Mystery

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Capitolo 22

Eravamo stati,
prima di non essere più niente, qualcosa che rasentava il troppo.
-MissIronia.

-MissIronia

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☀️

Non durò poi molto quel momento solo nostro, perché come Elia chiuse la porta alle sue spalle, il mio telefono prese a suonare ed io sussultai presa alla sprovvista.

Era una suoneria personalizzata, ed io sapevo bene chi fosse, nonostante ormai non la sentissi da così tanto da averla quasi rimossa.  Ma ritornò alla mente con prepotenza, come fanno i ricordi inaspettati e non graditi.

Era una delle sue canzoni.

Lui mi guardò stranito, forse per lo più incuriosito. Il mio volto probabilmente doveva essere diventato una maschera inespressiva e certamente il fatto che stessi evitando anche solo di leggere il nome, il suo nome sul display, dovesse risultargli strano.

"Che fai, non rispondi?" Mi sondò con occhi attenti ed espressione quasi divertita.

"Io..." Con movimenti fin troppo lenti e scattosi mi costrinsi a portare lo schermo illuminato sotto al mio naso. Lui si allungò per sbirciare e si incupì leggermente.

Aggrottò le sopracciglia e assottigliò lo sguardo, osservandomi da sotto le ciglia con fare sospettoso.

Le nostre reazioni, se pur simili, furono diametralmente opposte.

Finimmo entrambi col trattenere brevemente il respiro, sospesi sopra una fragilissima lastra di cristallo, occhi spalancati ed espressione indurita. Io perché mi trovavo momentaneamente disarmata difronte ai suoi occhi ingordi e oscuri, con il passato che riemergeva con prepotenza, lui perché sembrò sospettare qualcosa che non seppi decifrare ma parve avere le sembianze di un'accusa.

Se possibile avrei detto che i suoi occhi fossero diventati ancora più scuri, in quella penombra che ne illuminava tenuemente i lineamenti mascolini. Dal fondo della sua mente fu come se avessi potuto scorgere una porta aprirsi, dalla quale presero a serpeggiare fuori una serie di machiavellici sospetti.

"Rispondi." Tuonò immobile, piantato di fronte a me. "Io ti aspetto di sopra."

Evitò il mio sguardo, mi aggirò come se fossi un animale pericoloso da dover tenere alla larga, o forse più come un cane bagnato dalla pioggia e inzaccherato di fango che allontani per evitate di sporcarti.

Non mi diede nemmeno la possibilità di aggiungere niente, sebbene niente avessi avuto da dire, lasciandomi a fissate le sue spalle allontanarsi fino a sparire.

𝑪𝒐𝒎𝒆 𝒔𝒂𝒍𝒆 𝒔𝒖𝒍𝒍𝒂 𝒑𝒆𝒍𝒍𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora