Famiglia

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Capitolo 10

Mi sarà sufficiente che ecco, in un angolo del mondo, ci sia tu, e il vivere non riuscirà a venirmi a nausea.

Fëdor Dostoevskij, I fratelli Karamàzo

Fëdor Dostoevskij, I fratelli Karamàzo

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☀️

"Ah ragazzi, siete rientrati! Ci chiedevamo che vi andasse per cena."

Appena la porta si richiuse alle nostre spalle la testa di Laura spuntò nel corridoio che collegava la cucina e il salotto.

"Che avete fatto tutto questo tempo fuori, voi due?"

Voltai la testa di scatto verso Lorenzo. Era seduto sul divano con il busto rivolto verso di noi, ai suoi piedi, seduti a terra, Giulio e Clara si stavano sfidano a qualcuno gioco da tavolo ma come captarono la nostra presenza alzarono la testa per squadrarci con dei sorrisi diabolici.

Giulio guardò l'orologio al suo polso. "Trentadue minuti." Esclamò con orgoglio. "Trentadue minuti e non si è sentito nemmeno un urlo. Ho vinto!" Rivolse uno sguardo di sfida a Clara e gongolò osservando la sua espressione arrabbiata.

Voltai lentamente la testa verso Elia e con la bocca socchiusa gli chiesi spiegazioni, lui scosse la testa rassegnato.

"Su cosa, di preciso, avreste scommesso questa volta?" Chiese proprio lui ai nostri fratelli.

Lorenzo, sentendosi di troppo si alzò con fare cauto dal divano e alzando le mani in alto si chiamò fuori dalla situazione. "Non ne voglio sapere niente... Ora sparisco."

Giulio gli rivolse un lungo sguardo indignato. "A 'nfame, tu avevi scommesso tre quarti d'ora e un occhio nero. Non te ne puoi andà da innocente."

"Io!?" Esclamò Lorenzo con tono esageratamente sorpreso. "Non lo farei mai..." Si finse risentito prima di sparire in cucina.

"Senza onore.... Vigliacco!"

"Quindi la scommessa qual era?" Chiesi divertita staccando gli occhi dalla figura di Lorenzo dopo che mi rivolse un occhiolino malizioso.

"Lasciamo stare va..." Borbottò Giulio.

"Ah!" Esclamò Clara dal nulla. "Ho ritrovato il tuo top nero. Non lo avevi perso, era rimasto nella mia valigia dall'ultima volta che siamo salite a Firenze da Andrea." Lo prese in mano e me lo fece vedere per poi alzare il braccio e lanciarlo nella mia direzione.

Di scatto alzai a mia volta il braccio per afferrarlo al volo ma la fitta che mi attraversò il fianco mi fece mancare il fiato, strizzare gli occhi e ricurvarmi su me stessa.

𝑪𝒐𝒎𝒆 𝒔𝒂𝒍𝒆 𝒔𝒖𝒍𝒍𝒂 𝒑𝒆𝒍𝒍𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora