La visita

17 0 0
                                    

Ovviamente Hermione lo seppe da Ginny, che era andata quella sera a far baldoria comunque nella Sala Serpeverde. "Ma sono impazziti? Buttare via il loro posto in squadra?" "Hermione, è ciò che hanno fatto" "Oh, ma per Godric, cos'hanno in quella testa, segatura? E Draco?" Ginny si aspettava quella domanda... ad Hermione interessavano più le condizioni di Draco che l'esclusione dalla squadra dei tre. "E' in infermeria, non so dirti altro" Hermione guardò la sua sveglia babbana, con un sospiro sconsolato. "Meglio andare domani, che dici Ginny? Non mi faranno entrare a quest'ora e non vorrei che magari ci fosse qualcuno con lui..." Ginny la guardò con aria canzonatoria "Ma davvero tu aspetteresti fino a domani? Hai i mezzi, Hermione, mi sembra più che giusto che Harry ti dia il suo mantello per farti andare da lui..." "Harry non vuole che Draco e io ci parliamo...figurati se mi fa usare il mantello..." "Aspetta...." Ginny uscì dalla stanza da prefetto di Hermione e andò in Sala comune, trovando Ron. In qualche modo lo convinse a prendere il mantello di Harry, con la promessa che lo avrebbe riportato prima di mezzanotte. Ron si intrufolò nella camera che divideva con il moro e chiese semplicemente il mantello per la sorella. Harry glielo diede senza protestare più di tanto, sapeva che poteva fidarsi di Ginny, era una ragazza con la testa sulle spalle e se prometteva qualcosa, l'avrebbe mantenuta; se solo avesse immaginato a ciò che sarebbe servito, sicuramente non avrebbe accordato l'utilizzo così facilmente. Ginny rientrò in camera di Hermione trionfante, con il mantello in mano. Alla riccia si accese lo sguardo "Ginny sei impareggiabile!" e le corse incontro abbracciandola. "Ehi, ehi, ci sentiranno fino a Corvonero! Ora devi trasfigurarlo in qualcosa di poco appariscente e poi andiamo a farci un giro. La festa Serpeverde continua e Blaise mi sta aspettando, io rimango con lui e tu vai in infermeria." "Mi sembra un ottimo piano" Hermione, ricordandosi dell'incantesimo di Draco, trasformò il mantello in un semplice libro e fu pronta ad attraversare la Sala Comune. "Dov'è che andate a quest'ora?" le apostrofò Harry. "Dobbiamo andare in Sala Prefetti a prendere le pergamene per organizzare i turni della settimana e visto che non posso contattare i Serpeverde che stanno festeggiando, i Tassorosso che stanno facendo lezione sulla Torre e Luna è impegnata con Neville...porto Ginny con me, così non me ne andrò in giro da sola" fece Hermione in tono scocciato. "Scusa, scusa- fece Harry alzando le mani- mica volevo offenderti!" "Hermione lo sai che è sempre avanti" disse Ginny, anche lei in tono caustico. "Ok mi arrendo, signore. Vi raccomando solo l'orario del rientro" Harry sapeva benissimo che una delle due aveva bisogno dell'altra per uscire; erroneamente però attribuì a Ginny quella necessità, visto che gli aveva chiesto il mantello, sicuramente voleva imboscarsi alla festa Serpeverde; fece un sorrisino tirato e le guardò uscire dal quadro.

"Mi raccomando Hermione, prima di mezzanotte davanti alla statua di Godric Grifondoro. Sono le dieci e mezza, hai un'ora abbondante per trovarlo e vedere come sta -Ginny le prese una mano- E parlagli, testarda di una riccia. Quello ti muore dietro, è geloso, lo so perché me l'ha detto Blaise, e poi è evidente, con tutte quelle scenate che ti ha fatto! Chiaritevi una volta per tutte! E quando torni voglio sapere!" le disse la rossa con un sorrisetto curioso in faccia. Hermione sospirò "Ci proverò Ginny" "No, no, no- la rossa le sventolò un dito in faccia, in quel momento ad Hermione sembrò di avere davanti Molly- ci DEVI riuscire, non accetterò il contrario!" La riccia alzò le braccia "Ok, ok, te lo prometto" Si abbracciarono velocemente e presero due direzioni diverse. Poco dopo Hermione arrivò davanti alla porta dell'infermeria e si preparò ad indossare il mantello; scostò leggermente l'anta e scivolò dentro silenziosa. Si sentiva venire da qualche parte un leggero russare, sicuramente quello di Madame Chips, che aveva un solo paziente quella notte. Hermione non faticò a vedere dove fosse Draco, era l'unico letto circondato dalle tende; si avvicinò circospetta e si affacciò, fermandosi per un attimo a contemplarlo: vide i riflessi dorati dei capelli, dove la luna poggiava i suoi raggi, la pelle che risplendeva quasi diafana, i tratti del viso rilassati come quando era con lei e notò un brutto livido sulla guancia sinistra, dove Fred lo aveva sbattuto contro l'armadietto. Entrò e cautamente si liberò del mantello, avvicinando la sedia al suo letto; le venne spontaneo sorridere, ripensando che non molto tempo prima era stato lui a farle visita. Gli prese la mano destra e il solo contatto risvegliò in lei vivi ricordi di cosa erano state capaci di fare quelle mani su di lei; Draco si mosse e aprì lentamente gli occhi, rendendosi conto di non essere solo. "Mezzosangue.... -riuscì a mormorare -che ci fai qui?" "Non potevo aspettare domani" Draco accennò un sorriso con la metà della faccia sana e sospirò forte. "Adesso posso morire contento" "Ma che dici, Draco?" "Ti interessa ancora di me" "Certo che mi interessa ancora di te, ho dei compagni di casata rimbambiti, guarda che ti hanno fatto" fece lei con voce rotta. Draco guardava il soffitto della stanza, improvvisamente interessante, sospirò e cercò di essere il più sincero possibile. "Non mi hanno fatto niente, è tutta un'impressione, i lividi sono brutti, ma passeranno. Per poterti parlare di nuovo sarei corso tra le fiamme dell'Ardemonio, Hermione" Lei sussultò. "Siamo stati dei testardi" ammise lei "La comunicazione non è il mio forte.. lo devo ammettere – fece lui guardandola negli occhi, al che Hermione sentì un brivido lungo la schiena- ma spero che questo basti per farmi perdonare e convincerti a ricominciare da capo." Portò all'altezza degli occhi di lei la mano sinistra, che era rimasta chiusa da quando l'avevano portato lì. "Questo è per te, signorina Granger" Hermione pose la mano sotto la sua e Draco fece scivolare dolcemente il boccino nel suo palmo. Hermione spalancò gli occhi "Ma Draco, io.. non posso accettarlo, stai privando la tua squadra di un trofeo...." "Non ti preoccupare, appena posso ne farò fare un altro per la bacheca da mio padre. Dirò che l'ho perso" mormorò lui facendo spallucce. Hermione si alzò strusciando la sedia e gli saltò al collo "Ouch, attenta!" Lei si ritirò come se si fosse scottata. "Scusami Draco, non volevo farti male" "I tuoi amici me ne hanno fatto, invece – lei si rabbuiò- ti chiedo solo di non toccarmi gli addominali, sono piuttosto malconci" Lei allora sorrise e si avvicinò piano, facendosi mentalmente coraggio "Vediamo se con questo mi perdonerai" Si chinò sul letto, stando bene attenta a dove metteva le mani, si abbassò fino a sfiorare il naso di Draco che era rimasto senza fiato appena aveva intuito le intenzioni di lei. "Respiri signor Malfoy- fece Hermione ad un centimetro dalle sue labbra- altrimenti come resiste a questo?" La ragazza annullò la distanza che li separava, poggiando delicatamente le labbra su quelle di Draco, che non perse tempo infilandole una mano nella criniera di capelli e attirandola a sé. Fu un bacio lungo, passionale, intenso, interrotto solo dai rintocchi del grande orologio. La riccia si staccò ansimando, mormorando un "devo andare", mentre Draco la guardava, mai sazio; con le guance ancora porpora, lei si mise il mantello e uscì silenziosamente com'era arrivata, mentre Draco era felice, veramente felice per la prima volta dopo tanto tempo. Ne era valsa la pena di farsi pestare!

"Allora?" Ginny era tesissima, mentre tornavano al dormitorio. "Allora cosa?" "Riccia, non fare la finta tonta!" Ginny la prese per un polso, facendola fermare di botto "L'ho baciato" "TU HAI FATTO COSA?" "Sshh, Ginny, vuoi che ci senta Silente? Lui mi ha chiesto scusa, abbiamo ammesso entrambi che siamo dei testardi, mi ha regalato il boccino che ha preso oggi... e io l'ho baciato" "E adesso state insieme?" Hermione la guardò stranita "Non saprei...." Ginny sospirò spazientita "Ma come? Hermione per Godric..." "Sono scappata mentre l'orologio batteva le 11.30..." Ginny si batté il palmo della mano sulla fronte "Ma siete incorreggibili!" E giù una risatina; la rossa diede ad Hermione un fascio di pergamene, facendole l'occhiolino. "Oh, Ginny!" "Domani restituiscimele, sono di Blaise" fece Ginny mentre rientravano in Sala comune; Hermione ritrasfigurò il mantello, passandolo all'amica, che lo diede a Ron "Promessa mantenuta!" Ron non disse nulla, guardò solo l'orologio sulla mensola del camino e notò che mancavano cinque minuti a mezzanotte. Prese il mantello e senza parlare andò nella sua stanza che divideva con Harry, mentre le ragazze se ne andarono a letto, con il cuore leggero e pieno di sogni.

La Pazienza del Ragno - DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora