Qualcosa fu

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Capitolo 2

Eppure resta che qualcosa è accaduto, forse un niente che è tutto.

Eppure resta che qualcosa è accaduto, forse un niente che è tutto

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È inutile che ti tratti con indifferenza, che finga di non ricordare, che non sia contenta di averti rivisto o che la tua presenza non mi faccia sentire un vuoto nello stomaco. E so che vale lo stesso per te, so che ti sono mancata e so che non hai dimenticato nulla, proprio come me. Ma il tempo ha giocato a nostro sfavore, ci ha cambiato ed è evidente, ma soprattutto, ha reso ancora più evidente ad entrambi che era destino che non potessimo essere altro che questo. Due estranei o forse qualcosa che non sia poi molto distante dall'essere amici. Anche se sappiamo entrambi che amici non lo saremo mai. Non è possibile.

E il modo in cui entrambi abbiamo preferito sparire dalla vita dell'altro pur di non sentire la reciproca mancanza, il modo in cui abbiamo finto di non esistere per due anni, è la riprova del fatto che non possiamo essere più di questo.

Troppo diversi e troppo distanti.

Non so cosa ti sia successo in questi anni, non so più chi sei, cosa sei diventato, se sei andato avanti come ho fatto, o almeno ci ho provato, io. Non ti conosco più. Siamo stati due clandestini, rimasti nascosti allo sguardo di tutti. Eravamo due ragazzini e adesso non lo so più, cosa siamo.

E forse non dovrei volerlo sapere chi tu sia diventato, ma i tuoi occhi mi hanno fatto sentire lo stesso vuoto di sempre. E non va bene, perciò forse è meglio se rimaniamo distanti.

Continuo a ripetermelo da quando sono uscita dalla tua stanza. Non avevo messo in conto che rivederti mi avrebbe fatto provare ancora qualcosa. E dire che mi ero veramente messa d'impegno per dimenticarti, fino ad oggi. Sono stata talmente brava che ho persino dimenticato il tuo nome, e me ne dovrei vergognare, forse, perché così sto screditando te e quello che abbiamo provato. Ma eri costantemente nella mia testa.

Ci siamo arresi io e te.

Due ragazzini che non hanno reputato abbastanza ciò che sentivano.

Ed io, che non sono abbastanza nemmeno per me stessa, ho solo bisogno di una persona che non si arrende mai. Che sappia tenerci a sufficienza per due, perché non sono in grado di dare certezze e forse nemmeno di amare.

E giuro che ce l'ho messa tutta a dimenticarti e ci ero quasi riuscita.

Però, i tuoi occhi li vedo anche qui, tra i treni che vanno e vengono, tra i rumori delle ruote delle valigie e il chiacchiericcio della gente.

Non ti ho dimenticato ed è evidente.

"Okay, questo è il mio treno."

La voce di mia sorella mi riportò al presente. Sussultai quando mi poggiò una mano sul braccio per salutarmi, troppo distratta dai miei pensieri che non mi ero nemmeno resa conto che aveva chiuso la chiamata con il suo ragazzo e che il suo treno stesse rallentando sui binari.

𝑪𝒐𝒎𝒆 𝒔𝒂𝒍𝒆 𝒔𝒖𝒍𝒍𝒂 𝒑𝒆𝒍𝒍𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora