Capitolo 8.

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Justin's pov

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Justin's pov .

Mi aveva voltato le spalle ed io mi sentivo un coglione per esser andato fino a casa sua per sapere come stava non avendola vista alle lezioni che avevamo in comune , non riuscivo neanche a mettermi nei suoi panni e non riuscivo neanche ad immaginare come stesse , perché per me la vita era l'opposto della sua .
Io avevo tutto , almeno così credevo.
Lei invece non aveva niente , almeno così credeva lei .
Rimasi a guardarla entrare in quel piccolo appartamento che sembrava mal ridotto , è un nodo alla gola mi pervarse completamente soprattutto dopo aver incontrato gli occhi di quell'uomo che aveva richiamato Shana a rientrare in casa, mi resi conto che io non ero stato abbastanza .. sensibile per rendermi conto che lei sta già lottando con una guerra di cui io non ne sapevo la conoscenza .
Strinsi i pugni duramente delle mie mani alla presenza di quell'uomo che prima di chiudere  la porta mi rivolse un'occhiata .
Passandomi una mano sul viso e poi tra i capelli voltai le spalle anche io a quella casa ,  per dirigermi verso la mia auto rimasa li parcheggiata , entrando rimasi immobile su quel sedile , stringendo con entrambe le mani il manubrio.
<< Fanculo.>> imprecai sottovoce dando un pugno contro il manubrio, più volte voltandomi ancora una volta a guardare la casa della Anderson , qualcosa mi portava da lei ma ancora non sapevo cosa .
Che cazzo stavo facendo ?
La vibrazione del mio iPhone posto nel sedile accanto iniziò a squillare nel display " Ashley. "
Lo feci squillare per un po' per poi prender la chiamata .

"Justin dove sei ? Io sono al consiglio studentesco perché non sei venuto? "

" Cazzo.." imprecai sottovoce portando il capo all'indietro .

" Te lo sei dimenticato vero ?" Notai il tono di voce di Ashley infastidito.

" Si hai ragione , ho avuto un po' di cose da fare piccola , scusami ti richiamo dopo. "

" D'accordo a dopo ti amo. "

Chiuse la chiamata ed io feci lo stesso .
Sospirando più di una volta mi dissi che dovevo cancellare quella ragazza dalla mia testa ma delle urla mi fecero ritrarre la chiave che stavo per accendere l'auto.
Sobbalzai appena aprendo lo sportello.
Le urla erano forti e sembravano quelle di Shana .
<< Shana .. >> mormorai , scendendo dall'auto e sbattendo lo sportello iniziando a camminare a passo veloce verso la porta , mi accorsi che era chiusa a chiave .
<< Apri questa cazzo di porta ! APRI! >> Urlai con tutta la voce che avevo in gola ma nessuno sembrava ascoltare e le urla che provenivano all'interno sembravano non cessare .
Iniziai a dare dei pugni forti contro di essa cercando di forzare più volte la serratura, ma era tutto inutile .
Guardandomi intorno notai delle scale che portavano ad una porta sul retro e la raggiunsi velocemente .
Sentivo il cuore in gola con la paura di non arrivare in tempo.
Ma non tu così entrando spalancai la porta cercando di sentire da dove provenissero le voci , l'interno di quella casa era in disordine ma non ci feci molto casa .
<< John.. per favore basta . >> sentii quella supplica , raggiunsi la cucina .
Vidi Shana al muro che si dimenava dai colpi secchi di quell'uomo .
Una rabbia mi travolse , così corsi verso di lui afferrandolo per le spalle e tirandolo con tutta la forza lontano da Shana .
<< Che cazzo fai eh ? >> urlai all'uomo che cadde .
Puzzava di alcool , e non riusciva a difendersi quando iniziai a darle calci e pugni inferocito senza badare troppo alle conseguenze , era lì che tossiva per terra incapace di reagire .
Con il fiatone accelerato notai che ormai respirava a malapena , smisi di picchiarlo.
Mi guardai per pochi istanti intorno , quando i miei occhi caddero su Shana che si era lasciata andare sul pavimento quasi priva di forze, il taglio sul sopracciglio destro le fece perdere del sangue.
<< Ehi .. Anderson , su andiamo ti porto via da questa merda. >> Mormorai chinandomi appena sul suo corpo indifeso , riusciva a stare a malapena sveglia.
Tolsi la giacca adagiandola sul suo corpo , per poi sollevarla totalmente prendendola a mo di sposa cercando di stare attento a non farle male , mi feci spazio tra quelle mure e raggiunsi la porta sul retro da cui ero entrato e mi diressi velocemente nella mia auto , adagiandola nel sedile accanto al mio .
Teneva gli occhi aperti , ma sembrava che stesse perdendo conoscenza .
Premendo il piede nell'acceleratore imboccai la strada principale che mi avrebbe portato a casa , volevo portarla a casa mia .
E mentre guidavo sentivo quella rabbia travolgermi con quella scena davanti agli occhi di quell'uomo che la colpiva così forte da non lasciarle tregua le sue urla.
Strinsi il manubrio con le mani sempre più forte guardando al mio lato assicurandomi che stesse bene.

<< Signorino Bieber , la stavamo aspettando per cena .. >> La voce di Hanna, mi travolse non appena oltrepassai la porta di casa mia .
Ma la ignorai tenendo tra le braccia Shana che respirava quasi a fatica .
<< Che successo ? >> Mi chiese venendo dietro di me dopo aver chiuso la porta dietro le sue spalle .
<< Nessuna domanda , non ci sono per nessuno e non voglio essere disturbato. Porta qualcosa da mangiare in camera mia . >> Le incalzai salendo verso la lunga scalinata per raggiungere la mansarda che era camera mia .
Hanna era la nostra domestica , era l'unica a cui rivolgevo la parola perché del resto in casa ci passavo davvero poco tempo .
Entrando nella mia camera la adagiai sul letto , e la guardai , guardai quei lividi sbiaditi e quelli nuovi che si posarono sul suo viso .
Non riuscivo a guardarla .
Non ci riuscivo .
Così ordinai ad Hanna di occuparsi di lui con dei vestiti caldi e puliti dal mio armadio, presi le mie sigarette e mi diressi in terrazza per starmene da solo e cercare di smaltire quella rabbia che avevo accumulato in quei istanti .

Fumavo nervosamente sentendo il venticello accarezzarmi il viso , indossai una felpone nera calda e larga e dei jeans chiari strappati .
Sospirai più di una volta tenendo il cellulare tra le mani ignorando qualsiasi tipo di chiamata .
Socchiusi gli occhi passandomi la mano sul viso, ero stanco , così tanto che non riuscivo davvero a reggermi in piedi .
Pensavo a tutto quello che era successo.
Continuavo ad avere davanti agli occhi quella  scena , contrassi i muscoli del mio viso al pensiero e rivolsi gli occhi verso i grattacieli che intravedevano da lontano notando ormai la sera che era arrivata , rendendo Los Angeles ancora più bella .
Non riuscivo davvero a sopportare l'idea di esser stato la causa dei dolori di una ragazza che ho disprezzato per troppo tempo senza accorgermi di lei , di quanto fosse bella .
Una bellezza di cui non ne conoscevo il nome .
Forse .. dovevo solo vedere meglio.
O forse .. la mia mente era piena di pensieri che me la stavano rendendo pesante , ma giunto alla mia terza sigaretta sentii i passi di  Hanna .
<< Signorino, la ragazza .. tutto apposto .
E nel suo letto sta riposando . >> mormorò con gentilezza io la ringraziai con un sorriso congedandola .
Gettando la sigaretta , raggiunsi la mia enorme camera da letto .
Aprendo lentamente la porta, la vidi che era lì distesa sul mio letto con addosso i miei vestiti .
Un felpone grigio caldo che le stava molto largo , e un pantalone della mia tuta dello stesso colore , il sangue non era più sul suo viso che colava .
Il suo viso era stravolto e martoriato , ma sembrava dormire tranquilla .
Avvicinandomi lentamente spensi il telefono posandolo sul comodino e andai a sedermi sul bordo del letto , sdraiandomi al suo fianco standole qualche centimetro lontano.
E la osservavo.
I suoi lineamenti .
La sua pelle così chiara .
Le sue labbra rosee .
I suoi lunghi capelli morbidi ricci .. quel corpo esile .
Sentii gli occhi pizzicarmi , forse perché avevo davvero creato troppo dolore , un dolore che lei non meritava .
Chiusi gli occhi appena portando il capo all'indietro , e rimasi in silenzio per pochi istanti prima di girarmi di nuovo verso di lei , e quasi tentennando allungai la mia mano verso il suo viso , per scostarle una ciocca di capelli dietro l'orecchio senza svegliarla stando attento a non farlo .
Un mezzo sorriso apparve nell'angolo delle mie labbra , accorgendomi di come dormiva con quelle labbra schiuse , il respiro lento .
In quel momento mi sembrò di osservare la creatura più bella del mondo .

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