Sentimenti pericolosi

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Capitolo 17

Lui con i sentimenti si annegava. Li assorbiva tutti e finiva con l'infracidirsi persino le ossa,
al punto tale da esserne
così pregno da non
saperli più gestire.
Che fossero i propri o meno
non importava, li divorava e ne creava qualcosa di immenso.
MissIronia.

MissIronia

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☀️

"Giuro che tirerei il collo io stessa a quelle tre ochette insopportabili!" Non appena avevo letto i messaggi di Giulio ero entrata in modalità d'assalto. "Non capisco come delle bambine di cinque anni possano essere così tanto cattive! Ti giuro, mi manda in bestia, porca troia!"

Delle cazzo di bambine tra i cinque e sei anni avevano preso di mira la sorellina di Mateo sin dal primo momento che l'avevano vista, e l'irrazionale bisogno di farle piangere e insegnarle personalmente ad avare almeno un briciolo, e dico solamente un briciolo, di amore e rispetto verso gli altri era davvero tantissimo. Fosse per me avrei fatto fare un bagno di umiltà a quelle smorfiosette nel momento stesso che Luna, la sorellina di Mateo, aveva confessato la primissima cosa che quelle bambine le avevano combinato. Per divertimento, non so veramente in che ambiente famigliare debbano vivere per sapere, arrivare a fare o pensare un'azione del genere, queste tre bestioline le avevano scarabocchiato tutto il grembiulino senza un apparentemente motivo.

E adesso? Ora mi avevo davvero portato al limite.

"Si vede che la presenza dei romani ti ha influenza. Di solito non è da te dire parolacce, Lola." Teo cercò di sdrammatizzare sia per il mio bene che per quello della sorellina che era in ascolto.

"Hai ragione, scusami piccoletta. Non dovevo usare quella parola, ho sbagliato. ¿Puedes perdonarme?" Mi maledissi per essermi dimenticata della sua presenza.

Tu perdonami pure, ma le tue "amichette " questa volta non la passeranno liscia.

Teo di mattina presto era andato ad aprire il loro schiocco sulla spiaggia come tutte le mattine e con lui aveva portato anche Luna. Ora, mentre lui serviva la colazione a dei turisti, queste tre bimbe, ovvero due sorelle gemelle con cugina annessa, libere dalla supervisione di qualsiasi adulto ero andate con l'intenzione di prendere un gelato. Gelato che non hanno ottenuto quando, imbattendosi in Luna, si sono sentite in dovere di fare di commenti assolutamente non richiesti sul fisico di un'altra. Bambina. Di. Cinque. Cazzo. Di. Anni.

E porca troia questo no, bastava mia madre con quelle sue uscite. E invece, come se in questo mondo non importasse altro, mi ero svegliata con otto messaggi sgrammaticati e senza alcun evidente senso logico e un audio di poco più di un minuto di Luna in persona, che attraverso il cellulare del fratello, piangendo aveva chiesto di renderla meno triste.

𝑪𝒐𝒎𝒆 𝒔𝒂𝒍𝒆 𝒔𝒖𝒍𝒍𝒂 𝒑𝒆𝒍𝒍𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora