Occhi rossi

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Capitolo 5

Tutto ciò che sentiamo è un'opinione, non un fatto.
Tutto ciò che vediamo è una prospettiva, non la verità.

Tutto ciò che vediamo è una prospettiva, non la verità

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☀️

La pioggia non smetteva di scendere da due giorni.

Veniva giù così sottile che delle volte era difficile pure da vedere, ma il cielo grigio fumo, le strade bagnate, il sole che faceva capolino da dietro le nuvole ad intervalli e il mare agitato, erano l'ennesima conferma che l'estate si era messa in pausa.

Sbuffai infastidita con il naso schiacciato sulla finestra e gli occhi puntati verso quel cielo che aveva deciso che le stagioni non esistevano più.

Erano due giorni che pioveva ed erano sempre due giorni che io non mettevo piede fuori casa perché ero malconcia e dolorante.

Ero sola da ormai più di un'ora perché mia madre, mia sorella e tutta la famiglia Belli erano usciti a prendere le ultime cose che ci sarebbero servite per la nostra trasferta in montagna.

Ed io, ovviamente, ero rimasta a casa perché per mia madre non ero d'aiuto a nessuno, nemmeno a me stessa.

Perciò, avevo passato questi due giorni: seduta, sdraiata, a vedere film e a lamentarmi del fatto che piovesse.

Non avevo visto i due fratelli nemmeno per sbaglio, mi era capitato di sentire delle urla ma nulla di più. Era come se loro non fossero ancora arrivati e a me andava benissimo così.

"Ah Eleonora la vuoi smettere di lagnarti?" Sentii Mateo rimbeccarmi per l'ennesima volta al telefono.

"Ma io mi annoio..." Borbottai frustrata tenendomi il fianco con una mano inconsciamente.

"Vorrei essere lì con te ad annoiarmi ma lo sai che non posso venire. Mio padre sta riverniciando tutto qua." In sottofondo udii dei rumori di ferro cadere e attesi che il rumore cessasse prima di ricominciare a parlare.

"Che hai combinato?" Chiesi titubante. Nel frattempo mi riaffacciai dalla finestra per poter vedere se avesse smesso di piovere e quando constatai che così non fosse, urlai per l'ennesima volta dal nervoso.

Stavo impazzendo.

"Ho fatto cadere il pennello sporco di vernice dentro al secchio..." Iniziò a mormorare a labbra strette. "Però è caduto schizzando tutto il bancone e io indietreggiando ho sbattuto contro il muro appena dipinto e la botta ha fatto cadere un vassoio che-" Si bloccò improvvisamente. "Senti, ti va di venire a tenermi compagnia? Ti vengo a prendere e stai seduta qua." Mi propose dal nulla.

"Mia madre non mi fa mettere piede fuori casa Teo..."

"Ma saresti con me. Dai ho litigato anche con Giulia, ti prego. Sono tutto sporco di bianco. Fammi questa grazia."

𝑪𝒐𝒎𝒆 𝒔𝒂𝒍𝒆 𝒔𝒖𝒍𝒍𝒂 𝒑𝒆𝒍𝒍𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora