Di nuovo Hermione

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Quella sera Hermione era nervosa. Non riusciva proprio a prendere sonno. Non sapeva se Draco sarebbe venuto dopo l'incidente del giorno prima. E se avesse rovinato tutto? Ginny già dormiva tranquilla. Infine ricorse al vecchio metodo babbano: contare le pecore. Dopo qualche minuto, scivolò nel sonno in attesa del biondino. Da parte sua, anche Draco temeva di aver bruciato la sua possibilità con l'avventatezza del giorno prima. Anche lui ricorse al metodo dei maghi per addormentarsi, come gli aveva spiegato sua mamma. Cominciò a contare i gufi che vedeva in cielo. E si risvegliò in camera della mezzosangue, che come sempre dormiva con i capelli sparsi a raggiera sul cuscino e borbottando qualcosa; gettò uno sguardo disinteressato alla rossa e riportò gli occhi color ghiaccio sulla ragazza riccia. Il cuore cominciò a pompare più velocemente il sangue nelle sue vene quando arrivò vicino al suo volto e la sentì mormorare "Draco vieni" Si allontanò di botto, sconvolto da quelle due semplici parole; anche lei lo voleva e non resistette: provò a entrare nei suoi pensieri. Non sapeva se fosse possibile utilizzare la magia attraverso un'altra magia, ma lui ci provò lo stesso. Si sedette sul bordo del letto e cercò di applicare il principio magico della lettura della mente; chiuse gli occhi concentrandosi e vide tutto buio, poi dei sospiri e delle voci smorzate, trovandosi catapultato nei sogni della rossa, che non erano proprio casti. Nel turbinio di lenzuola scure illuminate dalla luna fece appena in tempo ad intravedere il sorriso di sbieco di Blaise, inconfondibile. Scosse la testa e lasciò Ginny alle sue fantasie, riconcentrandosi su Hermione. Stavolta venne catapultato nella luce: quando si rese conto di essere con i piedi sulla sabbia, vide di fronte a sé il mare ed Hermione che correva in costume da bagno sulla battigia. Provò a fare un passo, mentre lei lo sollecitava chiamandolo "Draco vieni!" stava sognando di correre di nuovo. Con lui. A Draco si gonfiò il cuore; non aveva mai provato nulla del genere per nessuno. Fece un secondo passo, poi un terzo e infine si mise a correre anche lui, finalmente libero di essere se stesso: non serpeverde, non Malfoy, non un nobile, non un figlio di mangiamorte. Solo Draco, che correva dietro ad una splendida ragazza. Non grifona, non babbana, non sangue marcio. Solo Hermione. E questo gli piaceva, molto. La raggiunse e lei acqua alla vita cominciò a schizzarlo; lui si fece avanti, nonostante che fosse già fradicio, per acchiapparla. La prese per il polso, accecato dall'acqua e dal sale, e tirò; lei perse l'equilibrio e per non andare sotto, allacciò le gambe alla vita di lui, continuando a ridere a crepapelle. Piano piano le risa si attenuarono e cercarono di levarsi l'acqua salata dalla faccia; Draco pensò che la ragazza di fronte a lui fosse una foresta inesplorata dove forse valeva la pena perdersi. Hermione lo guardò e notò che era davvero bello: volto disteso, sorriso aperto, due magnifici occhi color ghiaccio che la fissavano divertiti, i capelli biondissimi appiccicati alla faccia che, finalmente liberi dal gel, avevano fatto tanti ricciolini. Ancora scossa dalle risa, la ragazza, passò le braccia attorno al collo del ragazzo e lo guardò intensamente. Cominciarono lentamente ad avvicinarsi, occhi negli occhi, lui che sentiva ogni centimetro della pelle di lei che fremeva, lei che sentiva lui che si abbandonava all' istinto. Già i loro respiri si stavano fondendo, le loro bocche erano a pochi centimetri quando Draco sentì una vocina dentro alla testa: no non così! Non è reale! talmente insistente da essere fastidiosa. Nel giro di un secondo, prima che fosse tardi, Draco si tirò fuori dal sogno di Hermione, e la sensazione di vuoto fu talmente grande che scivolò dal letto di lei trovandosi a terra, boccheggiante, ancora travolto dalle emozioni che aveva sentito sconvolgerlo nel profondo. Si passò una mano tra i capelli e riprese padronanza di sé, girandosi per svegliare la mezzosangue e trovandosi di fronte invece due occhi color caramello che lo fissavano. "Per Godric, Draco cosa stai facendo?" "Ehm... sono scivolato su quel maledetto libro" fece lui indicandolo. Hermione fece spallucce e lo guardò di nuovo: il sogno che aveva fatto ancora la sconvolgeva e trovarsi davanti l'oggetto del suo desiderio ancora di più, ma non poteva certo farglielo vedere! "Bene che facciamo stanotte?" "Mezzosangue detta così questa frase lascia adito a pensieri nettamente diversi..." disse lui a mezza bocca, divertito, mentre si tirava su e la vedeva avvampare "Stanotte ti rimetterò in piedi!" Proclamò lui decidendo che l'imbarazzo era durato fin troppo. Hermione batté le mani estasiata. "Finalmente!" "Da domani farai a meno della sedia" E di me voleva dire Draco, ma non ne ebbe il coraggio. "Non vedo l'ora di camminare di nuovo sulle rive del lago o sentire sotto i piedi l'erba piena di rugiada della mattina.... e soprattutto gli altri smetteranno di trattarmi con tutti questi riguardi, non ne posso più!" fece lei ridacchiando "Avanti" disse lui porgendole le mani. "Stai scherzando?- gli occhi di Hermione si allargarono allarmati- così di punto in bianco? Non ce la farò mai!" Draco sorrise divertito. "Avanti Hermione!" Alla ragazza scoppiò una bomba nel cervello: Malfoy che la chiamava per nome? Era incredibile. Non era proprio possibile, forse l'aveva sognato, ma era già dentro un sogno ...o no? Hermione si fece assalire dal terrore, cominciò a tremare e tirarsi indietro sul letto mentre Draco non riusciva a capire il mutamento di espressione di lei: invece di essere felice che l'aveva finalmente chiamata per nome, vincendo le sue paure e resistenze, sembrava essere finita nel panico. Draco allungò una mano per aiutarla e le prese un polso. "No!" Lei si ritrasse come se si fosse scottata. "Ehi, ehi mezzosangue, che succede?" Quel nomignolo conosciuto fece riacquistare un po' di lucidità alla ragazza, che guardò il biondino smarrita. "Ecco io... tu... noi... ho paura" ammise lei abbassando la testa e facendosi scudo con i ricci. Draco si mise seduto sul letto accanto a lei e le scostò i capelli. "Granger ricominciamo da capo; adesso stenditi che ti massaggio le gambe e quando sarai pronta ci alzeremo e camminerai di nuovo. Da sola." Hermione vinta dall' imbarazzo della sua reazione spropositata, si distese e lo lasciò fare ad occhi chiusi, godendosi quel massaggio che doveva scaldare i suoi muscoli ma che arrivava fino al suo cuore. Sentì le mani di Draco che percorrevano la sua pelle, agili ed esperte, immaginandosi come poteva essere sperimentarle in altri luoghi e sentendosi avvampare al pensiero. Dal canto suo Draco si impegnò molto, premendo e strofinando, massaggiando e sfiorando la pelle diafana di lei, nell'intenzione di lasciarle un ricordo indelebile e quando la vide arrossire pensò di essere riuscito a toccare le corde giuste. "Draco, penso di essere pronta" "Bene, rimani con gli occhi chiusi.." "Ma?" "Granger cosa potrei farti? E' più di un mese che ci vediamo tutte le notti.. se avessi voluto ti avrei già fatto del male, no?" Hermione annuì, sempre ad occhi chiusi, mordendosi il labbro per la tensione. Al che il biondo le prese le mani, l'aiutò a mettersi seduta, raccomandandole di aspettare un po' per regolare la pressione del sangue, altrimenti sarebbe caduta; si rese conto che l'incantesimo era agli sgoccioli e anche se a malincuore, si preparò ad uscire dalla vita della ragazza. Non l'avrebbe mai perdonato per quello che stava per fare, ma era arrivato al limite, la smania di toccarla e baciarla era arrivata ad un livello altissimo. Draco si allungò e prese da sotto il cuscino di Hermione il biglietto con l'incantesimo che li legava e lo strinse nel pugno. "Adesso dammi le mani" Hermione obbedì "Alzati" e lei lo fece; poi la guardò fare alcuni passi. Era guarita. Draco sentì il suo cuore mancare un battito e cedette. Si passò le sue braccia attorno al collo, si avvicinò e la baciò dolcemente. Hermione non se l'aspettava ma il suo corpo reagì prima del suo cervello e rispose a quel bacio morbidissimo, mentre lui scompariva. E si trovò da sola in mezzo alla stanza. Si svegliò, talmente forte fu l'emozione: era in piedi, senza aiuto. E senza Draco. Si afflosciò sul pavimento, piangendo e ridendo, rendendosi conto di essere innamorata della persona più bella, più dolce, più premurosa del mondo magico. E anche la più sbagliata. Hermione singhiozzava talmente forte che svegliò Ginny. La rossa spalancò gli occhi, si tirò su dal letto e si precipitò accanto all'amica che piangeva disperatamente. "Hermione, Hermione- ma la riccia sembrava perduta in quelle lacrime, rideva e piangeva allo stesso tempo- Hermione ce l'hai fatta, cammini di nuovo!" le disse asciugandole il viso; la riccia cominciò piano piano a calmarsi "Aiutami Ginny" e lei la tirò in piedi. "Che bello averti di nuovo tutta intera tra noi" le due si abbracciarono. "Ma perché stavi piangendo?" Hermione guardò la sua amica con gli occhi velati "Sono innamorata" "Lo sapevo. Di Malfoy" "Ginny non è come pensi tu. Lui mi ha aiutata davvero. Lui mi ha rimesso in piedi" Ginny la guardava perplessa. "Vieni che ti racconto" Hermione cercò anche il biglietto che faceva da tramite ma non lo trovò più. Ginny non le avrebbe creduto. All'improvviso prese la sua bacchetta "Guarda Ginny, se non fossimo legati non potrei farlo: Lumox Draco!" il legno della riccia si illuminò di verde ed apparve una nuvoletta con Draco all'interno che, sdraiato sul letto, faceva finta di dormire. "Ma quello è davvero Malfoy?" si stupì la rossa, mentre Hermione sorrideva e accennava di sì con la testa.

La Pazienza del Ragno - DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora