Capitolo 43

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-Chi è questa? –chiede Gemma.
-Aleisha. –diciamo insieme io ed Elisabetta.
Guardo la mora con faccia interrogativa, mentre lei alza le mani come se le avessi appena puntato addosso una pistola. –Devo ricordarti che mi hai trovata fuori dai magazzini generali mentre deliravo per loro. –spiega.
Purtroppo il mio sguardo non è per sapere il perché lei conosce questa ragazza, anzi la sua affermazione è solo la conferma che non mi sto sbagliando.
Io non ho mai visto Aleisha, ma nel tweet ci sono “Luke e passato” nella stessa frase e per me passato significa lei.
-Potrebbe essere sua cugina. –tenta Gemma.
-Bha. –dico chiudendo il portatile. –Aspetterò che sia lui a dirmi cosa diavolo stia succedendo. Ora andiamo a letto –concludo.
Ci sdraiamo sul letto e stranamente le ragazze sono silenziose.
Spegniamo la luce e chiudendo gli occhi cerco di soffocare tutti i dubbi che ho, ma nulla, non riesco ad addormentarmi, così mi arrendo e passo la notte in bianco.


Mi ha evitato per altri due lunghissimi giorni, due giorni in cui io sono stata in grado solo di sentire le sue scuse: “Scusa Cry, sono impegnato con il lavoro. Ci sentiamo domani.”
Forse questa chiamata su Skype significa che finalmente quel domani è arrivato, il giorno della verità.
Lascio squillare per un po’. Cosa gli avrei detto? Che so già tutto?
La foto è stata solo la conferma, il mio cuore già sentiva che era capitato qualcosa di brutto.
Questa chiamata tanto attesa improvvisamente diventa scomoda: non voglio sapere, non voglio che le mie fottute paure diventino una triste realtà, ma non posso nascondermi per sempre; così clicco sul pulsante “rispondi”.
Compare sullo schermo: è in camera sua e mi dice un ciao appena accennato.
Contraccambio il saluto con la stessa enfasi.
Si guarda un po’ in giro alla ricerca delle parole giuste da dire e io faccio lo stesso in cerca del coraggio che mi servirà per affrontare quell’accoltellata che ben presto mi trafiggerà il cuore.
-Cry… -comincia.
Chiudo gli occhi e assaporo quella voce sapendo che sarebbe stata una delle ultime volte che l’avrei sentita. Una lacrima scappa senza il mio permesso.
-Scusa. –continua.
Faccio no con la testa. –Vai al punto Luke. –dico cercando di rimanere calma.
-Cinque giorni fa ho rivisto Aleisha e abbiamo parlato, abbiamo chiarito. –dice con tono fermo.
Aleisha. Aleisha. Il suo nome mi rimbomba nella testa. La mia paura più grande era quella che lei sarebbe tornata all’attacco e così ha fatto, ma speravo che per Luke io fossi più importante.
Speranze vane.
-E? –chiedo con un filo di voce.
-E ora sono confuso. –ammette.
Confuso?! Non può essere confuso dopo quello che c’è stato! Dopo quello che mi ha detto! A meno che io fossi solo un ripiego per lui…
-Quindi vuoi chiudere con me? –continuo cercando di arrivare alla fine di questa rottura.
-No. Voglio solo del tempo per pensare. –risponde.
-Ti serve del tempo? –chiedo incredula. –Non ti sono bastati questi cinque giorni? –continuo.
Lo guardo impassibile. So che mi chiede del tempo, ma sono obiettiva: non avrei mai vinto contro Aleisha.
Io sono qui sola, invece lei è accanto a lui.
-Cry, non è facile. –sussurra.
-Non è facile un cazzo, Luke! Ti dico io cosa non è facile! Non è stato facile appoggiare il computer sulla scrivania al posto di scaraventarlo per terra dopo aver visto la foto di te e lei insieme! Non è stato facile tranquillizzare tutti dicendo che stavo bene, che c’è sempre una spiegazione a tutto, non è stato facile stare zitta per due giorni interi ad aspettare delle tue spiegazioni, non è stato facile difenderti davanti agli altri rispondendo che tu mi ami. –gli urlo addosso.
Rimane in silenzio, come se io non gli avessi appena sputato in faccia le preoccupazioni di giorni interi. Prendo un respiro più lungo rassegnata al fatto che la distanza mi sta nuovamente portando via una persona importante. Un altro respiro e prendo il coraggio di parlare di nuovo.
-Ti amo. –gli dico. –E per farlo mi è bastato pochissimo tempo. Pensavo che saremmo riusciti ad affrontare anche la mia amica per eccellenza, la distanza, ma evidentemente mi sbagliavo. È inutile nascondersi, Luke. Te lo leggo negli occhi. –continuo ormai in lacrime. –È ovvio che sceglierai lei, è lì accanto a te! Quindi smettiamola di prenderci in giro, o meglio, smettila di prendermi in giro. Se non hai il coraggio di pronunciare tu quelle parole lo farò io: è finita Luke! –esclamo e guardandolo senza espressione per l’ultima volta dritto nei suoi occhi azzurri, interrompo la chiamata.
Guardo lo schermo vuoto in attesa che lui non mi lasci andare in questo modo.
Il tempo passa, le lacrime scorrono piano piano sul mio viso, ma di Luke più nemmeno un segno.
Mi viene voglia di chiamarlo nuovamente dirgli che ho parlato di sproposito lasciando che la rabbia controllasse il mio corpo, ma a che scopo? Avrei solo prolungato la sofferenza, avrei aspettato per poi farmi lasciare da lui.
Questo poteva benissimo risparmiarmelo, ma sapevo anche che avrebbe aspettato fino a quando non sarebbe riuscito a portare avanti questa situazione.
Come si dice la speranza è l’ultima a morire e mi avrebbe fatto vivere con quella pur di evitare di vedermi soffrire.
Mi metto una mano sulla fronte: devo smetterla di pensare che tenga al mio bene, è tornato da lei, di me non gliene frega nulla.
Ad ogni lacrima versata realizzo quello che veramente è accaduto e improvvisamente mi sento vuota, come se la mia unica ragione di vita fosse svanita nel nulla, lasciandomi sola ad affrontare un mondo che in me non suscita più nessuna emozione.

***MY SPACE

Aleisha è tornata.

Se questo fosse il nostro triste finale? Se per Luke e Cristina non ci fosse più un futuro? Mi ammazzereste? ahahah

Ho appena visto "Braccialetti rossi" e quindi dire che sono in lacrime è come minimizzare la cosa, comunque non voglio dilungarmi...

Ringrazio chi si è appessionato a questa storia, a chi mi lascia sempre il suo voto e il suo piccolo commento.

Un'ultima piccolissima cosa: non è che avreste voglia di leggere The Only One? E' la mia nuova FF su Harry. Ve ne sarei grata.

Baci!!! Vi adoro!!!!

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