Capitolo 51

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Sorrido al ricordo di quella scena imbarazzante, fortunatamente Steve e Rebecca avevano raccontato ad Aleisha la scusa che mi ero appena lasciata con il mio ragazzo londinese, anche se ha pensarci bene non era affatto una bugia dato che era la pura verità. Comunque hanno pregato la ragazza di non scrivere delle ultime domande, ma di limitarsi a quello che avevamo risposto per quanto riguarda la società. Rebecca aveva pure aggiunto delle scuse da parte mia, che io non avrei mai fatto, e l’avevano sommersa di complimenti e convinta che avrebbe sicuramente capito come mi sentivo dato che anche lei doveva sopportare la lontananza dal suo amore.
Ebbene come conclusione noi abbiamo avuto un meraviglioso articolo sul quotidiano e con il passare dei giorni io ho scordato completamente tutto quello che le ho urlato in faccia.
Ormai siamo  a settembre inoltrato e guardando il sole sparire mi accorgo che alla fine non è male vivere qui e che finalmente piano piano mi sto riprendendo.
Luke non è più un pensiero fisso nella mia mente, rimangono tanti se, forse, ma… comunque cerco sempre di evitare il discorso.
Sono seduta sulla collinetta di sabbia di fronte a casa con in mano una bella tazza di caffè. È diventato uno dei miei posti preferiti e ammettiamolo, grazie al caldo qualche atleta si concede una bella corsa sulla spiaggia a dorso nudo. Anche se con il cuore a pezzi rimango pur sempre una donna!
Prendo un sorso di caffè quando una palla da beach volley raggiunge lentamente i miei piedi. Sorrido. Io e Steve ci eravamo promessi di ricominciare a giocare, ma non ne abbiamo ancora avuta l’occasione.
-Scusa. –dice una voce roca.
Sposto lo sguardo dalla palla e dannazione! Cosa stavo dicendo dei petti nudi degli atleti? Mi ritrovo davanti questo adone biondo/castano chiaro con un fisico paura. Piccole goccioline di sudore decorano il petto e il viso.
-Niente. –rispondo non appena riacquisto la facoltà di parlare.
-Prendo la palla. –dice titubante chinandosi verso la sfera.
-Ah, sì. –continuo io allungando le mani per prenderla.
Anche lui fa la stessa mossa e le nostre mani si sfiorano, ci guardiamo divertiti. Lui afferra la palla e, continuando a mostrarmi un perfetto sorriso bianco, mi porge la mano: -Comunque io sono Collin, piacere.
-Cristina, piacere mio. –rispondo sorridendo.
Ha due bellissimi occhi di color del cielo.
Rimaniamo in silenzio a fissarci.
-Collin la palla! –esclamano i suoi amici.
Lui si volta e caricando il braccio all’indietro la tira verso il gruppo di ragazzi. Ok, Cry. Basta fissarlo, ma è perfetto! Una vera e propria gioia per gli occhi.
Si volta nuovamente dalla mia parte. –Vieni spesso qui? –mi chiede.
-Ci abito. –rispondo indicando la mia bellissima casa alle mie spalle.
-Wow! –esclama vedendola.
-Tu? –chiedo in risposta alla sua domanda.
-Ogni tanto vengo a fare qualche tiro con degli amici. –risponde. –Non ti ho mai vista da queste parti… -continua avvicinandosi. –Posso? –chiede poi indicando lo spazio accanto a me.
-Certo. –dico e lui si siede vicino. –Comunque abito qui da quasi tre mesi ormai con un paio di amici. Veniamo da Londra.
-Wow, ma non sei inglese giusto? –continua.
-No. –sorrido. –Da cosa l’hai capito? –chiedo curiosa.
-Non vorrei sbagliarmi, ma il tuo nome è uguale a quello di una giocatrice italiana. Chirichella. Quindi sei italiana? –chiede.
Sorrido. –Sì. Ci hai preso in pieno. Tu sei di qui?
Annuisce. –Esatto.
-Scusa la mia curiosità, ma come fai a conoscere Cristina Chirichella? –chiedo.
-Ho seguito il World Grand Prix e dato che l’Italia ha giocato veramente bene, mi è rimasto in mente. –spiega.
-Tu giochi? –chiedo. –Che domanda stupida. Ovvio! Sei venuto per prendere un pallone da volley. –continuo.
Ride. –Sì. Gioco in una squadra qui in città, ma preferisco il beachvolley. Diciamo che gioco in palestra solo per non stare fermo. –risponde. -Ti piace il volley?-chiede poi.
-Molto. Ho giocato sia quando ero in Italia che in America. Poi ho iniziato l’università a Londra per cui ho smesso. –spiego.
-Wow, viaggi parecchio! –esclama. –Londra l’ho vista nel 2012.
-È fantastica. La considero una delle più belle città che abbia mai visto. –continuo.
Continuiamo a parlare. Collin è davvero simpatico. Ha quattro anni in più di me, è laureato in scienze motorie e sportive e vive grazie al volley.
-Collin! Noi ce ne andiamo! –gli urlano i suoi amici.
-Arrivo! –risponde alzandosi.
Lo imito, il sole ormai è calato sotto l’orizzonte e la spiaggia è illuminata solo dagli ultimi raggi del tramonto.
Si volta verso di me e deciso mi lascia un bacio sulla guancia. Gli sorrido.
-Ci vediamo qui in spiaggia allora. –aggiunge sorridente.
Annuisco. –Certo, io da qui non mi muovo. –rispondo in tono ironico.
Così mi saluta e se ne torna dai suoi amici.
Lo guardo andare via. Mi è piaciuto stare in compagnia di Collin, chissà quando lo rivedrò.
Sono sommersa dai miei pensieri mentre percorro il vialetto sul retro di casa. Supero la piscina ed entro dalla vetrata della sale.
-Io direi che è ora di svuotare il sacco. –dice Rebecca.
-Come la prenderà secondo te? –chiede Steve.
Sono in cucina. Di che cosa staranno parlando? Cosa stanno tenendo nascosto?
Mi avvicino silenziosamente senza farmi vedere.
Steve è appoggiato al piano della cucina, mentre Rebecca è beatamente accoccolata tra le sue braccia.
Li guardo e trasformo il mio sorriso da ebete procuratomi da Collin in un sorriso dolce, stile cartone animato con gli occhi a cuore. Sono solo mie fantasie, ma non credo di aver tratto conclusioni affrettate, anzi, tutto diventa più chiaro non appena le loro labbra si avvicinano.
Sono talmente presi dal loro momento di privacy che sfrutto l’occasione di sedermi su uno sgabello e appoggiare i gomiti sull’isola in modo tale che possa sostenere il viso tra le mani.
-Wow! Questo si che è un bacio! –esclamo fissandoli.
Loro si staccano immediatamente ed entrambi abbassano lo sguardo a terra.
-Da quant’è che va avanti questa storia? –chiedo seria.
-Un mesetto. –risponde Rebecca.
Sembrano due che devono affrontare un processo. Ma che hanno? Sono felicissima per loro!
-Perché quelle facce? –chiedo spaesata. Poi penso a quello che mi ha appena detto Rebecca. –Un mese?!? Quanto volevate aspettare per dirmelo? –continuo un po’ offesa.
-È che non reagivi molto bene ad ogni tipo di effusione. –risponde Steve senza peli sulla lingua.
-Giusto. –ammetto sfoderando un super sorriso. –Ma davvero ragazzi! Questa è una bellissima notizia! Sono felice per voi!
Sono al settimo cielo, così scendo dallo sgabello e, dopo averli abbracciati,  inizio a canticchiare “Counting star” degli OneRepublic andando verso il divano.
Rebecca si affaccia dalla cucina.
-Piuttosto tu, ci devi raccontare qualcosa? –mi chiede facendomi un sorriso malizioso.
-E no, cara la mia Rebecca. Quella che scopa sei tu ora, amica mia! –esclamo in tono ironico facendomi cadere sul sofà.
La bionda mi raggiunge. –E dai! Non lasciarmi sulle spine! Comunque Elisabetta ha lasciato una brutta impronta su di te! Non eri così scurrile prima! –continua divertita.
Alzo gli occhi al cielo e sedendomi per fare spazio anche a lei inizio: -Può essere che in spiaggia abbia fatto un incontro interessante con un beacher.
-Ho sentito bene? Beacher? –chiede Steve facendo la sua entrata in salotto.
-Yes. Si torna a giocare bello mio. Però prima dovrò incontrarlo di nuovo. –spiego facendo una smorfia. Steve ride e se ne torna in cucina.
-Allora, come si chiama? –chiede curiosa Rebecca.
-Collin. –rispondo.
-Età? –continua.
-Ventitré. –spiego.
Passo la bellezza di cinque minuti a rispondere ad ogni singola domanda dell’interrogatorio di Rebecca.
-Ora che hai finito e mi hai distratto per bene tocca a me fare una carrellata di domande. –spiego.
-Ma come! –esclama contrariata la bionda.
-Credi che non l’avessi capito che tutte queste domande fossero per sviare il discorso “Steve e Rebecca”? –chiedo in tono ironico.
Mi da una pacca sulla spalla e dopo esserci scambiate i ruoli Rebecca risponde pazientemente alle mie domande.
  

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