Che inizino le danze

15 5 11
                                    

Capitolo 24

Nel bene o nel male,
finché nei tuoi occhi
vedrò sorgere il sole
tuo sarà il mio cuore.
E quando e sè mai dovesse smettere di farlo, allora amerò la luna e le stelle.
E sè esse non potessi più vederle,
allora imparerò ad amare nel buio, vivo, seppur negli abissi.
-MissIronia.

-MissIronia

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

☀️

Il panico che vidi nei suoi occhi mi divorò dall'interno. Non ragionai, quando mi voltai e la vidi stretta tra le braccia di un ragazzo, il mio cervello si sconnesse e persi la ragione.

"Cosa cazzo ci fai qui, Lola?"

Lo sentii ringhiare quella domanda soffocata a denti stretti.

E improvvisamente Eleonora parve tranquillizzarsi al sentire il nomignolo. Mi fece segno che fosse tutto apposto e i miei piedi si immobilizzarono come incollati al suolo. Il battito del cuore mi risuonava in testa, lo sentivo pulsare nei pugni serrati, la tensione mi fece serrare la mascella e sentii le narici dilatarsi. Se non fosse che era stretta tra le sue braccia, incollata su di lui, avrebbe già avuto il naso spaccato.

Lo vidi rilassare la presa, eppure non smise di toccarla. Le sue mani furono sulla sua pelle anche quando lei si voltò e gli assestò un pugno sul petto prima di stringerlo però in un abbraccio.

Barcollai, indietreggiai di un passo e boccheggiai.

Lei lo aveva abbracciato. Mi aspettavo che il suo tocco, proprio come il mio, le bruciasse sulla pelle, invece fu proprio lei ad abbracciarlo. Lo abbracciò e si fece abbracciare sprofondando con la faccia sul suo petto, e vidi la tensione dalle sue spalle defluire.

Fu come se il pugno che avrei voluto assestare a lui, lo ricevetti io, ma mandai giù. Deglutii quel boccone amaro, perché da me fuggiva ma da lui si rifugiava. Ma me lo feci stare bene, d'altronde non avrei potuto fare diversamente se non accettare.

Lui chinò il capo e i capelli biondi gli coprirono gli occhi quando le sussurrò parole che non compresi. Eleonora alzò la testa e lo guardò confusa. I loro volti a un soffio di distanza mentre si perdevano l'uno nello sguardo dell'altro.

L'acido mi corrose lo stomaco e mi infettò il sangue di una delle malattie più pericolose che esistessero: la gelosia.

Morbosa e cieca, irrazionale e assetata.

Sospirai, feci uno di quei sospiri immensi di cui si ha bisogno prima di una decisione difficile. Gonfiai i polmoni al massimo e poi rilasciai, improvvisamente bisognoso di nicotina.

𝑪𝒐𝒎𝒆 𝒔𝒂𝒍𝒆 𝒔𝒖𝒍𝒍𝒂 𝒑𝒆𝒍𝒍𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora