Blaise

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Hermione raggiunse Harry dopo la lezione di Aritmanzia. "Harry, sabato ci troviamo alla "Testa di Porco" e vedremo su quanti possiamo contare. Ho pensato che potremmo far loro firmare una pergamena stregata, in modo tale che se qualcuno ci tradisse gli si riempia la faccia di brufoli, che dici?" Harry guardò Hermione e sorrise tra sé scrollando divertito la testa; lei si buttava sempre anima e cuore in tutto ciò che faceva, trovando sempre soluzioni brillanti e quest'ultimo caso non faceva eccezione. "Anche a me è venuta un'idea- fece Ron brillante- possiamo prendere quei cosi babbani per comunicare" "Si chiamano cellulari Ron – sospirò Hermione- ma è troppo difficoltoso. Primo, ad Hogwarts non ci sono linee telefoniche; secondo, prendere un telefono a tutti sarebbe costosissimo; terzo, se ci scoprissero ne andrebbero di mezzo i miei genitori, che sono gli unici che potrebbero fornirci una cosa del genere- Ron fece un'espressione contrita, mentre Hermione andava avanti- No, ho io un'idea: sfrutteremo il concetto del Marchio Nero: il Marchio si scalda e prende vita quando Voldemort vuole fare una riunione. Noi, invece, useremo dei finti galeoni, che siano collegati tutti con Harry, che stabilirà ora e giorno per trovarci: il galeone di scalderà e mostrerà quando e a che ora riunirsi." Harry, d'impulso, diede un bacio sulla guancia di Hermione "Sei magnifica, Hermione!" lei arrossì e chinò la testa, imbarazzata. Purtroppo quella battuta e quel bacio non sfuggirono a Draco, appena svoltato nel corridoio, e anche la reazione di Hermione. Draco si sentì andare a fuoco, un fuoco indomabile che risaliva dalle piante dei piedi e arrivava ad infiammare il cervello; per fortuna c'era Theo con lui che, vista la scena e visto Draco, gli mise una mano sulla spalla, artigliandolo, costringendolo a non fare sciocchezze. Lo trascinò in un altro corridoio, in fondo stavano andando a lezione e voleva evitare spiacevoli inconvenienti, anche se quel Potter non lo digeriva neanche lui; ma teneva di più a Draco e alla loro amicizia, piuttosto che farsi prendere dalla rabbia e combinare un casino, come invece il biondo sembrava propenso a fare. Decise su due piedi che doveva far ubriacare il suo Principe, facendolo parlare. Quei due erano assurdi: volevano stare insieme e si respingevano come calamite. Arrivati nell'aula della Cooman, fece cadere Draco su uno sgabello e lo inchiodò con lo sguardo. "Draco, ora basta. Siamo a lezione e comportiamoci da persone civili. Abbiamo tempo nel pomeriggio per parlare e decidere cosa fare." "Non devo dirti proprio niente, Theo- mugugnò Draco incrociando le braccia al petto e mettendo su il broncio- niente che ti riguardi" Theo fece spallucce e rivolse la sua attenzione all'insegnante appena arrivata in classe.

Ginny stava leggendo un libro del professor Lockart seduta su un tronco vicino alla riva del lago; quel giorno si sentiva stranamente in pace. Il giorno seguente ci sarebbe stato l'incontro alla "Testa di Porco" per stabilire come gli studenti potessero fare qualcosa contro Voldemort. Il sole le scaldava la pelle, la leggera brezza la faceva rabbrividire, mentre si godeva la sua lettura, ridacchiando ogni tanto (i libri di Lockart erano diventati una specie di lettura comica dopo le vicissitudini del professore). Non si accorse del ragazzo che la stava raggiungendo, talmente era presa dalla narrazione e sobbalzò quando lui le mise le mani sugli occhi. "Ciao Blaise" "Ginny" lui le scivolò accanto e le baciò la guancia. Lei invece si girò per avere di più. Le piaceva l'odore di Blaise, la morbidezza delle sue labbra, i suoi modi gentili e ironici allo stesso tempo: la faceva stare bene. Si baciarono per un tempo indefinito, senza fretta, assaporando l'uno il gusto dell'altra, sorridendosi a fior di labbra, rituffandosi nella loro bolla di felicità. "Ginny – fece lui riprendendo fiato- vacci piano, i miei ormoni stanno impazzendo- rise- e non vorrei che accadessero spiacevoli incidenti" Ginny rise, una risata argentina che scaldò il cuore del ragazzo "Blaise ma che dici?" "Dico che mi piaci da impazzire, signorina Weasley" si baciarono di nuovo. Ginny allora posò il libro sul tronco e appoggiò la mano sul petto del ragazzo, scivolando sempre più giù, bloccandosi sul cavallo dei pantaloni. Non poté trattenere una risata e Blaise la seguì "Volevi controllare, serpe che non sei altro?" e lei rise di nuovo, alzando gli occhi al cielo. "Sì" al che Blaise la prese e la rovesciò sul prato sotto di sé. "Ginny, hai sentito quanto ti desidero, ti potrei fare mia qui, su questo prato, se dovessi dare retta a me – gli occhi del ragazzo si dilatarono – ma l'importante per me è quello che vuoi tu; non tirare troppo la corda, però" e la baciò a stampo, cercando di calmare i suoi bollenti spiriti. Ginny guardò il ragazzo che le troneggiava sopra, sorridente; sorrise a sua volta e gli passò le braccia attorno al collo, avvicinandolo a sé e coinvolgendolo di nuovo in un bacio passionale. Ginny bruciava di desiderio, ma non sapeva se fosse per Blaise oppure stava riversando quella passione sopita per Harry sul moro. Avrebbe aspettato l'indomani, alla riunione, per vedere che effetto le faceva rivedere Harry; se avesse sentito ancora attrazione per il prescelto, a malincuore avrebbe liberato Blaise, anche se le aveva dimostrato un interessamento sincero. Altrimenti si sarebbe concessa la possibilità di amare Blaise, che con la sua presenza, l'aveva corteggiata senza sosta. Ripresasi dal lungo intervallo, Ginny rovesciò Blaise e si alzò, prendendo il suo libro e il suo spasimante per mano, rientrando al castello.

Hermione era un subbuglio di emozioni: da una parte non sopportava che Draco l'avesse definita una "sua cosa", ma dall'altra era lusingata, aveva davvero interesse per lei. Allora cosa fare? Cedere o rimanere della stessa idea, rischiando di perderlo? Quella notte non riusciva proprio a prendere sonno e si trovò a guardare la bacchetta: ancora era legata a quella del biondo, chissà se l'incantesimo funzionava ancora... Tanto valeva provare. "Lumox Draco" e come sempre si formò la nuvoletta verde, che si schiarì dopo pochi istanti, mostrandole Draco dormiente: Hermione se ne riempì gli occhi, seguendo ogni linea del volto, i riflessi sui capelli illuminati dalla luce verdastra della nuvoletta, e alle narici le tornò il suo profumo, ai suoi occhi la forma armonica del suo petto, alla sua pelle il contatto di quando le era cascato addosso, con il bacio mancato, e la sera successiva, con quello vero. Il respiro le si mozzò quando ricordò l'incidente del corridoio, quando lui le aveva detto che era la sua droga. Hermione era sicura che quello che provava adesso non era neanche paragonabile a ciò che aveva sentito per Krum. Draco era come la mela del Giardino dell'Eden: induceva in tentazione. Ripresasi da questi pensieri, Hermione spense la bacchetta e si sdraiò, cercando di trovare pace nel sonno. "Lumox Granger" Draco non dormiva, chiaro. Aveva appena fatto in tempo a vedere la nuvoletta e si era sdraiato come se dormisse; si era aspettato che lei dicesse qualcosa, ma si era limitata a guardarlo e sospirare. Avrebbe voluto parlarle, poi si era convinto a non farlo, per non turbarla di nuovo. Doveva studiare una strategia nuova, che non fosse banale, per riavvicinarla a sé. Intanto si era messo a guardarla: aveva i capelli sparsi a raggiera sul cuscino, il volto disteso con un accenno di sorriso e Draco si ricordò dell'incidente, del suo odore, della sua pelle morbida e di quel bacio che l'aveva stravolto. Quanti ne avrebbe voluti dare! Quel pensiero lo attanagliava. Si addormentò guardando ancora Hermione.

La Pazienza del Ragno - DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora