Eravamo cresciuti insieme, seppur sui i due lati opposti del fronte di una battaglia creata da noi stessi per il semplice bisogno di tenerci distanti ma saperci costantemente presenti. Perché ci veniva più facile odiarci che imparare ad amarci. MissIronia.
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Risalire in macchina con mio padre e fingere che tutto dentro di me andasse bene fu così spaventosamente semplice.
L'avevo osservata guardarsi in torno agitata per tutto il tempo. Ed io per tutto il tempo non avevano desiderato altro che arrivasse presto il momento in cui avrei potuto ripoggiare il culo sulla sella della mia moto e mettere distanza da quella sensazione asfissiante. Inutile dire quanto mi sentissi un mostro nel necessitare di allontanarmi da lei.
"Come sta?" Fu la domanda incerta di mio padre a spezzare il silenzio poco dopo che misi piede in macchia.
Mi voltai verso di lui e mi strinsi nelle spalle. "Come sempre..." Risposi asciutta.
Lui annuì e tornò con gli occhi sulla strada.
Io feci altrettanto.
Con la coda dell'occhio notai come avesse stretto la presa sul volante e il cipiglio sulla fronte mi fece intuire che qualcosa che lo turbava gli stesse passando per la mente. Attesi che fosse lui a parlare, certa che prima o poi lo avrebbe fatto.
Nel frattempo il paesaggio fuori dal finestrino continuava a scorrere veloce. Gli alti alberi fitti e robusti ben presto lasciarono lo spazio alle serre e ai campi lavorati che si vedevano aldilà del guard rail dell'autostrada. Non dovetti aspettare molto prima che lui desse voce ai suoi pensieri.
"Me ne parlerai mai di cos'è successo quella notte?" Cercò di controllarsi ma il suo tono uscì comunque brusco e preoccupato.
Sorrisi debolmente. In questo non ne avevo preso da mio padre, lui non era proprio capace di nascondere le sue emozioni.
"Lo sai, mi ha chiamata, l'ho trovata e poi ho chiamato sua madre. Abbiamo aspettato l'ambulanza ed io dopo ho chiamato Mateo, lui mi ha raggiunta ma io sono svenuta e così mi ha portato a casa sua. Gliel'ho chiesto io, non volevo farvi preoccupare più del necessario, tanto lo avreste saputo come sarei ritornata a casa..." Ripetei la solita pappardella che oramai proponevo da mesi.
"Eleonora..." Incominciò con tono contrariato. "Voglio sapere cosa è successo a te. So cos'è successo a lei, so che Mateo ti ha aiutato dimostrando di tenere così tanto a te che ha preferito scontrarsi con me piuttosto che non rispettare la tua scelta di tenerci fuori il più possibile da tutto. So quello che hai voluto raccontami, ma non cosa ti sia successo. "