Intuizione

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La notizia che Hermione si era risvegliata e stava bene fece presto il giro della scuola e un po' tutti tirarono un sospiro di sollievo, alunni e professori, per il pericolo scampato. Erano pronti ad accoglierla di nuovo anche se ancora avrebbe avuto bisogno di qualche giorno per riprendersi del tutto. Draco era soddisfatto: già si mormorava del suo gesto, che l'aveva salvata nonostante fosse una mezzosangue, un gesto eroico che aveva messo a repentaglio persino la sua vita. Anche se a suo padre non sarebbe piaciuto ciò che aveva fatto, lui ci teneva a cominciare ad apparire diverso, forse perché si era accorto che le diversità non esistevano o forse perché si era stufato di stare sempre con le stesse persone che lo adulavano o lo sfruttavano; a parte Nott e Zabini, il resto dei Serpeverde stava con lui per convenienza. Gli studenti delle altre case si erano accorti che forse lui non era quello che era stato dipinto o comunque non era del tutto vero che fosse solo un bastardo senza cuore. Draco accennò un sorriso mentre si ricava nell'aula di Aritmanzia e tre o quattro ragazze sospirarono al suo passaggio. Ma lui non aveva che quel pensiero in testa, quella voglia di riscatto verso un mondo che fino a quel momento non lo aveva mai capito del tutto. Entrò in aula sempre con il suo passo elegante e fece per andare al suo posto in prima fila, quando si accorse che era già occupato da una ragazza con i riccioli ribelli legati con una coda. "Ehi quello è il mio posto, smamma, feccia!" "Oh Buongiorno anche a te Malfoy!-fece una voce fin troppo conosciuta- Mi dispiace ma per un po' dovrò stare al tuo posto visto che non posso camminare" Malfoy nel frattempo aveva abbassato lo sguardo e si era trovato incatenato agli occhi di Hermione. Con un brivido e una smorfia interruppe quel contatto e si sedette dietro di lei. "Ti tormenterò Granger" fece dissimulando un sorriso, felice sotto sotto che lei fosse tornata così presto in aula. "Sai che paura, Malfoy" disse lei meno acida del solito. Arrivarono tutti gli altri e la professoressa Vector arrivò facendo svolazzare il mantello che portava drappeggiato sulle spalle. "Buongiorno a tutti. Vorrei ricordarvi che oggi abbiamo di nuovo tra noi Miss Granger dopo la brutta avventura occorsale. Ricordate di uscire in modo ordinato e lasciarle spazio di manovra visto che al momento non è deambulante e devi servirsi della magia per muoversi. Cominciamo correggendo i compiti della scorsa lezione ...Zabini vuole cominciare la lettura?" E così la lezione si trascinò con leggerezza; allo scoccare delle dieci la professoressa si congedò da Hermione lasciandole gli appunti del periodo in cui non era stata presente raccomandandole di rimettersi in pari al più presto. Draco si era trattenuto fuori dall'aula, volendo vedere che soluzione avevano trovato per far camminare la Granger; e dopo poco eccola lì, quello scricciolo con la volontà più ferrea che avesse mai visto, con la bacchetta puntata ai piedi imponeva ai suoi arti di camminare, un passo dopo l'altro; ovviamente nel giro di qualche minuto dovette trovare un punto dove sedersi per la stanchezza accumulata in quei pochi metri. Un angolo della mente di Draco si illuminò e staccandosi dalla colonna dietro la quale si era nascosto, si diresse nei dormitori Serpeverde. Forse aveva trovato un modo per essere ancora più considerato in quella scuola: se la sua idea avesse funzionato, la Granger l'avrebbe ringraziato pubblicamente. E poi forse..... Draco si fermò di botto, come se avesse sbattuto contro un muro. Salazar si era appena visto baciare la Granger!! Si passò una mano fra i capelli lisci e proseguì verso le sue stanze, anche se la visione di poco prima lo aveva scosso. Per Godrich... lui e quella dannata mezzosangue Grifondoro! Mai nella vita!! Mentre attraversava la porta del dormitorio intravide Pansy sul divano e le fece cenno di seguirlo. Aveva bisogno di scrollarsi di dosso quella sensazione. Pansy lo seguì docile e appena varcata la porta della stanza chiuse con un "colloportus" e si girò verso il biondino già sapendo cosa volesse da lei; Draco, infatti, era già semi nudo sul letto, le porse la mano e lei si gettò su di lui. Mentre Draco, preso dall'estasi, baciava Pansy, in un angolino del suo cervello rivedeva gli occhi ridenti color caramello della mezzosangue; accecato da quella distrazione Draco mise ancor più foga nel sesso con la ragazza, fino a lasciarsi stordito. Poi con una durezza che lei non si sarebbe mai aspettata, le disse di andarsene e non rientrare mai più nel suo letto. Lei sì alzo e scoppiò a piangere, implorandolo di non scacciarla e che lei avrebbe fatto qualsiasi cosa per rimanere la sua preferita, non voleva perderlo. "Pansy io non ti amo: cercati qualcuno di meglio, non sopporto più di farti questo! Anche se tu mi vuoi è l'ora di finirla." La mora afferrò i suoi vestiti e scappò via piangendo; Draco invece si sentì un mostro non solo perché l'aveva cacciata, ma soprattutto perché l'aveva sfruttata per il suo piacere tutte le volte che qualcuna gli dava buca o quando ne avesse avuto voglia, ma era l'ora di finirla con queste stronzate. Non collimavano più con l'immagine che cercava di costruire di sé. Poi si trovò a sorridere. Che lo stramonio avesse fatto effetto anche a lui?? Si tirò su dal letto disfatto, con un colpo di bacchetta lo cambiò e si mise alla scrivania con pergamena e piuma.

La Pazienza del Ragno - DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora