Primo incontro

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"Cosa? Una coperta Grifondoro?E la scopa?" Theo era sconvolto. Draco mugugnò qualcosa da sotto il cuscino. Il moro si avvicinò e lo scosse. "Senti amico, sono le sette, ma se non mi darai una spiegazione più che convincente non scenderai a colazione questa mattina!" Draco aprì un occhio "Nott, per Salazar! Abbi pietà di me!" "Assolutamente no! Blaise vieni qui!" Un assonnato Zabini si affacciò alla camera di Draco. "Ma che urli di prima mattina?" poi vide il corpo del reato "Amico, ci devi delle spiegazioni!" fece in tono curioso entrando nella stanza. "Che vi bruci l'Ardemonio! Tutti e due!" fece il biondo coprendosi con il lenzuolo. "Abbiamo un'ora Draco! Svuota il sacco!" "Certo che siete proprio piacevoli come le blatte nelle mutande!" mormorò Draco prima che i suoi amici lo prendessero a cuscinate per farlo confessare.

Dopo un inizio di mattina turbolento, Draco trasfigurò la coperta in un quaderno e lo mise tra i suoi libri. Sapeva che aveva Aritmanzia con i Grifoni e sicuramente avrebbe trovato il modo di restituire quell'affare alla Granger. Poi doveva anche pensare all'incantesimo da usare per quella notte, per poter andare da lei. Ma perché lo faceva? Il senso di colpa dovuto all'incidente avrebbe dovuto scomparire dopo che le aveva regalato la sedia....ma c'era qualcos'altro, di più sottile, che lui non riusciva ad afferrare, che lo spingeva verso quella ragazza. La lezione fu abbastanza monotona, in pratica un ripasso di quello che avevano fatto nelle ultime settimane; quando furono fuori nel corridoio, Draco diede gomito ai suoi amici, che si girarono di botto, urtando il "trio dei miracoli": ad Harry caddero gli occhiali e non vide nemmeno chi l'aveva colpito, che nel frattempo era sgattaiolato via; Ron fu preso in pieno petto dal gomito di Blaise e, dopo essere rimasto senza fiato per alcuni istanti, cominciò ad inveire contro il ragazzo. Ad Hermione nel trambusto cadde la borsa e, fermata la sedia, cercò di recuperarla sporgendosi; Draco fu più lesto di lei e infilò dentro anche il quaderno che doveva darle, rivolgendosi poi a lei con finto disprezzo. "Mezzosangue, sempre tra i piedi. Ma quando la finirete di disgustarci con la vostra presenza?" Hermione lo guardò basita, pronta a ribattere per le rime; poi vide l'angolo della bocca del ragazzo che tremolava, come se dovesse trattenere un sorriso e stette al gioco. "Quando voi, viscide serpi, vi estinguerete!" ribatté lei. Draco riprese il controllo di sé e, alzato lo sguardo con alterigia, se ne andò con Blaise che nel frattempo aveva mandato al diavolo Ron. "Herm tutto bene?" le domandò un preoccupato Harry "Si, si sto bene.." "Lasciali stare quelli là, non sono neanche degni di legarci le scarpe" fece Ron incrociando le braccia al petto, mentre la riccia seguiva Malfoy con lo sguardo e teneva stretta a sé la borsa dei libri. "Harry chiama Hermione, Harry chiama Hermione... Hey Herm!" Harry passò una mano davanti agli occhi di lei, che si riscosse. "Oh, Harry scusa....dicevi?" "Tu piuttosto... non staccavi gli occhi di dosso a Malfoy! Ti ha fatto qualcosa?" "No...no... piuttosto è stato come.....gentile?" "E' più facile che nevichi ad agosto che quello sia gentile con qualcuno!" disse Ron. "Eppure... eppure poteva fare di tutto, anche farmi del male viste le mie condizioni, ma si è limitato a raccogliermi la borsa, anche se poi non ha perso tempo ad insultarci!" esclamò la ragazza. "Ecco, vedi, non cambierà mai!" disse Harry "Andiamo Ron è ora di Quidditch. Ciao Herm!" e i due amici si volatilizzarono nel corridoio, che ad Hermione parve immensamente vuoto.

Dopo la cena, Hermione si ritirò in camera sua e sistemò libri e pergamene per il giorno successivo. Le balzò all'occhio un quaderno nero, rilegato in rosso e oro; lo prese tra le mani, constatando che la copertina era morbida al tatto; poi lo aprì e un biglietto scivolò a terra. Spaventata perché Ginny era nella stanza con lei, si girò di scatto, vedendo che la rossa si pettinava i capelli davanti allo specchio; sospirò di sollievo e tese la mano: "Accio biglietto" mormorò e quello fu tra le sue mani in un batter di ciglia. Lo aprì esitante e indovinò subito di chi fosse: la scrittura era quella chiara ed elegante di Malfoy

"Mezzosangue, ti restituisco la coperta che ti ho preso. Questo biglietto mettilo sotto il cuscino, sarà il tramite"

Hermione lo rilesse un paio di volte e si affrettò a nasconderlo nel cassetto della sua scrivania: ci avrebbe pensato dopo. Andò in bagno e si preparò per dormire con il pigiama e i pantaloni lunghi, stavolta; tornò in camera e trovò una sorridente Ginny che la aspettava seduta sul letto. "Ce la faccio da sola, grazie Ginny" "Hermione, preferisco aiutarti adesso che essere svegliata nel cuore della notte perché ti ostini a fare da sola e poi non ce la fai!" "Te lo dimostro" Hermione salì agevolmente sul letto e si coprì, Ginny sorrise, spense le luci e si diedero la buonanotte. Purtroppo per la rossa, quella fu l'ultima buona notte. Hermione attese che la sua amica avesse un respiro regolare e lentamente con la bacchetta aprì il cassetto e si fece volare il foglio in mano. Prima di metterlo sotto il cuscino, notò comunque che Malfoy non aveva perso la mania di dare ordini agli altri e si chiese timorosa se faceva bene a dargli tanto spago. Poi fece spallucce e si disse che tutti meritavano una seconda possibilità, anche se le difficoltà con il ragazzo sarebbero state tante; ma in fondo era stato l'unico che si era mosso per aiutarla, neanche i suoi amici più cari le avevano dato una mano concreta. E se fosse tornata a camminare per merito di Malfoy, gliene avrebbe reso onore. Ripiegò il biglietto e si mise a dormire.

Dopo che Draco aveva organizzato la sceneggiata nel corridoio e restituito la coperta alla Granger, era stato nervoso tutto il pomeriggio, non riusciva neanche a studiare. Non che ne avesse granché bisogno, aveva talento in tutte le materie, ma trasfigurazione con la megera gli stava letteralmente sul gozzo. Non capiva perché un mago in possesso dei suoi poteri poteva avere il desiderio di trasformarsi in un animale e fuggire come un codardo. Comunque la materia c'era ed era importante alla fine per i voti di fine anno e lui si sforzava di capirci qualcosa; ci sarebbe voluta una brava maestrina con le curve al posto giusto per fargli interessare quelle insulse formule; sì ci sarebbe voluta....poi due pozze d'ambra si materializzarono di fronte ai suoi occhi e lui increspò la bocca. "Ehi, ehi, qualcuno sta sorridendo" disse Blaise. "E forse perché sta pensando a qualcuna.." fece Theo "Perchè non andate al diavolo tutti e due?- ribatté Draco- stavo solo pensando allo scherzetto di prima al Trio" "Sì, sì, raccontalo a tua sorella!" fecero i due. Draco si lasciò andare ad un sorriso sincero. "Bene, vedo che non posso nascondervi nulla" "Dai Dra, andiamo fuori dopo cena, è stata una bella giornata nonostante che siamo a novembre. Andiamo al lago a fumare e bere." "Dopo cena ho un impegno ma per voi farò un'eccezione" biascicò il biondo. " Ohh ohh che onore principe- fece Blaise mimando una riverenza- All'alcool ci penso io." Draco pensò che una buona sigaretta e un sorso di Firewhisky non gli avrebbero fatto male, anzi lo avrebbero preparato per la nottata. Soprattutto gli avrebbero dato quel pizzico di coraggio che non sentiva suo per entrare nei sogni della mezzosangue. Mentre si alzava per andare a cena con i suoi amici increspò di nuovo le labbra e i suoi compagni lo notarono, eccome se lo notarono. "Blaise il nostro Dra è cotto!" "Sai che ti dico Theo? È molto meglio così" "Che stavate dicendo?" li interruppe il biondo avvicinandosi "Oh nulla Blaise mi diceva che per stasera ha una delle bottiglie di Firewhisky più buona della sua collezione." "Beh- Draco abbracciò le spalle dei suoi compagni -possiamo scendere" Dopo cena si diressero al Lago Nero e si sedettero su un tronco; si lasciarono prendere un po' la mano e al terzo bicchiere dopo varie insistenze Draco vuotò il sacco: disse che aveva aiutato la mezzosangue regalandole la sedia, disse che la trovava carina, disse che quella sera doveva vederla e provare a risvegliare le sue gambe "Dra non facciamo fatica a capire come..." rise sguaiatamente Theodore, già alticcio "Sì ..e come ti piacerà quando te le avvolgerà intorno..." replicò Blaise anche lui sotto l'effetto dell'alcol. "E poi Dra da quanto non ti fai qualcuna? Così metti la mezzosangue nell'album..." Draco riacquistò improvvisamente la lucidità "Theo lei non è una da album. Non dirlo di nuovo di fronte a me o te ne pentirai. E non vado a farmela come pensate voi. Non so ancora cosa farò ma non quello sicuramente. Non ci andrò mai a letto è contro i miei principi..." "Vorrei vederti, mezzo nudo tu, mezza nuda lei, il contatto delle tue mani sulla sua pelle morbida... -sospirò Blaise - al solo pensiero mi eccito pure io." "Sei un coglione Blaise" rise Draco alzandosi e scrollandosi di dosso la polvere "E' ora di andare."

Draco si distese sul letto e grazie all'effetto dell'alcool non tardò ad addormentarsi. Si risvegliò poco dopo nella stanza del prefetto Grifondoro, notando la piattola che dormiva poco distante dal letto della mezzosangue. Andò al letto della riccia e la guardò: era ancora più angelica di come l'aveva vista l'ultima volta e non resistente alla tentazione di prendere un riccio ribelle tra le dita per saggiarne la consistenza e la morbidezza; se lo fece rotolare sulla punta dei polpastrelli, lo osservò e lo mise a posto. Sospirò. Ma che gli stava succedendo? Rimase alcuni istanti ancora ad osservarla con quella domanda che gli risuonava nel cervello, poi sospirando ancora si decise a svegliarla. "Mezzosangue... Mezzosangue...Granger!" disse lui scuotendola per una spalla. Hermione spalancò gli occhi e si tirò a sedere terrorizzata "Ma sei impazzito?- sibilò- Se ti sente Ginny..." "Non è tecnicamente possibile Granger. Io sono nella tua testa quindi a meno che la piattola non sia una legilimens, cosa di cui dubito alquanto, non mi sentirà, qualsiasi cosa dica e qualsiasi volume che io possa adoperare. Però..." "Cosa?" fece lei imbronciata "Può sentire te" replicò lui asciutto ed Hermione si tappò la bocca con la mano. "Ecco brava. Ora fammi vedere" La ragazza tolse le coperte e lui notò il pigiama con un moto di delusione che non sfuggì agli occhi attenti della ragazza. "Oggi cominceremo con degli esercizi semplici- disse il biondino avvicinandosi pericolosamente e afferrandole una caviglia mentre Hermione chiudeva gli occhi per non far trapelare le emozioni che sentiva- Vediamo come reagisci" Draco si calò perfettamente nel ruolo dell'infermiere premuroso e senza esagerare prese a roteare le caviglie e massaggiarle per riabituarle alla mobilità. Dopo circa un'ora Draco si staccò da lei. Avevano detto sì e no dieci parole, imbarazzati e troppo rigidi sulle loro posizioni per lasciarsi andare a qualcosa di più di quello che erano. Nemici in tregua. Draco si alzò dal letto e con un cenno della mano sparì, senza "buonanotte" o "come va" o "a domani" Hermione sorrise provando da sola e le caviglie si mossero un po'; pensò che fosse un'illusione del sogno, in fondo tutto poteva succedere e si ripromise di provare l'indomani alla luce del giorno.  

La Pazienza del Ragno - DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora