Il giorno successivo trascorse con Hermione che cercava disperatamente Draco tra la folla degli studenti e lui che tentava di sfuggirgli. Quella notte non si presentò da lei e neanche quella successiva. Venne il sabato e l'uscita ad Hogsmeade; quando si aprì il portone, il castello vomitò fuori una nuvola di studenti chiacchieroni ed eccitati: c'era chi usciva per la prima volta, chi aveva un appuntamento, chi non vedeva l'ora di provare il firewhisky, chi come i nostri voleva godersi un pomeriggio di tranquillità con una burrobirra davanti al caminetto dei "Tre manici di scopa". Uscirono per ultimi per ovvi motivi, visto che Hermione era piuttosto ingombrante con la sedia e non poteva mettersi in fila come gli altri; riuscirono comunque ad andare a Mielandia prima di andare a bere una burrobirra e si comprarono un sacco di dolcetti; tra una risata e l'altra Hermione sentiva una tristezza di fondo: non essere riuscita per tutti quei giorni a parlare con Draco. Lui la evitava in tutti i modi e lei si sentiva terribilmente in colpa per quelle parole che erano uscite di bocca. Mentre rientravano videro la chioma bionda di lui e la riccia accelerò l'andatura della sedia; Ginny, che aveva intuito qualcosa, fece cadere tutti i pacchetti che aveva in mano, facendo guadagnare tempo alla sua amica qualsiasi cosa volesse da Malfoy. Harry e Ron s'impegnarono nella raccolta, sgranocchiando un paio di cioccorane di nascosto dalla rossa, che con lo sguardo seguiva Hermione. La vide avvicinarsi al trio delle serpi e Nott e Zabini che si allontanavano a passo spedito, mentre Draco rallentava voltandosi verso di lei e guardandola con disprezzo. Poi vide la ragazza allungare una mano e afferrare Malfoy per il mantello dicendo qualcosa e lui che strattonava il suo indumento per liberarsi, girandosi e andandosene. Arrivò da lei che la ragazza aveva ancora gli occhi umidi di pianto. Non chiese niente, non disse niente. Sapeva solo che Hermione aveva bisogno di tempo e una spalla sulla quale piangere.
Draco in quei giorni era stato piuttosto nervoso: vuoi per gli impegni scolastici (quell' arpia della McGonagall gli stava sul collo), vuoi per la delusione del comportamento della mezzosangue, vuoi per i tentativi disperati di sfuggirle, insomma Theo e Blaise lo trovavano letteralmente insopportabile. Erano riusciti con le minacce a portarlo ad Hogsmeade quel sabato e si erano rifugiati ai "Tre manici di scopa" a bere una buona burrobirra seguita da un bicchiere di acqua viola. Sempre ridendo e parlando di donne avevano fatto una scappata anche alla "Testa di porco" dove avevano potuto bere un buon firewhisky. Sul finire del pomeriggio stavano tornando verso il castello, parlando della Granger. "Draco che succede tra voi due? Non dovevi aiutarla?" "Mi disprezza Bla. Anche se ha bisogno di me." "È tutta la settimana che cerca di parlarti e tu la ignori.. non si fa così con le donne!" "Voglio che torni da me strisciando -Draco mise il suo ghigno preferito- Forse la perdonerò per quello che mi ha detto" "Cosa ti avrà detto mai!" "Theo è tutta questione di orgoglio: io mi sono offerto e lei mi ha ferito, solo se tornerà a chiedere scusa ci penserò" "Una volta eri tu che andavi dietro alle gonne, ora ti fai desiderare ....lo stramonio ti ha fatto male amico!" E giù risate. Si accorsero appena della presenza dietro di loro. "Draco?" Rallentarono la loro andatura, Draco si girò mentre Theo e Blaise, capita la situazione, con un'occhiata di intesa decisero di proseguire a passo spedito. Il biondo indossò il suo solito ghigno e affrontò la sua peggior paura; ma quando la guardò negli occhi non era preparato a ciò che vide: la Granger con gli occhi lucidi, prossimi al pianto, che lo fissava. Quanto le doveva costare quel gesto! Lei, orgogliosa Grifona, chiedere perdono ad una sprezzante Serpe. Il cuore del ragazzo mancò un battito, l'istinto gli diceva di inginocchiarsi e prenderle le mani, rassicurandola che l'aveva già perdonata da un pezzo, che quella sera, punto nel vivo, se n'era sì andato, ma anche subito pentito. Invece .... "Che vuoi?" fece, freddo, verso la ragazza, vedendola reprimere un brivido. "Draco, mi dispiace. Non volevo ferirti - due lucciconi scesero dagli angoli degli occhi della riccia- non so cosa mi è preso, è stata una frase infelice." Draco l'avrebbe voluta abbracciare e finire lì, se non fosse stato che con la coda dell'occhio, vide la piattola che lo fissava e decise per la linea dura. "Non mi aspettavo tanto da te. Pensavo che tu fossi l'icona della bontà e del perdono mentre sei più simile a me di quello che credi" "Draco ti supplico, ho bisogno di te per tornare a camminare. Le mie caviglie si muovono già hai fatto un miracolo in una sola notte. Non lasciarmi a combattere da sola." Per rafforzare le sue parole Hermione era riuscita a prendere il mantello di lui come a volerlo trattenere; Draco aveva avuto quello che voleva: resa incondizionata. L'aveva piegata e poteva ritenersi soddisfatto. "A stanotte mezzosangue" disse strattonando dalle mani della ragazza il suo indumento, girandosi e andandosene, lasciandola lì con gli occhi umidi e una nuova speranza nel cuore.
"Allora Dra?" chiese Theo appena lui rientrò in dormitorio "Allora che?" glissò la domanda il biondino "Hai fatto pace con la Granger?" "Ma che vuoi?" "Eh dai Dra..ti abbiamo lasciato solo per questo!" "Ma perché non andate al diavolo?" "Uuuhhh Draco non ci vuol dire niente...quindi o ha fatto pace o ha fatto qualche casino!" disse Blaise di rimando "Siete davvero insopportabili, peggio dei Weasley... anzi penso che da domani mi siederò tra i Grifondoro per farvi schifo" "Sì, e toccare il culo alla Granger!" "Io non voglio toccare il culo alla Granger!" "Dai Dra... ti si legge in faccia che è partita la caccia.. solo che questa è più difficile!" "Ora basta, andiamo a cena, fate più confusione di uno sciame di folletti della Cornovaglia!" disse Draco ridendo e arrendendosi al fatto che i due forse avevano ragione: era partita la caccia, ecco cos'era quella strana sensazione che sentiva.
Draco dopo cena se ne andò con i ragazzi a fumare sulla torre di Astronomia: a tutti e tre piaceva infrangere le regole per andare lassù in pace, dove ognuno di loro godeva della vicinanza silenziosa dell'altro e da dove si vedeva un vero spettacolo della natura. La luna piena rifletteva la sua luce sulle acque del Lago Nero talvolta immobili, talvolta appena mosse dalle creature che lo abitavano; il fruscio della brezza lieve, che muoveva le foglie degli alberi al confine della foresta proibita, spostava il filo di fumo che si alzava delle loro sigarette e che accarezzava la loro pelle, regalando anche qualche brivido. Sì, ai tre ragazzi piaceva stare lì. Riflettevano ognuno da sé, non volevano interrompere quella pace se non con un muto segnale per rientrare nel dormitorio. Dopo aver attraversato diversi passaggi segreti i tre si ritrovarono in Sala Comune e salutarono Draco che dormiva nella stanza da prefetto; il biondo si sistemò per dormire, prese dal cassetto della scrivania il biglietto che serviva da tramite e lo mise sotto il cuscino. Si distese con le mani dietro la testa e ripensò all' episodio di quel pomeriggio. Ormai lei era ad un passo dal cedere, ne era convinto, ma se avesse fatto qualcosa adesso avrebbe acconsentito più per riconoscenza che per un vero sentimento. Ma da quando a lui interessavano i sentimenti? Da quando l'aveva veramente vista per quella che era. Sospirò forte e spense la luce, stringendo tra le mani una piuma che sarebbe servita quella sera, addormentandosi di botto.
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La Pazienza del Ragno - Dramione
FanfictionUn giorno come tanti alla scuola di magia accade un incidente che coinvolge Hermione e Draco. E' l'inizio di un idillio? Come potranno i nostri amici lottare contro il redivivo Voldemort e anche contro i loro sentimenti? Lo scopriremo solo leggendo...