Capitolo 1.

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" Shana, sei così squallida che tutti si vergognano di te

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" Shana, sei così squallida che tutti si vergognano di te . "

" Non vali niente , nessuno potrà mai amarti."

" Sei solamente una sfigata. "

" Sei brutta . Sei insignificante , perché non te ne vai per sempre ?"

-

Quelle voci rimbombavano dentro di me come dei macigni , erano sempre le stesse voci che mi portavano a distruggere me stessa giorno dopo giorno e non riuscivo a capire dove trovassi la forza per alzarmi da quel letto tutte le mattine per andare in quel maledetto posto che io detestavo .
Forse avevo un motivo oppure no , forse perché non volevo fare la stessa fine di mia madre , che ora si ritrovava con due figlie che lei sembrava avesse dimenticato .
Il suo lavoro era più importante di me e di Beth.
Io avevo compiuto diciassette anni da due mesi invece Beth aveva solamente quattro anni , era troppo piccola per capire ed io non volevo distruggere la sua felicità in quel piccolo mondo che ogni bambino si crea alla sua età , e se non avessi avuto lei forse io non sarei più in questo mondo .
Lei era la forza che mi serviva per poter affrontare ciò che io chiamavo calvario.
Non ci somigliavamo molto , lei aveva i capelli di quel dorato chiaro , la sua pelle era leggermente più scura della mia , ma i suoi occhi erano color ghiaccio proprio come i miei , entrambe le avevamo ereditate dalla donna che ci aveva messo al mondo .
Ma del resto in fondo eravamo sorelle diverse , nostro padre era diverso .
Ed entrambe avevamo una cosa in comune : non lo avevamo mai conosciuto.
Prima che arrivasse Beth nella mia vita , io mi sentivo completamente sola, indifesa e soprattutto non amata, derisa da tutti , schifiata come se avessi addosso una malattia così contagiosa da tenermi da parte .
In fondo l'unica malattia che avevo e che non ero come le mie compagne di liceo , come tutte quelle ragazze dal fisico slanciato , dai bei vestiti , ben curato , il mio armadio era tutto tranne che quello .
Solo jeans e felpe .
Niente di che .
Tanto nessuno mi avrebbe mai trovato attraente .
Ne tanto meno bella , ed io di questo ne ero consapevole .
Ormai mi ero rassegnata al fatto di esser han ragazza di diciassette anni che non avrebbe potuto vivere la vita che per molto tempo avevo disegnato per me .

07:30 .

Non fu la sveglia a farmi aprire gli occhi , ma quelle manine paffutelle che si posarono sul mio viso , buffamente e ancora assonnata le spostai delicatamente le manine dal mio viso e aprendo gli occhi la trovai aggrappata al bordo del mio letto che si faceva spazio tra le lenzuola con ancora il suo pigiama ben caldo , addosso e i suoi boccoli dorati scombinati. Quei occhioni azzurri mi fecero sorridere , così l'afferrai dai fianchi tirandola verso di me.

<< Ti sembra normale che tu sia sempre sveglia prima di me ? >> chiesi a bassa voce scombinandole i boccoli.
Lei rise , la sua risata fu contagiosa .
Beth era solo una bambina era troppo piccola per comprendere una madre assente , e per accettare il fatto che non si prendesse mai cura di noi.
Non c'era mai in casa e quando c'era , faceva finta che noi non esistessimo.
<< Dormi sempre , svegliati dobbiamo andare a scuola Ana .>> non riusciva a pronunciare ancora il mio nome e quella cosa ogni volta mi faceva ridere parecchio.
<< Si hai ragione , su andiamo. >> Mi misi seduta a metà letto , ma lei mise il suo piccolo cornicino addosso al mio , e la vidi sedersi con le sue gambe intorno al mio bacino , sentendo le sue dita piccole sfiorare il mio viso pallido , non e che avessi una pelle già scura di me quindi sembravo un cadavere .
<< Ti fanno male ? Quell'uomo è cattivo !>> Con quella sua vocina dove c'era un po di rabbia nella sua innocenza era impossibile nasconderle certe cose .
Aveva quattro anni ma non era stupida.
Io cercai di trattenere le lacrime e la strinsi al mio seno.
<< No , non mi fanno male e solo una piccola bua passerà presto .. e quell'uomo non è cattivo si è solo arrabbiato. >>
Cercai di schiarire la mia voce , andando a spostarle una ciocca dei suoi capelli all'indietro e le lasciai un bacio sulla fronte , socchiusi gli occhi per pochi istanti tornando alla sera prima .

<< Dov'è quella puttanella? >> La voce roca .
La sua puzza di alcool.
Il suo corpo che barcollava .
Quei vestiti che puzzavano.
Sentivo i suoi passi sempre più vicini alla mia camera .
Non mi lasciai prender dalla paura così afferrai Beth seduta sul mio letto con i suoi peluche , e la strinsi tra le mie braccia borendo che la porta era chiusa ma lui era vicino.
<< Piccola , ascoltami devi stare qui dentro va bene ? E devi cantare al porto dei sogni.. va bene ? Non devi smettere però . >> Mormorai sottovoce , portando Beth dentro la mia cabina armadio che era abbastanza spazioso , la vidi sedersi e annuire con il capo, e sedersi su un piccolo spazio vuoto tra i miei vestiti.
<< Cantala .. e chiudi gli occhi. Tu la sai a memoria .. >> Mormorai sforzando un sorriso .
Cercando di rasserenarla .
Le lasciai un bacio sulle sue piccole manine e gliele poggiai all'altezza delle sue orecchie , tra i suoi boccoli sciolti.
Le lasciai un bacio sulla fronte e chiusi la cabina armadio a chiave .
Sentendo la sua voce impaurita cantare sottovoce .
Accesi la radio mettendola a basso volume per evitare che lui la sentissi.
La porta spalancarsi.
<< Si usa bussare fino a prova contraria questa e casa mia . >>
Non ebbi il tempo di difendermi che la sua mano grande e ruvida andò a scagliarsi contro la mia guancia .
La sentivo bruciare ed io sentivo il mio corpo abbandonarsi sul pavimento.
Cercai di strisciare verso la porta , ma sentivo le sue mani afferrarmi per le caviglie e tirarmi verso di lui.
<< Non ti permettere mai più di impicciarti nelle cose di me e tua madre hai capito? Sei insignificante, non servi un cazzo! >>
Mi urlava addosso con tutto l'alcol che aveva nel corpo , la sua espressione totalmente infuriata .
La sua pelle ricoperte completamente di tatuaggi , era uno degli uomini di mia madre , sarebbe stato così per qualche mese .
Faceva sempre così .
Lo guardai schifata ma non piansi .
Non avevo più lacrime per farlo.
Così lo guardai notando il piccolo taglio sullo zigomo della guancia destra notai del sangue colare lungo la mia guancia .
<< Tu sei il perdente non io.>> con il fiato corto , cercai di rimettermi in piedi , ma lui mi afferrò per i capelli tirandoli appena un gemito di dolore uscì dalla mia bocca .
E un'altro pugno colpì il mio viso ma stavolta all'altezza del labbro inferiore  che sentii sanguinare e pulsare , ne stavo perdendo quasi la sensibilità .
Lo vidi uscire dalla stanza e sbatter la porta dietro le sue spalle.
Tossivo , tanto cercando di tamponare il sangue che colava dal mio viso .
Quella volta ci era andata più pesante e mia madre quella donna che non meritava di esser chiamata tale era rimasta ai cigli della porta che rimaneva a guardare lui che picchiava sua figlia .
Avrebbe dovuto proteggermi invece non lo aveva mai fatto.
Nessuno lo aveva mai fatto.
Ma io si , dovevo proteggere mia sorella Beth , a tutti i costi se ero in vita lo dovevo solo a lei.

<< Allora ti vengo a prendere stasera appena esco da scuola , ti porto a mangiare quel panino che ti piace tanto . >>
Sorrisi ampiamente cercando di sopportare il taglio ancora profondo all'angolo delle labbra che faceva male .
Stavo chinata sulle mie ginocchia sentendo le ossa delle mie costole spezzarsi da un momento all'altro .
Sistemai meglio il capello di lana sopra i capelli sciolti di Beth che sorridendo annuiva con il capo, la guardai da sotto quel cappuccio che tenevo sopra la testa , che copriva appena il mio volto un po' martoriato quel livido era diventato peggio di quello che mi aspettavo.
<< Me lo dici Ana?>> mi chiese con la sua vocina e le sue guanciotte rosse per il freddo.
Io le afferrai le manine grassettelle alle mie che erano screpolate per il freddo.
Le temperature avvertivano che ormai il Natale era vicino, era la nostra festa preferita .
Nessun regalo, ma noi eravamo insieme .
<< Tu sei carina .. tu sei brava , tu sei importante . >> si aggiunse la sua vocina che sorrideva con quei denti di latte , c'è lo ripetevamo sempre e ogni volta i miei occhi si inumidivano.
Eravamo la forza l'una dell'altra .
<< Buongiorno signorina Anderson. Su piccola andiamo . >>
La signora dalla pelle olivastra era la signora Sue , colei che si occupava dell'asilo nido dato dalle cooperative per le famiglie in difficoltà e noi facevamo parte di una di queste .
Vidi Beth salutarmi con l'altra manina mentre l'altra la stringeva alla signora dai capelli neri.
Io la osservai entrare prima di imboccare la strada che mi avrebbe portato ai cancelli della scuola .
Il mio liceo .
Ero pronta per affrontare un'altro dolore , un dolore che .. mi faceva sentire davvero inutile ma che non riuscivo più a sopportare dopo tre anni.
La Yale High School.
Ed io sono Shana Anderson.
Sono io , e sto per raccontarvi la storia della mia vita , e farvi capire come ci si sente ad essere me .

A N Y O N E Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora