Prologo

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Salve a tutti! Sono tornata! E quando se non in uno dei giorni più importanti del mondo magico? Questa volta faccio un volo con la fantasia attraverso diversi anni della storia dei protagonisti, cercando di rimanere fedele agli scritti di zia Jo, seguendo i nostri amici dopo il Torneo Tre Maghi e arrivando a scoprire cosa è successo dopo che il treno con i figli dei protagonisti è partito per la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Buona lettura e non esitate a commentare, mi fa sempre piacere! Vostra SR3


Se a Ginny avessero chiesto chi fosse il ragazzo che meritava di essere sbattuto fuori da Hogwarts, lei non avrebbe esitato un istante. Il nome che sarebbe uscito dalle sue labbra sarebbe stato quello di Malfoy. Draco Malfoy. Non solo perché la sua esistenza era un affronto per lei, non solo perché la insultava sempre, non solo perché era spocchioso, odioso, arrogante, superbo. Lei lo odiava perché era il suo peggior incubo. O meglio. Era nei sogni della sua migliore amica e a sentirla parlare nel sonno, non erano sogni proprio casti. Eh già. La perfettina, saggia, studiosa mezzosangue aveva perso la testa per il biondino purosangue, viscida serpe. Ma non diteglielo neanche: Hermione si sarebbe opposta con forza a questa tesi, avrebbe spalancato dallo stupore così tanto gli occhi color caramello che avresti potuto caderci dentro. No, lei lo odiava...quando era sveglia. Ma bastava che Morfeo la portasse nel mondo dei sogni e ogni barriera cadeva, ogni inibizione crollava. E allora erano sospiri, mugolii, il suo nome ripetuto all'infinito con varie inflessioni vocali, e Ginny che da sotto il cuscino cercava disperatamente di dormire. Più volte aveva tentato di svegliarla, più volte le aveva dato un sonnifero, ma il risultato era lo stesso: Hermione sognava e lei non chiudeva occhio. Aveva pensato addirittura di farsi cambiare stanza dalla McGonagall! Mentre andavano per i corridoi, a lezione, nella Sala Grande, Hermione ignorava il ragazzo, anzi, non perdeva occasione di inviargli occhiate omicide, qualche volta ricambiate, qualche volta ignorate. Ginny non ne poteva più, erano mesi che andava avanti quella storia...da quel maledetto giorno. Non sapeva davvero più a che Godric votarsi!

Da qualche tempo Hermione riteneva che Ginny avesse preso una botta in testa. Tutte le volte che passavano in Sala Grande e andavano a sedersi per mangiare le diceva in modo seccato di smetterla. Ma cosa faceva lei di sbagliato? Semplicemente conversava con gli altri, cercava di mangiare il minimo indispensabile (non voleva certo assomigliare ad una certa Lavanda...), sorrideva alle battute di Ron, cercava di far capire ad Harry che Ginny era innamorata persa di lui... e ogni tanto gettava sguardi omicidi a quell'insopportabile di Malfoy. Era più forte di lei, doveva ammetterlo. Lo odiava con tutte le sue forze, la insultava sempre e con lei i suoi amici; quello spocchioso, arrogante, antipatico figlio di papà che ne sapeva di quello che aveva passato Harry, cresciuto senza genitori, o di lei, figlia di borghesi londinesi, costretta a primeggiare in tutto per farsi un po' di luce in quella scuola... Forse era quello che Ginny non voleva? Non voleva che odiasse Malfoy? Boh, certo che era proprio strana... Ma se quello non faceva che chiamarla "piattola" o "traditrice del tuo sangue" ... sì, sicuramente si era presa una botta in testa. O così pensava ... da quel maledetto giorno.

Harry stava pensando che quella amicizia "3+1" stava cominciando a stargli stretta. Non solo Ginny lo seguiva ovunque andasse, non solo era sempre appiccicata a lui, ma ora ci si metteva anche Hermione che tentava di affibbiargliela come ragazza, quando lui aveva messo gli occhi su Cho. Si sentiva soffocare. Aveva tentato diverse volte di parlare con la sua amica riccia, ma lei su queste cose non intendeva proprio. Ginny era fatta per lui e basta. E lui doveva rassegnarsi. Guardò il suo amico che percorreva accanto a lui il corridoio per andare in Sala Grande. Beato Ron che non aveva di questi problemi! Per lui il principale obiettivo della giornata era strafogarsi con tutto quello che la scuola metteva a disposizione! Scrollò le spalle ed entrò per andare a fare colazione. 

Malfoy mal sopportava di andare in Sala Grande a consumare i suoi pasti. Come ogni aristocratico avrebbe avuto diritto almeno ad avere i pasti in camera, lontano dalla plebaglia; gli dava fastidio perfino respirare la loro stessa aria, meno male che aveva amici di suo pari vicino, Theo e Blaise, che la pensavano come lui. E si divertivano un mondo ad inventare nuovi insulti e nuovi dispetti ogni giorno per il "trio dei miracoli". Lo sfregiato, la mezzosangue e il traditore del proprio sangue. Se avesse potuto, li avrebbe sbattuti fuori da quella scuola. Si entusiasmava quando aveva lezione con loro, pregustando gli scherzetti che li aspettavano; si conteneva solo quando c'erano le lezioni di Piton, con lui non si poteva, puniva tutti indistintamente, anche se per il biondino e la sua casata aveva un occhio di riguardo. Draco li aveva sempre odiati, li aveva sempre disprezzati, fomentato dai pregiudizi inculcatigli da una famiglia nobile sì, ma solo di nome. Fino a quel maledetto giorno.

La Pazienza del Ragno - DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora