Trovarsi

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Capitolo 3

Non so nemmeno che sentimento fosse, davvero, so solo che ce n'era tanto.

Non so nemmeno che sentimento fosse, davvero, so solo che ce n'era tanto

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☀️

Delle volte, in dei precisi giorni, ripensavo agli anni precedenti. Cosa facevo, con chi ero. Poi succedeva che facevo il confronto con il presente e finiva che mi si annodava lo stomaco.

Spesso mi era successo che avevo iniziato a troncare delle discussioni o dei litigi dicendo semplicemente che non ne valesse la pena di continuare, e finiva lì. Ci mettevo un punto e basta, e le persone se lo facevano andare bene perché lo trovavano più semplice, più comodo. Forse pensando che lo dicessi perché non volevo litigare e preferivo tenermeli buoni.

Poi, mentre lo dicevo, realizzavo che sotto al: "non ne vale la pena", c'era una realtà diversa. Una realtà più cruda che a nessuno sarebbe piaciuto sentirsi dire, ed io ne ero più che consapevole, perché me ne rendevo conto che la vera frase aveva un peso del tutto diverso. Stesso numero di parole, stesse lettere, cambiava solo il soggetto.

Non ne vali la pena.

Crudele da dire, meno da tacere.

Puoi amare quanto vuoi, ma non sarai mai la priorità di nessuno. Perciò, a mio parere, bisogna imparare ad essere l'unica e la vera priorità di sé stessi.

Arriverà sempre il momento in cui, pur andando tutto bene, quel castello di carte che ci eravamo costruiti in torno: amici, famiglia, studio, lavoro e tutto quello che credevamo ci realizzasse, sarebbe finito demolito per terra. E tu stavi lì in mezzo. Ti guardavi intorno e capivi: c'eri tu, e tu soltanto.

Eppure, delle volte, alcune persone sembravano proprio intenzionate a non volerti lasciar stare.

"Eleonora!" Mi girai verso mia madre mentre stavo per andarmene nella mia stanza, e la trovai seduta a gambe accavallate sul divano. Occhiali sul naso e il cellulare con lo schermo acceso in mano ad alluminarle il volto con una tenue luce azzurra.

Era circa l'una e mezza di notte e avevamo già da un po' finito di cenare. I Belli, stanchi dal viaggio, si erano congedati verso l'una, ma mia madre sembrava essere ancora abbastanza sveglia e anzi, pareva proprio che mi stesse aspettando.

Scossi la testa per chiederle cosa volesse e lei rimase in silenzio per dei secondi. Socchiusi gli occhi e li ruotai al cielo. Quando aveva quell'espressione sapevo già in partenza che non si prospettava una piacevole conversazione.

"Dimmi." Parlai a mezza bocca, per poi stringere le mascelle con forza e inspirando pesantemente.

"Lo sai..." Iniziò.

Sembrava proprio che quella sera io dovessi sapere per forza tutto.

Non lo voglio sapere, no grazie.

"Ora hai finito definitivamente con la scuola. Quindi io pensav-" Non la lasciai finire di parlare che senza pensarci le saltai al collo.

𝑪𝒐𝒎𝒆 𝒔𝒂𝒍𝒆 𝒔𝒖𝒍𝒍𝒂 𝒑𝒆𝒍𝒍𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora