke appoggia la schiena sul divanetto.
-Dov’è mia sorella? –chiede Harry.
-Si è dimenticata degli scatoloni. –risponde semplicemente Luke.
Harry sembra scocciato, ma poi prende i due drink rimasti pieni e ne porge uno ad Elisabetta sorridendole.
Lei ricambia il sorriso e dopo aver chiacchierato per un po’ ci lanciamo tutti in pista.
-Finalmente il signor Hemmings mi concede un ballo! –esclamo raggiungendo il centro della pista.
Balliamo vicini. Mi mette le mano sui fianchi e mi avvicina a lui, io gli metto le braccia al collo e lo bacio dolcemente. Poi mi volto e muovendomi a tempo di musica rimango vicina al suo petto. Mi struscio su di lui.
-Lo sai vero che se continui così il ballo non lo finisci? –dice in tono malizioso.
Mi volto e sorridendogli gli rispondo: -E che ci facciamo ancora qui?
Mi afferra la mano e va dritto da Harry: -Noi andiamo! –gli urla.
-Ok, Elisabetta l’accompagno io a casa dato che Cal e Mike si sono volatilizzati.
Salutiamo e poi corriamo fuori dal locale. Mentre aspettiamo il taxi ci baciamo avidamente e durante il viaggio cerchiamo di controllarci e limitarci a qualche carezza e a qualche bacio innocente.
Appena arriviamo ci fiondiamo in camera mia e ringrazio il cielo di avere due coinquilini con il sonno pesante, almeno credo.
Luke chiude la porta, io tolgo le scarpe e poi cerco le sue labbra. Mi toglie la giacca di pelle e io faccio lo stesso con il suo giubbotto, poi gli sfilo la maglietta e gli slaccio i jeans. Mi fa sedere sul letto, mi sfila il vestito rosso e slaccia il reggiseno.
È davanti a me coperto solo dai suoi boxer mentre io sono seduta solo con autoreggenti.
Mi guarda. –Sei bellissima. –dice.
Mi alzo e mettendo una mano dietro al suo collo avvicino il suo orecchio alla mia bocca e mentre con l’altra mano scendo nei suoi boxer, gli sussurro: -Non sei niente male nemmeno tu, Hemmings.
Afferro il pene e lo stringo forte, intanto l’altra mano dal collo accarezza tutta la schiena, si sofferma sul sedere e poi faccio scivolare via i boxer. Lui si libera di quella stoffa e io inizio a muovere la mano su e giù. Gli mordo il lobo dell’orecchio, con i denti percorro la sua mandibola e poi do un altro morso al suo labbro inferiore per poi scendere in aiuto della mia mano. Mi inginocchio.
Con la lingua percorro tutta lunghezza fino ad arrivare alla punta dove lascio un casto bacio prima di avvolgerlo completamente con le labbra. Inizio a succhiare e lui si lascia scappare qualche gemito mentre con le mani mi sposta i capelli.
Faccio ruotare la lingua sul pene e poi lo faccio sprofondare nella mia gola. È duro e Luke spinge gemendo.
Continua a muovere i fianchi e io mi lascio scopare in bocca.
Il suo respiro si fa sempre più pesante e io lo guardo soddisfatta ansimare sotto l’effetto del mio tocco.
-Sì piccola, sì! –dice cercando di non urlare.
Un ultima spinta e viene rilasciando liquido caldo e salato che scende lentamente nella mia gola. Stringo forte le mie labbra intorno alla sua lunghezza e lo faccio uscire piano cercando di ripulirlo. Mi lecco le labbra e torno in piedi.
Ho solo il tempo di alzare lo sguardo che Luke mi solleva per i fianchi, io avvolgo le gambe ai suoi e iniziando a baciarmi mi porta sul letto.
Mi appoggia alla fine di esso e raggiungiamo i cuscini tenendo i nostri bacini ben vicini tra di loro. Luke spinge più forte quel nuovo principio di erezione sulla mia zona pulsante e io mi sento ancora più umida.
Si stacca dalle mie labbra e divaricandomi per bene le gambe si lecca le labbra.
Accarezza le mie cosce e dopo aver tolto lentamente una dopo l’altra le calze autoreggenti si abbassa per baciarmi l’interno. Con la lingua lecca il clitoride e poi lo prende tra le labbra facendomi gemere. –Ah, Luke!
Inizia a succhiarlo e poi lo abbandona attaccandosi definitivamente alla mia vagina. Con due dita continua a torturare il mio clitoride, io sposto indietro i miei capelli iniziando a sollevare il bacino verso Luke.
Sento la pressione sul mio basso ventre, così sposto le mani sulla sua testa e lo spingo più forte tra le mie gambe. Sono in preda agli spasmi. Luke afferra il mio sedere e mi tira ancora più vicino.
Urlo quando raggiungo l’orgasmo, fregandomene di quello che avrebbero detto i miei amici se mi avessero sentito. –O mio… sì Luke!
Rimane tra le mie gambe e continua con delle leccate profonde ripulendomi.
Quando si stacca da me si solleva e rimanendo tra le mie gambe inizia a lasciarmi dolci baci sul collo per poi intrappolare le mie labbra in un bacio focoso.
Intreccio immediatamente le dita tra i suoi capelli e le mie gambe, anche se non riprese completamente dal piacere appena provato, si riallacciano al suo bacino.
Prima di concludere il bacio mordo il suo labbro inferiore e lui geme nella mia bocca.
Mi stringe il seno e con le mani inizia a tormentare i miei capezzoli, poi scendendo afferra la mia vita e ci capovolge.
Mi piace vederlo dall’alto sono in questi momenti che sento che è solo mio.
Sono a cavalcioni su di lui e gli sorrido eccitata non appena lui si infila due dita nella bocca. Le succhia rendendole umide, poi le preme sul mio clitoride iniziando a strofinarlo piano, lentamente.
Il mio bacino si muove senza il mio permesso non avendo più il controllo del mio corpo bisognoso di avere lui dentro di me.
Così prendo il suo pene e lo guido lungo la mia fessura, procurando piacere e un’interminabile attesa ad entrambi. Faccio bagnare la punta con il mio liquido e poi lo faccio scivolare dentro procurandomi una grande sensazione di pienezza.
Inizio a scontrare i miei fianchi con i suoi, in modo tale che ad ogni spinta il mio clitoride sfiori la sua pelle. Aumento il ritmo e lui geme. Mi abbasso per dargli un bacio sul petto e ruotare un po’ i miei fianchi, poi ricomincio a cavalcarlo.
Sento che un altro orgasmo sta per arrivare, così inizio a gemere senza riuscire a controllarmi.
-Sì, Cry! Urla, fammi tuo! –urla Luke afferrandomi i fianchi e iniziando a spingere più forte dentro di me.
Afferro le sue spalle per avere un punto d’appoggio e gemo rumorosamente.
Un’ultima spinta e vengo con lui collassando sul suo corpo.
Chiudo gli occhi cercando di assaporare ogni singolo momento.
Mi da un bacio tra i miei capelli, alzo il viso appoggiando il mento sul suo petto.
Lo guardo dritta negli occhi, gli sorrido e poi senza rendermene conto inizio a piangere silenziosamente.
Con i pollici mi asciuga le lacrime che stanno rovinando questo meraviglioso momento.
Sorrido nuovamente.
-Ti amo. –sussurro.
-Ti amo da morire anche io. –risponde.
-Sai, forse il fatto che arrivassi all’ultimo a dire che partivate non era poi così controproducente, a quest’ora non starei ancora piangendo. –gli dico.
Solleva leggermente il capo e dopo aver avvolto il mio viso tra le sue mani cerca le mie labbra, un casto bacio a stampo che viene presto approfondito da entrambi.
Si stacca e io mi sdraio accanto a lui appoggiando la testa sul suo petto mentre lui mi infila un braccio sotto il collo tenendomi stretta a se’.
-Sarà dura, lo sappiamo entrambi e non saranno solo questi mesi, Cry. Il mio lavoro, il tuo,… questi saranno solo una parte dei tanti che dovremo passare lontani. È il sacrificio che dobbiamo fare per ottenere la nostra felicità. –dice.
Sorrido. –Ammetto che questa cosa mi fa paura, ma sono convinta che ne valga la pena. Ti amo e se dovrò sopportare qualche mese di lontananza per averti non saranno sicuramente quelli a tenermi lontano da te. –rispondo.
-Ci sentiremo tutti i giorni e ben presto staremo di nuovo insieme. –dice alzando il mio mento con l’indice in modo che i nostri sguardi si incontrassero.
-Tornerai da me? –chiedo.
-Te lo prometto. –risponde.
Gli sorrido. –Ti amo. –dico e poi mi fiondo sulle sue labbra.
È la mia ultima notte con Luke e sicuramente l’ultima cosa che vogliamo fare è dormire, così i momenti di sfrenata passione sono alternati da momenti di dolcezza per recuperare le forze e dove ricordiamo all’altro quanto lo amiamo e quanto vorremmo che rimanesse sempre vicino a noi, ma come ha detto Luke questa è la nostra clausola per ottenere la felicità.
Così solo alle quattro del mattino decidiamo di chiudere gli occhi per recuperare le forze.
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Ovunque andrai
FanfictionCristina è una ragazza italiana che già all'età di sedici anni sa quello che vuol fare nella vita: viaggiare. Grazie ad un'amica di famiglia ha la possibilità di partecipare al concorso di una società americana; così Cristina mette in gioco il propr...